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In Italia, dal 1985, le temperature sopra la media. Il 2020 anno infuocato.
di Pasquale Falco

1Il XVI Rapporto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente “Gli indicatori del clima in Italia” illustra l’andamento del clima nel corso del 2020 e aggiorna la stima delle variazioni climatiche negli ultimi decenni in Italia.

Il rapporto si basa in gran parte su dati e indicatori climatici elaborati attraverso il Sistema nazionale per la raccolta, l’elaborazione e la diffusione di dati Climatologici di Interesse Ambientale (SCIA, www.scia.isprambiente.it), realizzato dall’ISPRA in collaborazione con gli organismi titolari delle principali reti osservative presenti sul territorio nazionale.

I dati e le informazioni sul clima in Italia vengono trasmessi all’Organizzazione Meteorologica Mondiale e contribuiscono a comporre il quadro conoscitivo sull’evoluzione del clima a scala globale.

TEMPERATURA

3Il 2020 sulla terraferma, a scala globale, è stato l’anno più caldo della serie storica (+1.44 °C rispetto al valore climatologico di riferimento 1961-1990).

In Italia è stato il quinto anno più caldo dal 1961 (+1.54°C di media).

Il 2020 è stato il ventiquattresimo anno consecutivo con anomalia positiva rispetto al valore normale; il decennio 2011-2020 è stato il più caldo dal 1961.

In tutti i mesi del 2020, ad eccezione di ottobre, la temperatura media in Italia è stata superiore alla norma, con un picco di anomalia positiva a febbraio (+2.88°C), seguito da agosto (+2.49°C).

La stagione relativamente più calda è stata l’inverno, che con un’anomalia media di +2.36°C, al secondo posto della serie storica.

Per quanto riguarda la temperatura superficiale dei mari italiani, il 2020, con un’anomalia media di +0.95°C, si colloca al quarto posto dell’intera serie dal 1961.

PRECIPITAZIONI

Il 2020 è stato il 23° anno meno piovoso dal 1961. Sull’intero territorio nazionale, i mesi mediamente più secchi sono stati gennaio (-75%) e febbraio (-77%), seguiti da novembre, aprile e maggio, mentre dicembre è stato il mese mediamente più piovoso, con un’anomalia di 2+109%. 

Al Nord il mese più piovoso si conferma dicembre, con un picco di anomalia positiva di +182%, seguito da ottobre (+69%) e giugno (+50%); anche al Centro il mese più piovoso si conferma dicembre, con un picco di anomalia positiva di +92%, seguito da giugno (+45%); al Sud e Isole i mesi relativamente più piovosi sono stati settembre (+67%) e luglio (+58%). Novembre è stato il mese più secco al Nord (-85%), gennaio al Centro (-69%) e al Sud e Isole (-78%). 

Anche nel 2020 non sono mancati eventi di precipitazione intensa. I valori più elevati di precipitazione giornaliera sono stati registrati in occasione dell’evento alluvionale di inizio ottobre. In un’ampia zona del Piemonte settentrionale, il 2 ottobre sono state registrate precipitazioni cumulate giornaliere comprese fra 400 e 500 mm; nella parte occidentale della Liguria e all’estremo confine meridionale del Piemonte si sono superati localmente i 350 mm di precipitazione. 

Indici climatici rappresentativi delle condizioni di siccità: valori elevati del numero di giorni asciutti, superiori a 300 giorni, si registrano in diverse aree del territorio nazionale, con punte di 341 giorni a Pescara e a Capo Carbonara (SU). 

Il numero massimo di giorni asciutti consecutivi nell’anno ha raggiunto i valori più alti in Sardegna ed in Sicilia (fino a 90 giorni secchi consecutivi) e i valori più bassi sulla dorsale appenninica e su Alpi e Prealpi (fino a 20 giorni).

Non va meglio sott’acqua, dato che la temperatura superficiale dei mari italiani ha segnato nel 2020 un’anomalia media di +0.95°C, collocandosi al quarto posto dell’intera serie dal 1961.

4A fronte di questi dati drammatici, l’Italia ancora non sta svolgendo appieno il proprio ruolo per difendersi dalla crisi climatica, nonostante la strada da seguire sia chiara. Al di là del temporaneo crollo nel 2020 legato alle restrizioni imposte per la pandemia, a fine 2019 le emissioni nazionali di CO2 erano pressoché paragonabili a quelle registrate nel 2014: di fatto, cinque anni di stallo.

Lo stesso vale per le rinnovabili, le cui installazioni sempre dal 2014 crescono col contagocce: per rispettare gli obiettivi Ue al 2030 si stima siano necessari fino a 7,5 GW/anno in termini di nuovi impianti, ma ora arriviamo a malapena a 0,8.

Napoli, 30 ottobre 2021