Per una scuola equa, giusta e libera. Matteo Tafuro. Nola
Per una scuola equa, giusta e libera
di Matteo Tafuro
La riforma degli istituti tecnico-professionali di Valditara è legge.
L’istruzione tecnica e professionale sarà riordinata su un modello quadriennale, eliminando quindi un anno di scuola, per “avvicinare ancora di più il mondo scolastico alle richieste del mercato del lavoro”.
Siamo sinceri, il Cipputi del XXI secolo che sogna il figlio dottore, probabilmente non lo avrà.
Siamo ritornati alla scuola classista. Com’è stato possibile?
La legge, sebbene il parere contrario del Cspi, rende Valdi ancora più impettito:” Il privato deve metterci i soldi perché è interesse delle aziende che cresca la scuola italiana”.
Il ministro leghista, docente di Diritto Romano e Diritti dell’antichità presso il Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Torino (Sic!), ha avviato un lento processo di smantellamento del sistema scolastico pubblico.
Gradualmente la scuola è finita tra le fauci fameliche dei privati, sono stati istituiti percorsi di istruzione e formazione professionale (Ie FP), l’ex alternanza scuola-lavoro (PCTO) e la novità dell’ultimo anno del docente tutor e del docente orientatore.
Insomma, caro Cipputi l’assortita progenie di medici e professionisti studierà, il popolo bue, cioè gli altri, i diversi verranno attrezzati/riforniti per sfidare le richieste del mondo del lavoro.
Anzi, il ministro ha scritto: “addestrati”.
Questa, è l’attestazione del classismo istituzionalizzato che certifica la restaurazione, nella sostanza, dell’ avviamento professionale.
Ecco, dunque, che le aziende potranno stipulare contratti con le scuole per attività di “insegnamento e di formazione nonché di addestramento”.
Giovani laboriosi e votati al sacrificio sono la forza per costruire un esercito che porrà le basi per ergere: “Un sistema di istruzione che dia a ogni giovane gli strumenti per costruirsi, in base alle proprie inclinazioni, un solido futuro nel puro spirito patrio”.
È l’ora di iniziare a preoccuparsi! Nessuno si è accorto che molti istituti tecnico-professionali eccellono combinando formazione critica generale e specializzazione tecnica slegata da specifici interessi?
Non scappate cari lettori, perché lo spettacolo comico non è finito. Vi ricordate del liceo del Made in Italy?
Orbene, nonostante il parere negativo del Consiglio di Stato, dovrebbe debuttare in questo anno scolastico 2024/2025…ha registrato meno di duemila (2000) iscritti in tutta Italia.
La nostra amata Costituzione aveva e ha ben delineata l’idea di scuola.
La Costituzione - Parte I – Diritti e doveri dei cittadini. Titolo II – Rapporti etico-sociali.
Articolo 34 – La scuola è aperta a tutti.
L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita.
I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi.
La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
Pinuccio Valditara ha depennato la responsabilità sociale, rimpiazzandola con “la responsabilità individuale, in una logica che è moderna e autenticamente liberale”.
Cari cittadini, fissate bene in mente che l’dea di libertà, pilastro fondamentale della nostra Carta Costituzione, garantisce il rispetto verso ogni individuo, forma e sostanza della responsabilità sociale… cancellata dal ministro.
Piccolo promemoria per le opposizioni: mancano i decreti attuativi, che ne direste di mobilitarsi e protestare?
Una scuola libera non produce obiettivi educativi orientati all’occupabilità, ma allo sviluppo del pensiero e delle capacità trasformative della realtà.
Nola, 13 settembre 2024