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Discorso di Papa Francesco al Movimento Cristiano Lavoratori

di Manlio Maglio

Sabato, 16 gennaio 2016, Il Santo Padre Francesco ha incontrato, nell’Aula Paolo VI i lavoratori del Mo.C.Li. Il Papa ha evidenziato l’importanza del lavoro anche perché serva a “coltivare e custodire“ la casa comune, perché così l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita. E’ necessario per altro educare ed educarsi per dar vita ad un nuovo “umanesimo del lavoro”, dove l’economia serva all’uomo e non dove l’uomo sia fatto schiavo per l’economia. Inoltre, ha aggiunto il Pontefice, bisogna convincersi a percorrere la strada dell’onestà, evitando favoritismi e corruzioni che sono una chiara forma di corruzione. L’illegalità infatti è come una piovra che afferra l’uomo e lo avvelena così che questi può avvelenare altri. Così il Papa:
“Cari fratelli e sorelle, buongiorno! Vi accolgo con piacere e ringrazio il Presidente per le parole che mi ha indirizzato. Rivolgo un fraterno benvenuto ai Pastori che hanno voluto essere presenti con voi, e alcuni di loro venendo anche da lontano. Saluto tutti voi e ringrazio i due rappresentanti, Maria e Giovanni, per le testimonianze che hanno scritto.
Nella sua testimonianza, Maria accennava alla vostra vocazione, parlando di “vocazione del lavoro”. È vero: il lavoro è una vocazione, perché nasce da una chiamata che Dio rivolse fin dal principio all’uomo, perché “coltivasse e custodisse” la casa comune (cfr Gen 2,15). Così, nonostante il male che ha corrotto il mondo e anche l’attività umana, «nel lavoro libero, creativo, partecipativo e solidale l’essere umano esprime e accresce la dignità della propria vita»). Come possiamo rispondere bene a questa vocazione, che ci chiama ad imitare attivamente l’instancabile opera del Padre e di Gesù che, dice il Vangelo, “agiscono sempre”?
Qui il Pontefice ha parlato di educazione, come capacità di estrarre il meglio dal proprio cuore così da rendere più umani e stessi e quanti ci circondano. Bergoglio ha poi evidenziato l’importanza della condivisione, ovvero l’opportunità di entrare in rapporto con gli altri: il lavoro deve poter unire le persone, non “renderle chiuse e distanti”ma far sì che ciascuno provi interesse per la vita di chi gli sta accanto.

Francesco ha dimostrato di apprezzare la testimonianza scritta di Giovanni “che ha fatto riferimento a una forma di condivisione che si attua nel vostro Movimento: progetti di Servizio Civile, che vi consentono di avvicinare persone e contesti nuovi, facendone vostri i problemi e le speranze. È importante che gli altri non siano solo destinatari di qualche attenzione, ma di veri e propri progetti”.

Il Papa ha poi parlato della testimonianza, anche mediante l’attività, vincendo la pigrizia e l’indolenza ma ha voluto puntare l’indice sul problema dei tantissimi, giovani e non, che vorrebbero lavorare, ma non ci riescono, e faticano persino a procurarsi il necessario per vivere. Molti giovani, non riuscendo a trovare un lavoro, cadono in depressione, nelle dipendenze e alcuni purtroppo giungono a suicidarsi.
Di fronte a questo dramma dei nuovi esclusi del nostro tempo, privati della loro dignità, la giustizia umana chiede l’accesso al lavoro per tutti.

A conclusione, il Santo Padre ha invitato i lavoratori del Mo.C.L.I. a dare sempre testimonianza di solidarietà e di spirito di servizio. Ha quindi benedetto tutti i presenti le loro famiglie e l’impegno che essi profondono. Quindi ha chiesto: “Per favore, non dimenticatevi di pregare per me. Grazie.

20 gennaio 2016