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Ogni Anziano è tuo Nonno. Usate la fantasia dell’amore: chiamate, videochiamate, ascoltateli!
di Angela Cammarota

 

Quando nonna aveva l’artrite e
non poteva mettersi più lo smalto,
nonno lo faceva per lei anche
se aveva l’artrite pure lui.
Questo è l’amore!
(Rebecca, 8 anni)

 

1Invitare i giovani a compiere un gesto di tenerezza nei confronti degli anziani che si sentono soli: è stato l’obiettivo della campagna “Ogni anziano è tuo Nonno”, promossa dal Dicastero Vaticano per i laici, la famiglia e la vita, ispirata dalle parole di Papa Bergoglio.

La pandemia, ha colpito in maniera particolarmente dura gli anziani.

Non solo con il virus, ma anche, attraverso la solitudine e la depressione piaga meno visibile di altre.

Quest’idea, lanciata mesi fa, è stata soprattutto un invito a sostenere durante la pandemia le persone più fragili, gli anziani soli e più vulnerabili.

Questo buon proposito è diventato virale, molte associazioni ma anche singoli volontari, hanno trovato il modo per far giungere agli anziani soli la propria vicinanza in modi diversi e per giunta bizzarri.

Sono arrivate notizie, via web, via social, anche di “serenate” dedicate agli ospiti di case di riposo realizzate dai giovani per interrompere la solitudine all’interno delle strutture residenziali e per regalargli anche solo per un momento, un sorriso e un attimo di gioia.

Non sono viziato.
Sono solo ben curato dai miei nonni.

Nel rispetto delle regole in termini di distanziamento, molti giovani sono riusciti ad “occuparsi” dei meno giovani cercando di contrastare la solitudine e l’abbandono aiutando loro anche nelle faccende e nelle commissioni prettamente5 domestiche. “Ogni anziano è tuo Nonno” è stato un invito seguito e realizzato dal primo lockdown fino ad oggi.

Dovunque ognuno, coinvolto dal momento, ha risposto alla pandemia regalando un po’ di sé ad un’altra persona.

Si è cercato di raggiungere anche virtualmente, in forma di aiuto e sostegno, gli anziani più soli del proprio quartiere e inviare loro un abbraccio, attraverso una telefonata, una videochiamata o un’immagine.

Il desiderio di papa Bergoglio di “Ecco cosa vorrei: un mondo che viva un nuovo abbraccio tra i giovani e gli anziani” ha fatto in modo che in tanti si prendessero, e si prendano, cura degli altri e degli anziani.

Gli anziani sono un patrimonio inesauribile
di esperienza e di affetto che va tutelato.

7Sono la memoria del paese e una ricchezza preziosa per le nuove e future generazioni.

Gli anziani sono stati coccolati e sostenuti da tutti, in primis dallo stesso personale sanitario ed infermieristico che li aveva in cura.

Donne e uomini che con le loro armature bianche li hanno curati, li hanno tenuti compagnia.

Sono diventati durante la degenza i loro più stretti familiari, rincuorandoli, hanno ascoltato (per chi poteva farlo) i loro racconti e le loro storie.

Nei reparti, i pazienti anziani sono diventati i “Nonni di Tutti”.

I nonni sono una deliziosa miscela di risate,
premure, storie meravigliose e amore.

Quegli Eroi, quei medici e quegli infermieri, hanno stretto le loro mani, dispensato carezze, pregato insieme a loro e accennato qualche canzoncina.8

Sono riusciti oltre alle cure a far sentire loro un po’ di calore umano, per invitarli e stimolarli continuamente a combattere.

Molti nipoti, costretti a star lontani dai loro nonni, hanno fatto pervenire, nella sacca della biancheria, un disegno una letterina mentre in una delle numerose stanze di un ospedale, il loro nonno combatteva e pregava il Buon Dio di poter riabbracciare i propri cari drasticamente allontanati.

Per chi ha la fortuna di avere i propri cari anziani a casa, e di conoscerne qualcuno solo, cercasse di mantenere un filo quotidiano di comunicazione.

È fondamentale anche chiacchierare con loro su argomenti che non riguardino solo la situazione attuale.

Nessuno può fare per i bambini quel che fanno i nonni:
essi spargono polvere di stelle sulla vita dei più piccoli. (Alex Haley)

9Cerchiamo di parlare con loro di cose leggere e piacevoli, sull’emergenza sanitaria cerchiamo di avere una comunicazione il più possibile rassicurante e fiduciosa e soprattutto cerchiamo nel limite possibile di aiutarli.

Bisogna spiegare loro con calma e pazienza che non sono loro a essere meno capaci, autonomi, ma che è la situazione a essere unica ed eccezionale per la quale tutti noi dobbiamo modificare le nostre abitudini.

Facciamo notare loro quanto anche la nostra routine sia cambiata, quella dei loro nipoti: tutto si è fermato e ha rallentato. Inoltre, ricordiamo loro che ora è nostro compito prenderci cura di loro ricambiando le cure e l’affetto ricevuto.

Mi sento di dire a tutti i Nonni che, in questo momento, si sentono soli nelle loro quattro mura di pensare che al più presto si ritornerà alla vita di tutti i giorni e saremo nuovamente “liberi”.3

 A quelli invece che si trovano in difficoltà, che stanno combattendo in questo momento in una sala di rianimazione, in un reparto, contro questo maledetto virus, li invito a stringere i denti e a non mollare.

Pensare che ritorneranno a casa dai loro cari, di non perdere la speranza di vincere la battaglia della vita così come l’ha vinta il Nonno di Ludovica, il mio papà.

Forza!!! A casa vi aspettano in tanti e hanno bisogno di voi e del vostro Amore.

 

 Napoli, 13 gennaio 2021