Oggi è nato Gesù: lasciati amare!
Oggi è nato Gesù: lasciati amare!
di fra Valentino Parente
Oggi, la luce splende su di noi.
Natale è una festa di luce ed è nata
proprio come festa per celebrare la luce.
Natale del Signore: Messa dell’aurora. 25 dicembre 2020
Isaia 62,11-12
Tito 3,4-7
Luca 2,15-20
Questa notte ci siamo lasciati con una grande emozione nel cuore, lodando e glorificando Dio per tutto quello che abbiamo visto e udito.
Anche noi abbiamo ascoltato e accolto il messaggio degli Angeli ai pastori: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».
Ed eccoci di nuovo a contemplare il grande mistero che Dio ha operato nella nostra storia.
La liturgia della parola di oggi, non ci presenta nessun altro aspetto in più: oggi, nel giorno luminoso della festa, non possiamo indugiare sulle spiegazioni, ma siamo semplicemente esortati ad abbandonarci ad una contemplazione gioiosa del mistero di Dio fatto uomo.
Siamo invitati a sostare davanti a tale mistero con il cuore riconoscente. Perché Dio ha amato a tal punto l’uomo da farsi suo figlio.
Si è fatto Bambino, si è affidato alle mani, per richiedere il suo amore, le sue cure e le sue premure.
A ciò ci esorta la liturgia con le letture di questa Messa.
Esse sono più corte e più semplici del solito, quasi a dire che il mistero è troppo grande per poterlo racchiudere in parole.
La parola sembra quasi spegnersi di fronte all’evento: nell’antifona d’ingresso della Messa, leggiamo: Oggi è nato per noi il Signore, e il profeta Isaia aggiunge: Dite alla figlia di Sion: ecco, il tuo Salvatore è qui!
Colui che aspettavamo è venuto, non c’è da attendere un altro. Egli reca con sé il premio, e questo premio è la vita nuova, la luce, la pace, Lui stesso è il premio per gli uomini. Lui stesso è il grande dono di Dio all’umanità.
Oggi, la luce splende su di noi. Natale è una festa di luce ed è nata proprio come festa per celebrare la luce.
La nascita di Gesù non fu celebrata da subito nella comunità cristiana, da subito, invece, si cominciò a celebrare la Pasqua, che da sempre fu la festa più importante della comunità cristiana: la risurrezione di Gesù.
Poi, andando avanti nel tempo, si sono aggiunte anche le altre feste. E solo nel IV secolo si è cominciato a celebrare il natale di Gesù, prendendo a modello la festa di Pasqua, con il tempo di Avvento che ricalca il tempo di Quaresima, e la Messa della notte che corrisponde alla Veglia pasquale.
Il Natale è la festa del sorgere della luce. Gli antichi Padri della Chiesa, (cioè i principali scrittori cristiani dei primi secoli, i cui insegnamenti sono ritenuti fondamentali per la dottrina della Chiesa) scelsero come data proprio quella del solstizio d’inverno, cioè del periodo in cui la luce del giorno ha una durata minore rispetto alle tenebre della notte; ma proprio da qui le giornate cominciano a crescere, si allungano, la luce comincia a prendere il sopravvento sulle tenebre.
E così nelle feste romane, che festeggiavano il sole che riprende la sua corsa, crescendo, il sole vincitore delle tenebre, fu introdotto il ricordo di Gesù come luce vera del mondo.
I cristiani compresero, e proposero al mondo pagano, Gesù come vero sole che sorge dall’alto, l’autentico vincitore delle tenebre. Quella che era la nascita del sole, divenne la festa della nascita di Gesù, vero sole di giustizia.
Natale è dunque una festa di luce, ma non perché addobbiamo le case, le vie, le piazze, le facciate degli edifici, gli alberi, con festoni di luci, ma perché è una luce interiore, profonda, che ci insegna a vivere, che ci aiuta a trovare la strada giusta.
È la luce del cuore che si accende in noi, una luce profonda che rischiara le nostre tenebre, una luce gentile che ci conduce nel cammino.
Talvolta la luce può essere anche abbagliante, e allora è fastidiosa, acceca. Dio invece si è presentato, come luce gentile.
Il Signore del cielo e della terra, si è presentato in modo discreto, ha acceso una luce, una piccola luce a Betlemme, e quella luce, lentamente, ha conquistato il mondo.
Oggi chiediamo al Signore che questa sua luce risplenda su di noi. Chiediamo al Signore di vedere la sua luce nella nostra vita, nella situazione in cui viviamo, nelle nostre difficoltà, nelle nostre paure.
A Natale, ripensare le origini della nostra salvezza, deve far sorgere un atteggiamento di gratitudine, di riconoscenza.
Diciamo grazie con tutto il cuore a Colui che “pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini”.
Dio si fatto uomo ed “è venuto ad abitare in mezzo a noi” non perché ce lo meritavamo, ma è venuto perché ci voleva bene e sapendo che non meritavamo nulla, è venuto a renderci capaci di una vita buona.
Allora diventa importante ripensare il Natale e smontare quella immagine falsa che dilaga anche tra noi cristiani: la festa a tutti i costi, montagne di luci e carta colorata e con l’immagine della contentezza obbligatoria.
Purtroppo ci sono molte persone che in questo giorno sentono, più che in altri, la tristezza della vita, il peso di situazioni sbagliate, la solitudine… E non è forse Natale anche per loro? Certo che si!
Il Natale ha ancora più senso, se stiamo attraversando un momento difficile, se nella nostra vita ci sono difficoltà, problemi, se ci sono lacrime, allora il Natale è la nostra festa, perché è la festa di Colui che viene ad asciugare le lacrime, a consolare, a dare coraggio, ad offrire la forza per affrontare le difficoltà della vita.
Allora la festa del Natale non è una questione esteriore, ma è un evento interiore che cambia la vita, che la fa sentire amata, protetta, valorizzata, nonostante tutto!
Abbiamo tanto lavorato per preparare il Natale: abbiamo preparato il pranzo, abbiamo preparato i regali, preparato gli auguri, abbiamo progettato come vivere questa giornata; se questa giornata è il fine di tutto, risulta poca cosa, poche ore che svaniscono e non resta nulla!
Passa anche il Natale e tutto rimane come prima.
È una giornata come le altre, magari, per tanti, ancora più triste.
Se invece a Natale incontriamo il Signore e lo accogliamo come Salvatore, allora abbiamo la forza per vivere meglio le giornate normali, le situazioni di tutti i giorni, quando non abbiamo il grande pranzo, non siamo circondati da parenti e amici, e non siamo costretti ad essere contenti per forza.
Ed è proprio nella normalità che il Signore opera le sue grandezze.
Il Natale è un mistero di semplicità. È il mistero di un Dio grande che si fa piccolo ed entra nelle nostre piccole giornate.
Accogliamo il Salvatore nostro, abbracciamolo con affetto, sentiamolo vivo dentro di noi, nella nostra vita; questa la festa: la sua presenza.
Egli è il Salvatore, il Consolatore, l’amico che non ci abbandona, che ci porge la mano e ci dà coraggio e nuovo entusiasmo.
È questo il modo giusto per vivere intensamente un Natale cristiano.
Nola, 25 dicembre 2020