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Nuovo allarme dell’Authority per le bollette che, senza correttivi, rischiano forti rincari a inizio 2022.
di Tina Pollice

Il governo italiano ha previsto un fondo ad hoc nell’ultima legge in bilancio per contenere l’aumento delle bollette, ma, la dote rischia di essere insufficiente.

L’allarme è stato lanciato dall’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente (Arera) la quale afferma che, in assenza di nuovi correttivi da parte del governo, nuovi rincari si profilano in arrivo nel primo quadrimestre 2022.

Ricordiamo le due manovre messe in campo dall’esecutivo per attutire l’impennata che si è registrata prima a fine luglio e poi a monte dell’ultimo aggiornamento trimestrale.

Nel primo caso l’Arera ha ricordato il Dl 73 del 2021 (convertito con la legge 106/21), ove governo e Parlamento hanno stanziato 1,2 miliardi di euro per finanziare la riduzione della componente Asos (la voce che in bolletta è destinata soprattutto a finanziare lo sviluppo delle rinnovabili) per il terzo trimestre 2021. A questo, l’Arera ha affiancato altre misure intervenendo anche sugli oneri rimanenti (componente Arim). Con il risultato che l’aumento delle bollette elettriche è stato ridotto al +9,9% (in assenza di misure sarebbe stato di oltre il 20 per cento). A fine settembre, un’ulteriore manovra in considerazione delle nuove tensioni sui prezzi non ha però alleggerito le bollette.

Così il governo, sfruttando anche la collaborazione dell’Autorità, ha concepito un nuovo intervento per complessivi 3,5 miliardi di euro che hanno consentito, da un lato, di attenuare l’effetto degli aumenti di luce e gas per 29 milioni di famiglie e oltre 6 milioni di utenze elettriche “non domestiche”, e, dall’altro, di neutralizzare l’impatto dei rincari per i titolari dei bonus sociali.

Nonostante ciò vi è poco da essere ottimisti. I prezzi dell’energia elettrica in Europa, e in Italia in particolare, seguono i corsi del mercato del gas naturale (e di quello di permessi di emissione) che costituisce la fonte degli impianti di produzione marginali. Le quotazioni di questi giorni, pur con un leggero ribasso rispetto ai massimi delle scorse settimane, vedono prezzi medi attorno ai 170 euro per megawattora per tutto il periodo invernale, per poi scendere intorno ai 110 euro per megawattora a partire dal mese di aprile 2022. Alla luce di questo andamento, si profila per il primo quadrimestre 2022 un ulteriore, significativo, aumento dei prezzi per i servizi di tutela (le attuali quotazioni del gas naturale per il primo trimestre 2022 sono molto superiori a quelle utilizzate lo scorso aggiornamento), che determinerebbe criticità simili a quelle affrontate per il quarto trimestre 2021.

Di conseguenza, in assenza di ulteriori interventi, a inizio anno si rischia una doppia batosta sia per gli aumenti legati ai prezzi delle commodities sia per i rincari derivanti dal ripristino delle componenti a copertura degli oneri generali di sistema che sono stati calmierati con le ultime manovre del governo.

Napoli, 22 novembre 2021