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L’attacco ai parchi riparte dal Lazio

Modificata la legge 29/1997 con l’introduzione del silenzio-assenso per l’approvazione del Piano di Assetto delle aree regionali protette

Stupisce che Nicola Zingaretti che si propone per una segreteria nuova e di rinnovamento del PD e, necessariamente deve puntare alla valorizzazione dei temi del lavoro e dell’ambiente, possa inciampare in quello che ci sembra un vero e proprio incidente di percorso che evoca quel famoso “silenzio-assenso” di cui, quando si sente parlare, c’è sempre una trappola a favore di qualcuno.
Ma ecco i fatti. Nei giorni scorsi, la Regione Lazio a guida Zingaretti approva la declinazione normativa che, seguendo il principio di semplificazione e trasformazione della legge 29/1997 sui parchi regionali, sembra dare una spallata ai principi di tutela della biodiversità nelle aree protette e spalancare le porte ad opere di edificazione finalizzate alla “valorizzazione” di terreni privati.
La nuova normativa in via di pubblicazione andrebbe a modificare, tra l’altro, l’articolo 26, comma 4 della legge regionale 29/97 riguardo i tempi di approvazione dei piani di assetto dei parchi introducendo, a quanto si è potuto apprendere, meccanismi di silenzio-assenso. Sul piano concreto, ad esempio, come riportato dalla stampa, il piano di “riassetto” della Tenuta regionale dell’Acquafredda che prevede l’edificazione di 60 ettari di proprietà dell’Amministrazione Patrimonio Sede Apostolica di circa 180.000 metri cubi a scopo sociosanitario potrebbe beneficiare, in caso di mancata calendarizzazione, della nuova norma.
È vero che non siamo nuovi a questo tipo di provvedimenti: durante l’estate in Liguria, la Giunta del Governatore Toti ha approvato l’eliminazione di molte aree protette di interesse provinciale del Savonese smantellando un sistema virtuoso di tutela.
La realtà è che, si vogliono demolire i principi alla base della legge quadro 394 del 1991 e si sta riaffermando l’idea tra gli amministratori che il territorio non deve avere vincoli di conservazione delle sue parti paesaggisticamente più pregiate, ma anzi possa/debba essere aggredito da possibili speculazioni tese ad assecondare gli interessi di lobby interessate (siano esse rappresentate dai cacciatori magari consegnando loro l’autorizzazione a svolgere la caccia selettiva nei parchi, oppure costituite da coloro che vogliono fare cassa costruendo nei luoghi di particolare pregio paesaggistico).
Dunque, si riparte dal Lazio che, come Roma, è spesso guardato nel Paese come modello da emulare e riprodurre sia nel bene sia nel male.
Gli emendamenti votati alla Pisana e sostenuti dall’assessore all’ambiente Onorati nella discussione della legge regionale 55/2018 concernente “disposizioni per la semplificazione e lo sviluppo regionale” di fatto modificano nuovamente la legge sui parchi regionali
29/97 e ci riportano ai temi della battaglia svolta in Parlamento negli ultimi cinque anni per evitare che le aree protette italiane venissero letteralmente private delle caratteristiche conservative per le quali sono state create: oasi di tutela della biodiversità faunistica e naturale, ambito paesaggistico da preservare per i nostri posteri.
Purtroppo queste notizie, per Italia Nostra preoccupanti, sono invece in linea con le posizioni che la Giunta Zingaretti sembra voler portare avanti in violazione alle leggi di tutela previste per le aree protette del Lazio: altro esempio concreto la pluriennale vicenda di ipotesi di ampliamento dell’ospedale del Bambin Gesù di Palidoro (aimè sempre di proprietà vaticane si parla) nella Riserva Naturale Statale del Litorale Romano, il parco più grande del Lazio. Un progetto contro il quale si sono espresse la commissione di riserva e la Soprintendenza Statale ed invece ha ottenuto parere favorevole della Regione Lazio, parere che andrebbe assolutamente rivisto.
Italia Nostra continua a credere che i parchi siano una realtà irrinunciabile per il benessere dell’Italia come dell’Europa. I parchi sono luoghi da dove ripartire per affermare forme di turismo rispettose del nostro territorio, sostenere attività agricolo-pastorali che ci restituiscano e conservino paesaggi che hanno reso unica l’Italia. I parchi sono custodi di realtà archeologiche e monumentali che testimoniano la nostra creatività artistica e architettonica. I parchi sono l’eccellenza naturale da cui far ripartire il Paese per un futuro a misura d’uomo.
Se non si bloccano i provvedimenti che stravolgono questi principi, il rischio è di perdere questo tesoro. Speriamo che i Governatori italiani ne prendano consapevolezza.

Ebe Giacometti vicepresidente nazionale, già presidente Lazio Italia Nostra

Roma, 9 ottobre 2018