gio 21 NOVEMBRE 2024 ore 13.30
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The last dance
di Giovanni Della Pietra

L’ultima con lo Scudetto sul petto

1Ultima giornata di campionato: al Maradona si gioca Napoli – Lecce. Nell’ultima con il vessillo del Tricolore sul petto, gli azzurri si arenano sul pari contro un Lecce ormai salvo e salutano le speranze di un posto in Conference raggiunto in extremis, nonostante il Torino, diretta avversaria in classifica dei partenopei, si vesta da vittima sacrificale per la festa dell’Atalanta al Gewiss Stadium.

Preview del match
All’ultima sfida al Maradona, arriva un Napoli alla disperata ricerca di punti per conquistare una posizione nella prossima UEFA Conference League: per riuscire in questa impresa che sembra essere diventata titanica, il Napoli non solo dovrebbe riuscire a battere il Lecce, ma dovrà anche sperare che il Torino non esca vincitore dal Gewiss Stadium contro l’Atalanta, e dovrà tingersi di viola per sperare nella vittoria della Fiorentina nella finale della terza competizione europea di questa settimana, che aprirebbe una nuova posizione nelle coppe europee.
Dato l’andamento, anche solo che il Napoli faccia la propria parte sembra complicato: infatti, gli azzurri non vincono una partita da oltre un mese – periodo in cui sono intercorsi 6 match – che hanno visto il Napoli refertare 4 pareggi e 2 sconfitte. L’ultima vittoria sul ruolino di marcia dei partenopei è quel 2-4 dell’U-Power Stadium di Monza, che aveva dato false speranze in termini di risultati e di proposta di gioco.
Non dovessero riuscire gli azzurri a scalare questa montagna impervia, metterebbero fine ad una striscia di ben 14 partecipazioni consecutive alle competizioni UEFA, la migliore in Italia al momento.
A proposito di streak da annullare al più presto, il Napoli è l’unica squadra che da febbraio in avanti non è riuscita a registrare nemmeno un clean sheet in Serie A, subendo 23 reti in 16 match consecutivi. Subendo una marcatura anche contro il Lecce, eguaglierebbe il record negativo stabilito nel gennaio del 1998.
D’altro canto, il Lecce non ha più nessun obiettivo da perseguire in questo campionato, avendo già raggiunto la matematica salvezza e posizionato 14°, lontano dalle competizioni europee. Dopo il pareggio agguantato in extremis contro il Cagliari, che è valso la permanenza in Serie A anche per la prossima stagione, il Lecce ha messo a referto 2 sconfitte – entrambe per 0-2 contro Udinese ed Atalanta. I giallorossi pugliesi mettono sul piatto un trend in trasferta niente male: nelle ultime 5 partite disputate lontano dal Via del Mare, i lupi hanno subito un solo arresto brusco, a San Siro, contro il Milan (3-0): completano il computo 2 vittorie e 2 pareggi.
Gli scontri diretti sorridono ai partenopei che nelle ultime 7 sfide contro i lupi hanno vinto per 5 volte, mettendo a segno una media di 2.7 reti a partita. Il match di andata di questo campionato è terminato con il risultato di 0-4 in favore degli2 azzurri allora guidati da Rudi Garcia, mentre l’ultimo scontro al Maradona nella stagione iridata è terminato con il pareggio sul risultato di 1-1.

La partita
Il Napoli di Mister Calzona alla ricerca di punti fondamentali per la rincorsa Conference è costretto nell’ultima partita al Maradona a fare a meno di Piotr Zielinski, alle prese con un infortunio al polpaccio – e quindi non potrà salutare il suo pubblico vista la prossima partenza verso l’Inter – e di Mario Rui. Il tecnico di Vibo Valentia quindi ripropone il suo classico 4-3-3, ma rispetto alla sfida di Firenze cambiano solamente due interpreti: Di Lorenzo, ristabilito dopo le problematiche gastroenteriche, si riprende il suo posto nella linea difensiva e la fascia da capitano a discapito di Pasquale Mazzocchi, che si era ben disimpegnato nel match del Franchi. Altro cambio nella retroguardia, invece dell’acciaccato Amir Rrhamani, comunque presente in panchina, ritorna tra i titolari il brasiliano Juan Jesus. Confermato il centrocampo e Giovanni Simeone al centro del tridente offensivo, in sostituzione di Victor Osimhen, recuperato per la panchina.
Il Lecce, invece, deciso ad onorare il campionato fino alla fine, si ripresenta con lo stesso modulo di gioco della partita persa contro l’Atalanta, il 4-4-1-1: confermata la linea difensiva dei lupi, viene protetta dalla diga di centrocampo Ramadani-Blin, mentre ai lati agiscono Almqvist e Dorgu. Dietro l’unica punta Nikola Krstovic, c’è Medon Berisha con il compito di limitare l’azione del fulcro del gioco azzurro Stanislav Lobotka.
Match dai ritmi molto bassi e un primo tempo scarno di emozioni, rese complesse anche dalle linee molto strette del Lecce, che facendo molta densità, fa diventare sterile il possesso palla azzurro.
La prima grande occasione è degli ospiti, quando all’8’ Gendrey trova tra le linee Krstovic, appoggia per Dorgu sfilato alle spalle della difesa azzurra, con il terzino danese che scheggia il palo. Provano a rispondere gli azzurri con un tiro di Politano dal limite dell’area che finisce sul fondo.
Ma i lupi giallorossi trovano spazio in contropiede quando Almqvist, servito in profondità tagliando fuori una linea difensiva del Napoli non perfettamente organizzata, controlla e serve Berisha in arrivo, che però non centra la porta, complice una deviazione azzurra.
3La prima frazione di gioco, a tratti sonnolenta, termina con 0 tiri verso lo specchio della porta.
Con i cambi effettuati da Mister Calzona, il Napoli dà nuova linfa al proprio attacco ed è proprio Cyril Ngonge – subentrato a Politano – ad impegnare Falcone con un tiro a giro dalla destra al 48’. Ancora pericoloso Ngonge in area di rigore, quando forza il tiro circondato da maglie giallorosse, e il rimpallo favorisce Kvaratskhelia, che strozza troppo la traiettoria del tiro.
I dieci minuti di forcing azzurro continuano con l’appoggio di Raspadori per Cajuste, il cui tiro termina sul palo.
Neanche fortunati i partenopei che colpiscono nuovamente un legno con Cyril Ngonge: con l’attaccante chiuso in area di rigore, cerca il palo lontano, ma la sua conclusione si stampa sulla traversa.
L’ingresso di Victor Osimhen spariglia le carte sulle palle aeree e la sua presenza in area si sente: al 70’, Di Lorenzo crossa dalla destra, Oliveira raccoglie in area la deviazione di un difensore giallorosso, ma Baschirotto si immola sulla linea. Nel periodo di massimo sforzo offensivo, anche Ostigard si rende pericoloso, controllando una palla svirgolata in area di rigore, ma calciando sopra la traversa.
Al 82’, anche il Lecce mette la testa fuori dalla propria metà campo, tentando il tiro dal limite dell’area con Oudin che sibilla alla sinistra della porta di Meret.
Ultima azione degna di nota, al minuto 85, Osimhen appoggia per Raspadori sulla lunetta, con l’attaccante italiano che prova a piazzarla, ma lo fa debolmente e Falcone ci arriva.
L’immagine riassuntiva del match, ma anche della stagione azzurra, è il Maradona che subissa di fischi i calciatori azzurri, rammentando loro le più dolorose sconfitte di questa fallimentare campagna.

Il punto Della Pietra
Napoli – Lecce è l’emblema di una squadra apatica che non riesce a superare il limite psicologico di cui è caduta vittima e a ribaltare la sorte di una stagione che aveva preso una chiara direzione: il Napoli, dopo 14 anni, non si qualifica per una competizione UEFA. Il match è contornato da ritmi bassi e cadenzati, a cui i partenopei non riescono a dare una sterzata in un primo tempo privo di grandi emozioni, anche grazie alle linee difensive dei lupi che rallentano la manovra azzurra. Solo il palo di Dorgu, sposta il match dal torpore più totale. Nemmeno il doppio vantaggio atalantino contro il Torino – per cui gli azzurri tifavano per inseguire il treno Conference – sposta il Maradona dal sonno. I cambi di mister Calzona nell’intervallo hanno qualche effetto – in particolare l’inserimento di Ngonge al posto di un impalpabile Politano e lo spostamento di Cajuste in zone maggiormente pericolose. I partenopei centrano due legni e vanno vicino in più occasioni al gol del vantaggio, esprimendo il massimo sforzo offensivo che coincide con la notizia del terzo gol orobico da Bergamo. Questa pressione ultra-offensiva libera spazi in contropiede in cui il Lecce prova ad inserirsi sfruttando la velocità dei suoi interpreti. Il match termina con uno scialbo pareggio a reti bianche, che per il Napoli significa un saluto alla stagione adeguato alla campagna trascorsa, con i fischi del Maradona che questa volta ci è andato giù pesante insinuando che questa stagione abbia macchiato irrimediabilmente quella scorsa iridata. Probabilmente non sarà vero e il tempo restituirà la grandezza di leggenda agli autori del Tricolore. Ora, in quel di Napoli, c’è però aria di rifondazione, in attesa del nuovo coach.Serie A - Napoli vs Lecce

La classifica di giornata
Con il pareggio odierno contro il Lecce (0-0), il Napoli lascia strada al Torino nella rincorsa per la Conference nonostante la sconfitta (3-0) sul campo dell’Atalanta. Adesso i granata guarderanno con interesse alla finale di questa settimana tifando per la Fiorentina, con i Viola che nell’anticipo di giovedì hanno battuto a domicilio il Cagliari (2-3). Con la vittoria dell’Atalanta, la Roma – sconfitta sul campo di Empoli (2-1) – viene tagliata fuori dalla Champions League, e farà compagnia alla Lazio che nel frattempo ha pareggiato 1-1 con il Sassuolo. Nella zona alta di classifica, incontri che valgono solo per onorare il campionato: Bologna sconfitto dal Genoa (2-0), Juventus vittoriosa contro il Monza (2-0), Inter e Milan fermati sul pari rispettivamente da Hellas Verona (2-2) e Salernitana (3-3). Nella zona calda, invece, è ancora in palio la salvezza per due squadre mentre una sarà condannata alla retrocessione: in virtù della sconfitta contro l’Udinese (0-1) e contemporanea vittoria dell’Empoli (2-1 contro la Roma), è il Frosinone di Di Francesco a cedere il passo alle altre e a lasciare la massima serie.
Ricapitolando i verdetti della Serie A 2023/24: Inter Campione d’Italia e conseguentemente qualificato in Champions League con Milan, Juventus, Bologna ed Atalanta; Roma e Lazio iscritte alla prossima Europa League; restano in attesa del proprio destino Fiorentina (in bilico tra UECL e UEL) e Torino (in attesa di sapere se ci sarà posto nella prossima Conference). Retrocessi in Serie B: Salernitana, Sassuolo e Frosinone.

Pagelle
Napoli: Meret 6; Di Lorenzo 6 (85′ Mazzocchi s.v.), Ostigard 6, Juan Jesus 6, Olivera 5.5; Anguissa 5, Lobotka 6, Cajuste 5.5 (65′ Osihmen 5.5); Politano 5 (46′ Ngonge 6.5), Simeone 5 (46′ Raspadori 5.5), Kvaratskhelia 6. All. Calzona 5
Lecce: Falcone 6; Gendrey 6.5, Baschirotto 6, Pongracic 6, Gallo 6 (64′ Piccoli 6); Almqvist 6 (55′ Gonzalez 5.5), Blin 6 (77′ Oudin s.v.), Ramadani 6, Dorgu 6; Berisha 6 (77′ Rafia s.v.); Krstovic 5.5 (55′ Pierotti 5.5). All. Gotti

I migliori
Ngonge 6.5: Dà vivacità alla manovra offensiva degli azzurri: Falcone prima, e la traversa poi, gli negano la gioia del gol.
Kvaratskhelia 6: Nella prima frazione naviga tra le linee alla ricerca dello spazio sul fronte d’attacco, ma quando è relegato sull’out di sinistra crea qualcosa in più. Ha l’occasione di sbloccare il match, ma la ciabatta via.
Gendrey 6.5: Riesce a contenere Kvaratskhelia, non un avversario semplice. Dà qualità alla ripartenza, soprattutto sul palo di Dorgu, trovando l’uomo tra le linee.
Di Lorenzo 6: Attento in fase di copertura, poco incisivo in fase di spinta. In una settimana abbastanza chiacchierata, esce tra i fischi alla fine di una stagione non indimenticabile, in un cambio poco comprensibile. Ma resta il condottiero dello Scudetto: giù le mani dal Capitano!

I peggiori
Simeone 5: Spreca l’ennesima occasione da titolare, resta poco incisivo. Chiude il campionato con una sola rete all’attivo
Anguissa 5: Gioca con poca grinta e non sfrutta la sua devastante fisicità. A tratti è irritante. Chiude una stagione – qualcosina in più a dire il vero – al di sotto delle sue potenzialità. AAA Cercasi vero Zambo.

Arbitro
Dionisi 6.5: Gara gestita con decisione e con personalità, ma la scarsa grinta in campo e i ritmi bassi gli rendono il lavoro più facile. La lista dei cattivi esce immacolata.

Nola, 28 maggio 2024