“La Bella Piazza”. Piazza Garibaldi, Ultima Fermata !!
“La Bella Piazza”. Piazza Garibaldi, Ultima Fermata !!
di Carlo Gimmelli
Presentato a Napoli il progetto “La Bella Piazza”, un esperimento co-gestione pubblico-privato per restituire Piazza Garibaldi alla città.
Piazza Garibaldi indossa l’abito della festa per la presentazione del progetto di affidamento ai privati della gestione dell’immensa area antistante la Stazione Centrale: presenti il sindaco Manfredi, il prefetto Di Bari e le più alte cariche di Polizia e Carabinieri.
Si tratta di un progetto pilota, sperimentale, che coinvolge il terzo settore nella gestione diretta della Piazza, da anni in condizioni comatose, ostaggio di clochard, balordi e malavitosi, un progetto, il primo in Italia, che in caso positivo potrebbe essere replicato in altre città italiane, a partire da Milano e Roma le cui Piazze ferroviarie versano in condizioni anche peggiori.
Per un giorno sparito il degrado e la sporcizia che da anni infestano l’agorà napoletana: aiuole potate a tempo di record, clochard sgomberati, squadre dell’Asia attive fin dall’alba per la passerella delle autorità e la successiva conferenza pubblica nella cavea antistante la stazione metro.
Piazza Garibaldi punto e a capo dunque: l’evidente fallimento della gestione pubblica del Foro napoletano, il primo impatto emozionale con la città per il fiume di turisti e non che da anni invade Parthenope, un desolante suk di malaffare e degrado umano, apre ordunque alla rigenerazione con una cooperazione pubblico-privato presentata martedì 8 ottobre nella Cavea della Piazza.
La vecchia stazione della ferrovia di Piazza Garibaldi Napoli
Piazza Garibaldi, per i napoletani (e i turisti) più che un luogo un simbolo, un’idea di centralità, caos, malaffare, traffico, mala integrazione ma, anche, opportunità, turismo, commercio, ospitalità.
Uno dei simboli della Napoli postunitaria, nata come punto di partenza del Risanamento sabaudo di quel “ventre di Napoli” mirabilmente descritto da Matilde Serao.
Sessantamila metri quadrati che, a partire dagli anni sessanta con la demolizione della monumentale Stazione ferroviaria e l’aumento esponenziale del traffico veicolare, l’hanno resa il vero snodo economico della città a metà strada tra lo scalo merci, le autostrade e lo storico centro commerciale diffuso di Piazza Mercato.
Va detto che la Stazione ferroviaria, fino al duemila crocevia di tutti i microtraffici illegali, droga, prostituzione, rapine etc., con il progetto commerciale di Grandi Stazioni è stata trasformata in una funzionale ed elegante galleria commerciale e Napoli Centrale è ormai un brand e hub internazionale da oltre 50 milioni passeggeri annui e un giro d’affari di oltre un miliardo di euro ma le aree immediatamente circostanti sono rimaste nel degrado assoluto.
Un dedalo di viuzze in aree problematiche (il Vasto, le case Nuove, Rione Luzzatti, Forcella) che con l’immigrazione extracomunitaria si sono fatte carico di una integrazione complicata; un agglomerato di commercio, turismo, affari, gastronomia ma anche traffici di ogni tipo, microcriminalità, povertà diffusa e, in ultimo, punto di riferimento di migliaia di extracomunitari irregolari intruppati dalla malavita locale come manodopera a buon mercato per ogni tipo di attività illecita.
Dopo decenni di abbandono con gli immensi spazi sotterranei , una città parallela invisibile, cannibalizzati da un esercito di zombie, tossicodipendenti, senza tetto e varia umanità, a partire dagli anni duemila, la grande illusione: il completo restyling dell’urbanista francese Dominique Perrault, la concezione di uno spazio di aggregazione, un’agorà contemporanea, affari e tempo libero con la benedizione (e l’interesse) delle Ferrovie dello stato (proprietarie della piazza).
La nuova concezione del pedonale sul veicolare: due soli assi viari est – ovest e un immenso spazio pedonale, da un lato la moderna galleria commerciale underground dall’altro il bosco urbano stilizzato , campi sportivi, parcheggio sotterraneo, chioschi gastronomici, un moderno teatro greco.
Tredici anni di lavori, l’inaugurazione a Natale 2019, era De Magistris, ma forse l’architetto francese non aveva fatto i conti con l’anarchia indigena e la rassegnata indigenza amministrativa: da subito la piantumazione del verde si è rivelata scarna e inadeguata, pochi alberelli rinsecchiti e arsi dal sole, aiuole selvagge ottimo rifugio per masserizie e cianfrusaglie dei diseredati che ciondolano in stato confusionale.
Una giungla d’asfalto (anzi di pietra lavica) che d’estate diventa incandescente, i giochi e i campetti sportivi vandalizzati dopo pochi mesi, una distesa di cemento ideale per i mercatini della monnezza gestiti da nordafricani e rom e, di notte, accampamento di tende e giacigli maleodoranti con annessi campi di battaglia per le risse giornaliere a colpi di bottiglie.
Una agorà di aggregazione diventata terra di nessuno anzi no, di balordi e disperati che neanche la presenza (simbolica) di militari e Polizia Municipale è riuscita a bonificare.
Oggi l’ennesima svolta, un esperimento voluto fortemente dal sindaco Manfredi, forse una ammissione di impotenza amministrativa, nato da un’idea dell’Associazione Est(ra) Moenia che ha coinvolto una trentina di cooperative sociali, comitati locali, associazioni di imprenditori e singole attività economiche che insistono sulla Piazza ma anche istituti di credito, Enti universitari, teatri, enti culturali, musei: tutti per l’ambizioso progetto di una rigenerazione sociale ed urbana, cura del verde, controllo del territorio, investimenti economici, attività sportive e culturali continuative.
Un milione di euro di investimenti dai privati per una gestione di quattro anni rinnovabili: previsto un servizio di manutenzione ordinaria delle aree verdi, la riapertura graduale degli otto chioschi oggi chiusi e vandalizzati, il ripristino degli ascensori per la Metro mai entrati in funzione, centri di ascolto e supporto per i tanti emarginati, mercatini gastro alimentari nelle ampie zone pedonali, concerti ed eventi culturali nella cavea, un presidio fisso della Polizia Municipale, ripristino delle aree giochi e sportive, info point per turisti e tanto altro.
Sarà la svolta o l’ennesima fiera dei sogni?
Napoli, 12 ottobre 2024