L’ evoluzione naturale nel mirabolante percorso di Piet Mondrian
L’ evoluzione naturale nel mirabolante percorso di Piet Mondrian
di Martino Ariano
L’aspetto delle forme naturali si modifica,
mentre la realtà rimane costante.
Per creare plasticamente la realtà pura
è necessario ricondurre le forme naturali
agli elementi costanti della forma,
e i colori naturali ai colori primari.
Piet Mondrian
Se si chiede ad un bambino di disegnare la Natura, lui disegnerà tra le prime cose un albero.
Tale immaginario diviene collettivo e l’albero diviene simbolo della natura e della vita.
Ho scelto tale elemento naturale anche perché lo scorso 21 Novembre è stata la Giornata Nazionale degli Alberi.
Tale ricorrenza, pensata già nel 1898 da Guido Baccelli, l’allora Ministro della Pubblica Istruzione, ha avuto la sua istituzione ufficiale con una legge ad hoc solo nel 2013.
Molti sono i progetti, le iniziative, le leggi locali, nazionali ed internazionali atte a tutelare, valorizzare e proteggere tale prezioso elemento naturale.
Tra le tante voglio porre alla vostra attenzione tre iniziative:
- ECOSIA: motore di ricerca, nato nel 2009, che mira a donare l’80% dei suoi introiti, mediante le ricerche effettuate dagli utenti e le pubblicità online, per sostenere progetti di riforestazione in varie parti del mondo.
Con sede a Berlino, è sostenuto da vari mortori di ricerca web e WWF.
Inoltre, il mese scorso è stata lanciata una carta di debito, chiamata TREECARD, le cui commissioni vengono devolute per progetti di rimboschimento.
- TREEDOM: unica piattaforma web al mondo che permette di piantare un albero a distanza e seguirlo online.
Fondata a Firenze nel 2010, ha piantato già più di 1 milione di alberi in Africa, America Latina, Asia ed Italia, e continua a dare la possibilità di adottare un albero, il quale, una volta piantato dai contadini locali, geolocalizzato e periodicamente fotografato, può essere custodito, controllato e addirittura regalato virtualmente.
- FROZEN TREES: un progetto, un’esposizione dell’artista e ricercatore Imanol Marrodán presentato nel 2013 nella Galleria Blanca Soto Arte di Madrid.
Tale progetto è centrato su una serie di fotografie, intitolata per l’appunto “Frozen Trees”, scattate durante il 2003, nel Parco Naturale di Urkiola, nei Paesi Baschi, in Spagna.
Il progetto non si limita a scattare foto suggestive di alberi completamente ricoperti di neve, quasi congelati, ma vuole porre ininterrottamente i riflettori su di essi.
Ciò è possibile grazie alla creazione di una mappa che geolocalizza ogni albero mediante codice QR e offre la possibilità di poterli osservare e contemplare comodamente stando a casa propria a tutte le ore del giorno.
Tutte queste iniziative sottolineano in maniera pratica e netta l’importanza che possiede un ALBERO.
L’albero:
è la cartina tornasole dello stato di salute dell’ambiente, della natura;
è l’orologio naturale che scandisce il tempo con il suo mutare durante le stagioni;
lavora, attraverso la fotosintesi, per rendere l’aria più respirabile;
produce frutti e materia prima per le attività umane;
sostiene intere montagne per non farle collassare su paesi e centri abitati;
colora le grigie città;
è la casa per molti animali.
Invece, noi uomini come lo ricambiamo, come lo ringraziamo per tutto ciò?
Lascio a voi la risposta.
Artisticamente è stato rappresentato in svariati modi e stili, ma emblematiche sono le opere che ho scelto di analizzare oggi.
Queste opere hanno in comune, oltre allo stesso soggetto, appunto un albero, anche lo stesso artista.
Ciò stupisce in quanto è evidente che lo stile di ogni opera è differente, ma essendo cronologicamente sequenziali, vanno a costituire nel loro insieme, alcuni tra i passaggi cronologici e stilistici più importanti della storia dell’arte.
Il padre di tutte queste opere?
Piet Mondrian.
Piet Mondrian è stato un pittore olandese, esponente del movimento artistico De Stijl, meglio conosciuto come Neoplasticismo, basato su opere astratte, essenziali e geometriche.
Le opere più conosciute e famose di questo artista sono formate da linee nere, che creano, con il loro intersecarsi, tanti rettangoli, solo alcuni colorati di rosso, giallo e blu, come nella Composizione N.1 con rosso e blu del 1931 visibile al Museo Thyssen di Madrid, Spagna.
Ma non tutti sanno che la sua traiettoria stilistica ha segnato tutte le tappe dell’arte contemporanea, evitandone solo alcune.
Se si vuole comprendere l’evoluzione stilistica di gran parte del Novecento, oltre a considerare Pablo Picasso, bisogna tenere in considerazione proprio Piet Mondrian.
Osservando in sequenza i dipinti possiamo notare come, nel giro di pochi anni, Mondrian abbia stravolto il suo stile pittorico, mettendosi sempre in discussione e alla ricerca di una espressione personale ed originale.
La sequenza includerebbe numerose opere, aventi nei più piccoli dettagli dei grandi cambiamenti e sviluppi stilistici, ma ho voluto selezionarne soltanto 4, non solo per il soggetto rappresentato, ma soprattutto per la loro evidenza stilistica:
(Olio su tela, 70×99 cm, Haags Gemeentemuseum, L’Aia)
La prima opera è intitolata Albero Rosso e rientra in pieno titolo nello stile impressionista. Di tale stile è proprio la stesura e la materialità del colore, la prima con le caratteristiche pennellate “veloci”, la seconda con l’applicazione di molto colore sulla tela.
Il dipinto mantiene una certa coerenza con la realtà, si riconosce, infatti, la raffigurazione di un albero, anche se la forma è un pò contorta e il colore insolito.
Si notino proprio i colori, il rosso dell’albero e il blu dello sfondo: fin dall’inizio Mondrian fissa uno dei cardini del Neoplasticismo, la riduzione della gamma cromatica ai soli tre colori primari (blu, rosso e giallo).
(Tempera su cartone, 75,5×99,5 cm, Haags Gemeentemuseum, L’Aia)
La seconda opera in ordine cronologico è intitolata Albero Blu.
La prima cosa che si nota è l’incongruenza tra il titolo, che vuole l’albero blu, e la rappresentazione che di blu non ha nulla. Infatti, gli unici colori presenti sono il giallo, il nero, il verde e il grigio.
In quest’opera Mondrian fa un piccolo passo verso l’essenziale, semplificando ulteriormente la figura dell’albero, evitando un disegno curvilineo e preferendo uno più geometrico, fatto di linee cromatiche brevi. Il risultato sembra essere una frammentazione visiva del colore, che rimanda indirettamente al Divisionismo.
Il colore è steso con semplici e piccole pennellate che si distribuiscono in maniera radiante dal centro dell’opera costituito dall’albero in controluce.
(Olio su tela, 80×109 cm, Haags Gemeentemuseum, L’Aia)
In questa terza opera Mondrian sperimenta il Cubismo.
Qui il soggetto della raffigurazione è maggiormente trasfigurato, seppur ancora riconoscibile. Linee curve ed archi si intersecano creando un motivo simmetrico. L’albero risulta appiattito e sintetizzato. Una sintesi grafica alla Cézanne.
La gamma dei colori è ristretta al grigio e al nero.
(Olio su tela, 78,5×107,5 cm, Haags Gemeentemuseum, L’Aia)
Con “Melo in fiore”, Mondrian dà inizio ufficialmente allo stile Neoplastico.
Ci ritroviamo dinanzi un insieme di linee curve che si sovrappongono in maniera elegante, schematica, metodica, e ci restituisce un albero minimalista.
L’unica nota “realistica” è l’utilizzo di varie tonalità di nero per dare una parvenza di profondità all’opera.
Infine, è da notare come le varie linee nere sembrino dei tagli sulla tela, forse un omaggio all’arte gestuale.
Mondrian affermava:
“La Natura (o ciò che ne vedo) mi ispira, mi mette, […] in uno stato emozionale che mi provoca un’urgenza di fare qualcosa, ma voglio arrivare più vicino possibile alla verità e astrarre ogni cosa da essa, fino a che non raggiungo le fondamenta delle cose.”
Attualmente le fondamenta delle cose vengono dimenticate o meglio, trascurate talmente tanto da dimenticarle.
Con fondamenta mi riferisco a quelle legate al posto che ci ospita da migliaia e migliaia di anni, quindi non sto considerando o sminuendo le fondamenta storiche, culturali o antropologiche, ma semplicemente mi riferisco a quelle geografiche, morfologiche e propriamente NATURALI.
Quelle che diamo per scontato.
Ce ne rendiamo conto solo quando creano delle crepe sui muri, nella terra, nell’aria, nell’acqua.
Solo allora andiamo in panico, siamo increduli, schifati, diventiamo nervosi e moralisti, eppure sappiamo benissimo l’origine, il motivo di tutto ciò, ma non vogliamo ammetterlo.
La colpa di quelle crepe è soltanto nostra.
Nostre sono l’Ignoranza o l’Omertà dinanzi agli stupri
perpetuati dall’Uomo alla Natura da secoli e secoli.
In questo periodo storico in cui una pandemia ci ha paralizzati e frenati, stiamo costantemente alla ricerca di risposte, antidoti, vaccini, soluzioni dinanzi ai tanti problemi e domande che ci sta ponendo la Natura con vari virus, cambiamenti climatici evidenti, sconvolgimenti naturali a scala mondiale e non più locale.
Eppure, anche in questo caso, anche dinanzi a questa pandemia, la risposta la conosciamo:
La vera pandemia è l’uomo!
Marzano di Nola, 23 maggio 2022