sab 23 NOVEMBRE 2024 ore 12.12
Home news europee e ambiente Investire 315 miliardi di euro per far ripartire l’economia dell’UE

Investire 315 miliardi di euro per far ripartire l’economia dell’UE

dalla redazione

Oggi la Commissione europea ha annunciato un piano di investimenti strategici da 315 miliardi di euro per rilanciare la crescita dell’Europa e ridare lavoro ad un maggior numero di persone.

Juncker ha spiegato che il piano si basa su tre pilastri:

- la creazione di un nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS) nel giugno 2015, finanziato con 21 miliardi di euro dal bilancio dell’UE e dalla mobilitazione di almeno 315 miliardi di euro in ulteriori investimenti dalla Banca europea per gli investimenti (BEI) nel periodo 2015-2017,

- la creazione di una “riserva di progetti”, accompagnata da un programma di assistenza, per incanalare gli investimenti dove sono maggiormente necessari, e

- una tabella di marcia per rendere l’Europa più attraente per gli investimenti ed eliminare le strettoie burocratiche.

La task force congiunta Commissione-BEI dovrebbe fornire un primo elenco di possibili progetti di investimento nel corso del mese di dicembre, onde avviare la creazione di una riserva europea trasparente di progetti. L’assistenza tecnica sarà rafforzata, di concerto con la BEI e i principali attori nazionali e regionali al fine di realizzare un “polo di consulenza sugli investimenti” che funga da sportello unico per i promotori di progetti, gli investitori e le autorità pubbliche di gestione.

Tutte le misure pertinenti devono essere adottate in modo tale che il nuovo Fondo europeo per gli investimenti strategici possa essere istituito entro la metà del 2015. Entro la metà del 2016 la Commissione europea e i capi di Stato e di governo faranno il punto sui progressi compiuti e, se necessario, valuteranno ulteriori opzioni.

Lodando il piano di investimenti Juncker, il presidente del gruppo PPE Manfred Weber (DE), ha dichiarato che “è meglio mobilitare il capitale privato invece di fare nuovi debiti”. Ha quindi sottolineato che gli Stati membri devono portare avanti le riforme strutturali, perché “se i procedimenti legali durano così a lungo come in Italia, se i mercati del lavoro sono troppo rigidi come in Francia e se le procedure di pianificazione si protraggono per mesi e anni come succede nel mio paese, non c’è da stupirsi che non ci siano investimenti”.

Il leader del gruppo S&D Gianni Pittella (IT), ha dichiarato che “avremmo voluto più denaro pubblico, più investimenti, ma questo è un buon punto di partenza”. Ha sottolineato che il suo gruppo non è interessato “alle valutazioni delle agenzie di credito – siamo interessati alla vita delle persone”. Ha inoltre ricordato a Juncker che il gruppo S&D lo ha sostenuto a condizione che si attui il pacchetto di investimenti e che il Parlamento sia pienamente coinvolto.

Riprendendo l’analogia dell’”innaffiatoio” fatta da Juncker per il pacchetto, il leader del gruppo ECR Syed Kamall (UK) ha chiesto “come si possa fare affinché si tratti di un annaffiatoio che stimola la crescita? Come possiamo essere certi che non si tratti di un diluvio governativo che lava via gli investimenti privati? Come possiamo fare in modo che non si tratti di un sistema privato di irrigazione che non viene mai attivata? Ciò di cui abbiamo bisogno sono risposte dettagliate ad alcune delle nostre domande .  Forse allora potremmo sostenere il vostro progetto”.

Guy Verhofstadt (BE), il leader del gruppo ALDE, ha sottolineato che gli investimenti devono essere sostenuti con riforme strutturali negli Stati membri. “Forse la riforma del mercato del lavoro dovrebbe essere una condizione per ottenere i fondi”, ha suggerito, evidenziando anche la necessità di completare i mercati comunitari del digitale, dell’energia e dei capitali. “In caso contrario, il capitale andrebbe perso su grande scala”, ha dichiarato. Verhofstadt ha infine suggerito di esentare da imposta l’utilizzo dei fondi, per attrarre più investimenti privati.

Rivolgendosi a Juncker, Dimitrios Papadimoulis (EL), in nome del gruppo GUE/NGL, ha dichiarato che “il pacchetto presentato sono solo parole a vuoto. 16 miliardi di euro provengono dal bilancio dell’UE e 5 miliardi di euro dalla BEI. Non c’è un solo euro di denaro fresco, lei ha promesso che creerà una sorta di effetto leva che moltiplica i fondi per 15. In questo periodo di stagnazione e recessione nella zona euro, non vi è nessun economista al mondo che può credere a ciò”.

Parlando in nome del gruppo Verdi/ALE, Philippe Lamberts (BE), ha dichiarato che il pacchetto di investimenti è “ben progettato”, pur sottolineando la necessità di “porre fine all’economia dei casinò”. Ha sostenuto che “lottare contro la frode e l’evasione fiscale” dovrebbe essere “parte integrante” del piano, sottolineando la necessità di passare a fondi di energia più verde all’interno dell’UE. “Non dovremmo dare a Putin e al suo sistema energetico un miliardo di euro al giorno”, ha concluso.

Patrick O’Flynn (UK) in nome del gruppo EFDD, ha dichiarato che Juncker sta sprecando inutilmente altro denaro, mentre il problema principale è che l’euro – come moneta unica – impedisce agli Stati meridionali dell’Unione europea di tornare alle valute nazionali che potrebbero essere deprezzate per creare condizioni più favorevoli per gli investimenti.

Il non iscritto Gerolf Annemans (BE) ha detto che il pacchetto di investimenti è “fondamentalmente un riciclaggio, un rietichettatura.  Si tratta di un annaffiatoio Hocuspocus, abracadabra, si tratta insomma denaro del monopoli”.

La commissione, ascoltati gli interventi in aula, ha  replicato con il vicepresidente Jyrki Katainen  il quale ha affermato che il nuovo piano dovrebbe massimizzare l’impatto sull’economia reale, sbloccare gli investimenti pubblici e privati in progetti reali e creare veri posti di lavoro. Ha anche sottolineato che i contributi degli Stati membri al piano saranno neutrali rispetto al Patto di stabilità e di crescita. Il piano dovrebbe inoltre incarnare un “nuovo approccio a livello europeo – per cambiare il modo in cui il denaro pubblico viene utilizzato”, in particolare sostenendo i prestiti più rischiosi.

 

 Strasburgo,26 novembre 2014