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Il terrorismo e la satira

di Manlio Maglio

Il cruento attentato operato dai terroristi dell’ISIS alla Redazione del settimanale satirico parigino “Charlie Hebdo”, nonostante siano stai attivati ben 88.000 agenti della Suretè, è costato la vita a molti redattori e disegnatori del giornale satirico Charlie Hebdo, reo – secondo i terroristi – di avere spesso pubblicato vignette fortemente irriguardose nei confronti della religione islamica, in cui si “offendevano” pesantemente Allàh e Maometto.

Il terribile attentato ha scosso profondamente la sensibilità del popolo francese che si è raccolto in una compatta manifestazione di solidarietà verso i giornalisti massacrati. Milioni di persone, uomini, donne e bambini, hanno sfilato per le vie di Parigi e di varie altre città della Francia, esponendo manifesti e gridando: “Je souis Charlie” .

A queste manifestazioni hanno partecipato, in segno di solidarietà, i Rappresentanti di tutte le nazioni europee ed extraeuropee. Peraltro, va detto che non tutti i francesi si sono dimostrati solidali con “Charlie”, anzi, molte personalità si sono dissociate dalla manifestazione , esprimendo il loro aperto dissenso: “Je ne souis pas Charlie”. Marie Le Pein, Jean Pierre Darnis, Brahim Maharad – per citarne alcuni – oltre a Alma Pantaleo , Marcello Inghilesi, Potito Salatto, Membro Bureau PPE Bruxelles, ….

Marie Le Peine (Esponente del Partito di Destra) ha detto: “Je ne sois pas Charlie”. La Le Peine ha espresso il proprio rifiuto di identificarsi con una rivista estremamente irriverente e provocatoria verso il potere, in tutti i sensi e verso le religioni.
Salatto – altro “Je ne souis pas Charlie” – ha preso le distanze dalla rivista satirica, ma ha condannato l’attentato terroristico e si è voluto identificare “con orgoglio”, da cittadino italiano e soprattutto europeo, con il popolo francese che è sceso in piazza, compatto e composto, a difesa della libertà di espressione come valore primario della sua democrazia.
Gli altri hanno dichiarato di voler condannare tutte le forme di violenza attuata da certi gruppi di fanatici pseudo musulmani che adorano un falso Allah, creato a proprio uso e consumo, per raggiungere un obiettivo di potere.

Papa Francesco, ha espresso il proprio dolore per gli atti terroristici e la sincera vicinanza alle famiglie delle vittime ed ha condannato fermamente il principio di compiere azioni belliche in nome di Dio, in qualsiasi modo possa chiamarsi, specialmente poi quando ci si serve di creature innocenti per compiere azioni di violenza e di morte.
Abbiamo ancora davanti agli occhi le immagini teletrasmesse di bambini e bambine, armati fino ai denti o imbottiti di esplosivo, addestrati per seminare terrore e morte.
Chi può fermare tutto questo? Solo il Padreterno? Sarà per questo motivo che Papa Francesco ha esortato a pregare molto per la pace.

Bergoglio però ha ritenuto necessario ammonire severamente i media affinchè rispettino le religioni, qualunque esse siano, perché ironie e satire sulla divinità offendono la sensibilità dei credenti che hanno messo il proprio Dio al di sopra di tutto. La libertà di espressione non può travalicare il limite di libertà di pensiero e di fede degli altri. Ogni libertà finisce dove comincia la libertà dell’altro. Diversamente si scade nel libertinaggio, nella violenza verbale o grafica; nel sopruso.

Napoli, 18 gennaio 2015