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Il sogno di Daniele De Rossi Capitano della Roma

di Raffaele Russo

Il capitano si racconta in una intervista alla rivista “Il Calciatore” Queste le sue prime considerazioni: ” Il sogno che mi rimane? Vincere qualcosa di importante con la Roma”. Dopo l’uscita del Campione Totti, la sua Roma viene architettata e ricostruita da lui, un guerriero che ancora oggi non molla, e, con fatica e determinazione, si mette a disposizione per la squadra.

Dice di non aver perso le speranze per vincere qualcosa di importante, finora in bacheca ha due Coppe Italia e una Supercoppa, lo scudetto, sfiorato almeno due volte, ma lui non molla, e anche se può essere un’ utopia, il sogno è che c’è ancora da vincere qualcosa di importante con la sua Roma.

Infatti dichiara: “Noi siamo forti, ma so che ce ne sono di più forti di noi, ma non posso smettere di sognare, anche perché questo vorrebbe dire che finirei per allenarmi più piano, mangiare peggio, andare a dormire più tardi. Mi piace la vita che faccio, e so già che soffrirò quando me ne staccherò. Al dopo ci penso, non voglio arrivare a svegliarmi una mattina e ritrovarmi a dire, che faccio adesso? Allora ci penso, senza togliere spazio e forze. Non mi piace la cravatta, mi vedo meglio ancora con gli scarpini ai piedi”. Allenare gli piacerebbe, partendo dai giovani come suo padre o magari da una panchina più importante: “Credo che fare il secondo potrebbe essere un qualcosa che mi andrebbe di fare, che so, con Di Francesco o Spalletti o altri con cui mi sono trovato bene”.

Quando arrivano le domande sulla Nazionale, lui Campione del Mondo del 2006, non si tira indietro, anzi racconta la sua versione, senza nessun addio:

“Penso si sia chiuso il ciclo per alcuni di noi, e del resto, quando si fallisce, bisogna pur sapere fare un passo indietro. Ora sceglieranno un nuovo allenatore, bisognerà vedere, ce ne sono di giocatori forti. Io però la Nazionale l’ho sempre vista come una famiglia e non è che abbia messo un paletto, punto e basta. Se capita, chissà se, l’allenatore si farà vivo con me, se ritiene che possa servire, che dica che c’è bisogno, allora… certo che gli anni sono quelli che sono, sempre 34″.

Un pensiero finale, De Rossi, lo dedica alla sua Ostia, che vive una situazione non facile, commissariata e portata alla ribalta dei media con un dispezzo che fa paura. I suoi genitori vivono ancora li, lui invece vi è stato fino ai 21 anni, ora vive al centro di Roma e sta bene dove sta.

Napoli, 21 febbraio 2018