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Il mio rapporto con lo zaino e la passione per i cammini. Fra poco si riparte
di Luca Bruschi

Luglio: ogni anno quando arriva questo mese estivo si accende il mio desiderio di partire, di mettermi in cammino. La meta? La decido quasi sempre in primavera, anche se il viaggio nella mia testa comincia molto prima.

I mesi che precedono il viaggio li carico di pensieri, immagini, aspettative perchè sono certo che il cammino mi farà scoprire nuovi angoli di Europa e di me stesso. E’ cosi dal 2005, da quando ho iniziato a trascorre le mie vacanze estive sui cammini: verso Santiago de Compostela, sulla Via Francigena, sulla via Podense, lungo il cammino di Stevenson e la Via Tolosana. La meta non è mai stata troppo importante per i miei viaggi slow, a ritmo di 4km all’ora, l’importante è sempre stato il contatto con la strada, con i sentieri, con le culture e le tradizioni locali. Amo perdermi su queste vie, amo rinascere su questi cammini.

Come ci ricorda La Breton: “Camminare è inutile come tutte le attività essenziali. Atto superfluo e gratuito, non porta a niente se non a sé stessi, dopo innumerevoli deviazioni”.

Sono pronto ad accettare gli imprevisti, le strade interrotte, la pioggia o il caldo afoso. Non pretendo nulla. Ma sono certo che alla fine, come ogni volta, riceverò ben di più di quanto ho lasciato sul cammino. Ora eccomi qui, di nuovo pronto a ripartire: quest’anno le mie gambe ed il mio zaino transiteranno sul cammino portoghese, non so ancora se attraverso il percorso ufficiale oppure seguendo la costa, lungo il mare. Come sempre, molta improvvisazione e poche certezze.
Entro nella fase in cui inizio a pensare al mio zaino, compagno di viaggio per alcune centinaia di chilometri. Cosa mettere in questo zaino, tra cose materiali ed immateriali?

1. Zaino leggero. Cerco di non superare 8kg. Qui dentro ci starà tutto il mio mondo. L’essenziale, non mi serve nient’altro. Un consiglio. E’ sempre utile avere un buon libro, quello che magari leggi durante la siesta in un bosco al pomeriggio o la sera prima di addormentarti. Nello zaino metto sempre anche tante delle mie paure, debolezze, fragilità. Si alleggeriscono durante il percorso.

2. Informazioni di base sul luogo che si va a scoprire, la cultura locale, il cibo, le tradizioni, la storia.

3. Scarpe tecniche ben collaudate e con molti chilometri alle spalle. Il miglior biglietto da visita per presentarsi sul cammino ed evitare fastidiosi imprevisti ai piedi, essenziali per il nostro viaggio.

4. Reparto infermeria e soccorso di primo livello: dedico a questo aspetto molta attenzione, sapendo che è utile avere la necessaria attrezzatura per combattere il caldo, le zanzare, trattare sapientemente le vesciche con cerotti, ago, filo e disinfettante.

5. Taccuino e macchina fotografica (oppure semplice smartphone). Le foto e gli appunti di viaggio sono preziosi, soprattutto una volta che questo viaggio sarà finito e andremo a riviverlo anni dopo. Ci aiuteranno a riprendere intimamente ogni momento del nostro viaggio. Negli ultimi anni ho imparato a memorizzare nella mente le bellezze che la natura ci offre: mi fermo a contemplare uno scorcio di paesaggio per un minuto, in silenzio. Poi chiudo gli occhi per trenta secondi e provo a delineare quel fotogramma nella mia bacheca della memoria, dove per sempre rimarrà presente, in modo indelebile.

6. Bivi e imprevisti. Ami i bivi lungo il cammino, quelli in cui sei indeciso e fai “testa o croce”. Spesso a posteriori mi accorgo di aver scelto il sentiero più lungo, ma alla fine ho potuto assaporare un angolo di natura selvaggia, un'oasi termale naturale, un incontro inaspettato, un albero di frutta pronto ad aspettarmi, un luogo dove ascoltare l'acquaa che scorre di un ruscello.

7. Fermarsi almeno una notte a dormire sotto le stelle, con il sacco a pelo o in una tenda, a contatto con la natura. Non dimentichiamo che il cammino è di per sé un’autentica scoperta della natura, in essa siamo immersi e con essa ci riconciliamo, assorbendone le energie. Rimanere a dormire su un prato, la notte, è una sorta di esperienza ancestrale che ci lega al cordone ombelicale di Madre Natura.

8. Iniziare almeno una tappa prima dell’alba. Il risveglio troppo presto non è mai troppo semplice, ma viene poco dopo ripagato dalla gioia infinita dell’assistere al sorgere del sole durante il cammino. E' una delle cose al mondo per cui vale la pena vivere. E’ una rinascita.

9. Essere curiosi, voler scoprire ogni angolo che il cammino ci porta a scoprire. Incontrare le persone locali in un bar e fare due chiacchiere quando prendi un caffè, assaporare la cucina e vino locale, cercare di capire la lingua, i dialetti e le espressioni che si utilizzano. Una cosa che da sempre mi affascina è quella di arrivare a piedi in un borgo, villaggio, città. Ciò cambia la nostra percezione con la cultura locale.

10. Rallentare il ritmo. Prendersi la cosa più importante che oggi abbiamo e che spesso ci sfugge: il tempo. Per riflettere, per pensare, per decidere, per ascoltarci, per conoscerci, per stare in silenzio, per scrivere, per andare incontro a chi cammina al nostro fianco, per sorridere. Camminare con altre persone al fianco, anche compagni di viaggio appena conosciuti, trasmette un indelebile legame con queste persone. Si dice che camminare un giorno intero con una persona, equivale a sette anni di amicizia vissuta insieme.

Cosa mi piace di più di questi cammini? La dimensione umana, il rapporto con la natura, la consapevolezza dei propri limiti, il ritorno alle cose essenziali: l’alba, il silenzio, il tramonto, la notte, l’acqua, i ruscelli, le colline, gli incontri, la condivisione, la tolleranza, la gratuità. Amo farmi sorprendere da tutte queste cose, ogni volta. In questo universo trovo così anche io un piccolo spazio infinitesimale dove mi sento vivo rispetto all’immensità di un mondo che mi oltrepassa, mi stupisce, mi affascina e rimane avvolto in un meraviglioso mistero.

Ah, dimenticavo, c'è un’altra cosa di cui non potrei fare a meno lungo il cammino: sono i piccoli piaceri che esso regala, come trovare more fresche o lamponi lungo il percorso, una birra artigianale e un gelato a fine tappa. Hanno sempre un sapore diverso.

Buon cammino!

15 luglio 2016