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Codacons Campania

“E’ assurdo e paradossale esaminare il testo licenziato alla camera e porlo in raffronto con quello divenuto Legge dello Stato con il voto al Senato. Difatti ci si accorge che alcuni comuni vengono eliminati dall’elenco di quelli destinatari delle misure adottate con la Legge varata. Uno per tutto dice l’avv. Michela Izzo del Codacons Campania – che si sta occupando del dramma della terra dei fuochi con attività di sensibilizzazione delle istituzioni, nonché vicino ai cittadini per la promozione dell’azione collettiva di risarcimento- è il comune di San Felice a Cancello (CE). Ciò si rivela un attacco alla dignità dei cittadini che nonostante vivono in un comune che lo studio Sentieri (studi o epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento, finanziato dal Ministero della salute svoltosi tra il 2007 ed il 2010) inserisce tra i 57 siti definiti di “interesse nazionale per le bonifiche”, proprio sulla base dell’entità della contaminazione ambientale, del rischio sanitario e dell’allarme sociale. Aree queste tra cui San Felice a Cancello in cui le persone sono esposte a rischio malattie, tutte mortali: tumori, malattie respiratorie, malattie circolatorie, malattie neurologiche, malattie renali. L’inquinamento, dunque in tale area- afferma lo studio “sentieri”- è dovuto a causa di vari fattori: dalla presenza di discariche, ai sito di stoccaggio, siti d trattamento e soprattutto discariche illegali e siti in cui i rifiuti tossici che vengono dati alle fiamme. Una situazione catastrofica dove nelle province di Napoli e di Caserta si registrano aumenti di malattie letali. Non a caso proprio i siti presenti in San Felice a Cancello risultano dagli atti parlamentari, richiamati ampiamente nelle inchieste condotte dalla Procura di S. Maria C.Vetere ed ampiamente documentate anche da “Il Giornale di Caserta” in una inchiesta giornalistica condotta dalla direttrice dott.ssa Nardi, nonché già conosciuti da qualche anno dalla Regione Campania ed individuati quali destinatari di necessari interventi di bonifica, sino ad oggi risultati lettera morte solo per assenza di fondi.
Proprio oggi che avrebbe dovuto con tale legge, la cittadinanza di San Felice a Cancello, finalmente tirare un sospiro di sollievo perché avrebbe significato che in primis sarebbe stata riconosciuta tale situazione catastrofica ambientale e dunque avrebbe usufruito della necessaria attenzione con lo screening sanitario della popolazione, nonché sarebbe rientrata nella mappatura delle bonifiche e dunque veder finalmente tali siti altamente inquinanti oggetto di interventi seri e radicali; resta fuori illegittimamente ed arbitrariamente da un provvedimento legislativo che costituisce l’inizio di una nuova consapevolezza politica e sociale della vera tutela dell’ambiente e della salute.
Dunque il Codacons-dice l’Avv. Izzo – non può tacere dinanzi a tale arbitraria esclusione, rivolgendosi chiedendosi quanto si sono adoperate le autorità territoriali circa gli adempimenti dovuti, atteso che nonostante abbia il L’Ente comunale istituito una commissione sulla terra dei fuochi, non ha scongiurato l’esclusione di San felice a Cancello dall’elenco dei comuni interessati. Inoltre lunedì verrà sottoposta al Presidente del Senato, al Presidente del Consiglio, e delle Commissioni parlamentari competenti, nonché al Presidente della Repubblica una formale istanza volta a richiedere gli opportuni chiarimenti circa l’esclusione invitando ad attenta analisi degli elementi reali e conosciuti volti a suffragare le ragioni della legittima inclusione di San Felice a Cancello tra i comuni destinatari della legge. I cittadini di questa terra meriteranno attraverso il Codacons una risposta, non possono patire le conseguenze dell’inquinamento ambientale esistente da anni in due siti presenti sul territorio ed addirittura non vedersi riconoscere dalla legge le misure ad oc varate, solo perché chi di dovere non ha ben sottolineato e/o rappresentato la reale situazione, che mai è stata trascurata quale riflesso sulla salute come dicevamo anche dagli studi ordinati dal Ministero della salute”.

10/02/2014