Il M5S chiede la verifica dei rifiuti interrati e la bonifica per la ex discarica Cantarella di Mondragone, interrogazione al Senato
Il M5S chiede la verifica dei rifiuti interrati e la bonifica per la ex discarica Cantarella di Mondragone, interrogazione al Senato
Roma 21 Dicembre 2017, dal MoVimento 5 Stelle al Senato della Repubblica è stata inviata un’interrogazione al Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, sulle problematiche ambientali che interessano il Comune di Mondragone (Caserta) e la ex discarica denominata Cantarella aperta nel 2004 e mai bonificata.
La prima firmataria dell’atto ispettivo è la portavoce pentastellata Vilma Moronese, già capogruppo in Commissione Ambiente e da oggi ufficialmente anche capogruppo del MoVimento 5 Stelle al Senato, che ha inviato un’interrogazione scritta al Ministero dell’Ambiente sulle problematiche della discarica comunale Cantarella, una discarica creata nel 2004 dal Comune che doveva essere temporanea, ma ad oggi mai bonificata.
La Cantarella è l’ennesima ferita aperta del nostro territorio – spiega la Moronese – dove le istituzioni mostrano tutta la loro inadeguatezza. Dalla documentazione in nostro possesso, risulta che non esisterebbe una raccolta del percolato, ed emerge dall’ultima relazione dell’ARPAC del 23 novembre scorso che fuoriescono ancora fumarole tossiche. Secondo noi va verificata anche la tipologia dei rifiuti interrati, perché è davvero anomalo che vi siano questi fumi ininterrottamente da 13 anni.
La Cantarella era una cava dismessa, utilizzata dal Comune di Mondragone come discarica temporanea nel 2004, e successivamente acquisita al patrimonio indisponibile del Comune nel 2015. In passato ha subito 3 incendi, già dal 2004, dove la magistratura ha accertato anche il dolo.
“Ci rivolgiamo al Ministero dell’Ambiente affinché intervenga, non è possibile che quel sito si possa ancora accedere liberamente perché privo di una recinzione, e non venga segnalato in modo chiaro, che lì si sprigionano gas pericolosi per la salute – continua la Moronese – i cittadini chiedono con forza e rabbia la bonifica perché temono per la loro salute, lo hanno fatto manifestando in città nel mese di novembre scorso e le loro ragioni sono anche le nostre. In realtà molti temono che vi siano interrati rifiuti diversi da quelli urbani, per questo noi chiediamo di fare delle verifiche, come chiediamo anche delle indagini approfondite sulla possibile contaminazione della falda e sullo stato di salute della popolazione residente in quella zona conclude la Moronese”.
La vicenda della Cantarella di Mondragone, viene costantemente seguita dal MoVimento 5 Stelle anche in Regione Campania, dove il consigliere Vincenzo Viglione ha cercato più volte con interventi anche in commissione ambiente di spronare la stessa Regione a muoversi velocemente si tratta dell’ennesimo assurdo caso in cui siamo costretti ad intervenire su criticità ambientali che si trascinano da anni – spiega il consigliere Viglione – per il totale disinteresse della politica e delle istituzioni che tendono a vivacchiare di interventi non risolutivi e di propaganda elettorale da parte degli attori di turno. Nel frattempo, il tempo passa, il problema si aggrava e si arriva al punto da rendere l’intervento meno sostenibile economicamente e più complicato sul piano pratico.
Roma, 21 Dicembre 2017
MORONESE , DONNO , PUGLIA , CIOFFI , LUCIDI , MORRA , CASTALDI , NUGNES , CRIMI – Al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare. -
Premesso che a quanto risulta agli interroganti:
Cantarella è una cava dismessa (di proprietà privata fino al dicembre 2015, poi acquisita e inserita nel patrimonio indisponibile del Comune di Mondragone) utilizzata dal Comune di Mondragone (Caserta), a partire dall’aprile 2004, quale sito di temporaneo deposito di rifiuti solidi urbani raccolti presso il territorio comunale;
il sito ricadeva nell’ambito dell’ex SIN (sito di interesse nazionale per le bonifiche) “Litorale Domitio Flegreo ed Agro Aversano”, già individuato con legge n. 426 del 1998 e poi declassato a sito di interesse regionale con decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio, reg. prot. n. 7 dell’11 gennaio 2013. Risulta inoltre censito nel piano regionale delle bonifiche (PRB) della Regione Campania, adottato con delibera della Giunta regionale n. 129 del 27 maggio 2013, nell’ambito dell’Allegato 4 – Tabella 4.2 “Elenco recante il Censimento dei Siti Potenzialmente Contaminati nel SIN “Litorale Domitio Flegreo ed Agro Aversano” (CSPC SIN), con i codici 1052A027 e 1052A028;
nel corso del 2009, per effetto di determinazione dell’amministrazione comunale n. 98 del 16 marzo 2009, un laboratorio privato realizza una serie di campionamenti (20), tra il 28 aprile ed il 29 aprile 2009, e relative analisi chimico-fisiche aventi ad oggetto i “rifiuti assimilabili agli urbani combusti misti a terreno” rinvenibili presumibilmente (non si hanno notizie in merito alle profondità e metodiche di campionamento) nei pressi della superficie del sito e finalizzati alla caratterizzazione di “pericolosità” del rifiuto stesso, ai sensi del decreto legislativo n. 152 del 2006 e alla verifica dell’ammissibilità in discarica (test di cessione secondo il decreto ministeriale 3 agosto 2005). Dal piano indagini preliminari realizzato dalla Geoproject Srl emergerebbe che solo 3 campioni su 20 totali presentano concentrazioni di metalli pesanti, solventi, idrocarburi, IPA e PCB, tali da poterli considerare “rifiuto speciale non pericoloso” ammissibile a smaltimento in discarica non pericolosi (CER 191302). Tutti gli altri campioni (17), dai rapporti di prova redatti denotano concentrazioni, diffuse presso l’intera area, molto elevate di metalli pesanti, quali soprattutto mercurio (Hg), piombo (Pb), rame (Cu), e di idrocarburi totali, IPA e PCB, tali da far ritenere tali rifiuti quali “rifiuti speciali pericolosi” con classi di pericolosità H6 (tossico), H7 (cancerogeno), H13 (sensibilizzanti) ed H14 (ecotossico), smaltibili in discarica pericolosi (CER 191301);
considerato che, in base alle informazioni in possesso agli interroganti:
durante le attività di rilievo propedeutiche alla redazione del piano delle indagini preliminari dell’ottobre 2013 di tutto il sito, si è provveduto ad avviare una campagna di monitoraggio delle temperature al suolo e della composizione delle cosiddette “fumarole” provenienti, in alcuni punti, dalla combustione interna dei rifiuti. Da tale rilevazione emergerebbe la presenza di fumi di idrogeno solforato (H2S) un gas molto tossico, infiammabile, incolore, più pesante dell’aria. L’idrogeno solforato è una sostanza estremamente tossica, in quanto irritante e asfissiante, può infatti causare asfissia cellulare, attraverso l’inibizione del sistema citocromo ossidasi, in maniera simile al cianuro. Poiché viene rapidamente assorbito per via inalatoria, i sintomi compaiono quasi immediatamente dopo una esposizione, l’H2S svolge anche un’azione irritante sulle membrane mucose. L’inquinamento delle acque con idrogeno solforato provoca la moria di pesci; l’effetto sulle piante non è acuto, ma cronico per la sottrazione di microelementi essenziali per il funzionamento dei sistemi enzimatici;
come si evince dal piano indagini preliminari della Geoproject Srl, è necessario sottoporre a monitoraggio significativo tali parametri;
gli unici interventi effettuati sull’area riguardano la costipazione ed il livellamento dell’area con posizionamento di terreno vegetale, attività effettuata di tanto in tanto dal 2014 fino a tutt’oggi (in media una volta l’anno), come testimoniano diverse determinazioni dirigenziali, con le quali si affidava tale servizio ad alcune ditte locali;
come si evince tra l’altro dalla relazione di sopralluogo n. 51/CA/2017 redatta dai tecnici dell’ARPAC (Agenzia regionale per la protezione ambientale Campania) il 23 novembre 2017, a seguito del sopralluogo effettuato sul sito il 16 novembre 2017, in corrispondenza della frattura del terreno vi è un’emissione gassosa costituita da fumi di combustione dei rifiuti sottostanti, emissione molto percettibile all’olfatto. A ciò si aggiunga che in prossimità dell’ingresso vi sono abbandonati rifiuti speciali non pericolosi e pericolosi, come ad esempio imballaggi contenenti residui di oli per motori. La relazione suddetta prescrive l’immediato intervento per provvedere allo spegnimento della combustione e a rimuovere i rifiuti abbandonati in modo da smaltirli per tipologia di appartenenza;
considerato inoltre che a quanto risulta agli interroganti:
la fuoriuscita delle “fumarole” tossiche continuano incessantemente dall’anno 2004;
le iniezioni di biossido di carbonio gassoso (CO2) effettuate dalla Geoproject Srl nel 2013, che avrebbero dovuto interrompere le fuoriuscite delle fumarole e quindi dei gas, non hanno avuto l’effetto sperato, in quanto il fenomeno perdura sino ad oggi;
per spegnere le fumarole, il Comune di Mondragone ha effettuato lavori di riporto, compattazione e costipazione di terreno vegetale, in modo sempre più frequente, come si comprende dalle ultime determine di pagamento emesse dall’ente in favore di alcune ditte che hanno operato gli spegnimenti, tra cui le determine n. 428 del 24 aprile 2015, n. 1225 del 27 settembre 2016, n. 594 del 19 aprile 2017, n. 1427 del 23 agosto 2017, n. 1934 del 12 dicembre 2017;
il 19 novembre 2017 si è svolta una manifestazione nella città di Mondragone, organizzata dal comitato “Marcia per la Vita 2017″, formato da più associazioni, per chiedere alle istituzioni di effettuare le bonifiche dei territori inquinati ed in particolare per il sito della Cantarella;
considerato, infine, che, a parere degli interroganti:
sarebbe necessario intervenire con urgenza sulla discarica Cantarella, ed effettuare, oltre agli interventi imprescindibili per la messa in sicurezza permanente o la bonifica, anche ulteriori interventi (cosiddetti carotaggi), al fine di individuare le tipologie di rifiuti sotterrati, per stabilire in modo definitivo se risulti o meno la presenza di rifiuti tossici e nocivi, che giustificherebbero il perdurare da oltre 13 anni dell’esistenza continuativa delle fumarole;
come anche indicato nel piano di indagini preliminari della Geoproject Srl, è necessario costruire una recinzione perimetrale per impedire il libero accesso al sito, apponendo anche apposita segnaletica di pericolo, in quanto le “fumarole” tossiche potrebbero causare danni alla salute delle persone e degli animali. Inoltre dalla documentazione relativa ai sopralluoghi effettuati dall’ARPAC emerge un continuo abbandono di rifiuti nel sito, cosa che verrebbe sicuramente limitata dall’apposizione della predetta recinzione,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto;
se esista e sia in funzione un impianto di raccolta e recupero del percolato prodotto dalla discarica;
se intenda adottare iniziative, anche di concerto con il Comune di Mondragone, per apporre una recinzione perimetrale con apposita segnaletica di pericolo per impedire l’accesso al sito;
se intenda adoperarsi per sollecitare la Regione ad avviare urgenti operazioni di bonifica del sito, nonché azioni per stabilire la tipologia dei rifiuti interrati;
se, considerata l’alta permeabilità della roccia calcarea in cui insiste la discarica, intenda richiedere indagini approfondite sulla falda e sulla sua possibile contaminazione, nonché sullo stato di salute della popolazione residente nella zona interessata dalla discarica.