Il lato B dei paesaggi
Il lato B dei paesaggi
di Giulia Di Nola
Un tempo, in quello che si faceva, pensava, diceva e scriveva ci si “metteva la faccia” sapendo, soprattutto, che il coraggio d’ogni nostra forma espressiva derivava dalla consapevolezza d’ una solida base culturale.
In un mondo, come quello contemporaneo, completamente risucchiato dalla virtualità dei social network, sembra, invece, che postare il nostro lato B abbia surclassato, addirittura, ogni tipo di immagine, ormai considerata obsoleta e dica molto dello stesso volto umano.
Una nuova moda è giunta, tirannica, dall’Inghilterra, quella dei Cheeky Exploits; consiste nel pubblicare su Instagram le proprie foto, di spalle, col sedere nudo possibilmente immersi in paesaggi mozzafiato dalla dubbia esistenza. Lo chiamano body art e non dovrebbe avere nessuna finalità erotica ma ha lo scopo di regalare al mondo la felicità e per questo milioni di persone si sono letteralmente gettate nella discutibile tendenza.
Ciò ha incrementato il numero degli iscritti al social, di quelli, insomma, desiderosi di alleviare le pene inflitte dalla valle di lagrime in cui viviamo; come è anche in netta crescita il numero di alcune patologie psichiche tra le quali il voyerismo e l’esibizionismo.
Napoli, 20 febbraio 2017