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Il dilemma dell’onnivoro. Il cibo sta diventando altro.
di Pasquale Falco

Prendete solo
ciò che vi occorre,
altrimenti dovrete buttare
via ciò che vi resta

 

 

toto'Sull’intero pianeta Terra nel 2020 tra 720 e 811 milioni di persone hanno affrontato la fame, questo è quanto emerge dal Rapporto “State of Food Security and Nutrition in the World 2021” SOFI 2021

Il Rapporto, frutto del lavoro congiunto, di Food and Agriculture Organization  FAO, International Fund for Agricultural Development (IFAD), UNICEF, Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite PAM e OMS sullo stato della sicurezza alimentare e della nutrizione nel mondo espone la prima valutazione globale basata sull’evidenza dell’insicurezza alimentare cronica nell’anno in cui la pandemia di Covid-19  è emersa e si è diffusa in tutto il mondo

A conti fatti, è emerso che nel 2019 sono stati circa 161 milioni di individui che hanno dovuto affrontare la fame cronica.

Il segretario generale dell’Onu, António Guterres, ha detto che: “I nuovi, tragici dati indicano che il mondo è tremendamente fuori strada per raggiungere gli Obiettivi di sviluppo Sostenibile ( SDGs ) entro il 2030.  I costi elevati, insieme a livelli costantemente alti di povertà e disparità di reddito, continuano a tenere le diete sane fuori dalla portata di circa 3 miliardi di persone, in ogni regione del mondo”.

Alla luce di queste premesse è diventato estremamente importante la buona riuscita del Food Systems Summit, che si terrà afalco 5 settembre.

La diffusione della fame nel mondo è in aumento da diversi anni, ma dai dati emerge che nel 2021 non si riesce a garantire un diritto basilare per tutte le donne e gli uomini del mondo.

In tutto ciò, il maledetto virus non ha fatto altro che peggiorare la cose, consolidando il triste primato di essere il collante tra disuguaglianza, povertà, cibo e malattie. 

Guterres, inoltre, evidenzia, che: “Il cambiamento climatico è sia un motore che una conseguenza della fame. La nostra guerra con la natura include un sistema alimentare che genera un terzo di tutte le emissioni di gas serra ed è anche responsabile fino all’80% della perdita di biodiversità.  E la fame spinge i conflitti”.

Carissimi, grassocci e ipernutriti di tutti il mondo è tempo di mantenere le promesse fatte in tanti bei discorsi che fate rosolandovi al sole, protetti dalla vostra protezione 50 UV.

In tanta opulenza, non è più pensabile che miliardi di persone soffrano la fame.

Il Glossario sostenibile de La Voce: Nutraceutica

Migliorare la qualità della vita, il benessere delle persone e prevenire
le patologie croniche sono importanti sfide sociali ed economiche
per i Paesi occidentali. Per rendere ciò sostenibile non ci si può
basare solo sull’assunzione di farmaci ed è per questo che negli ultimi
anni è aumentata l’assunzione di preparati contenenti composti
bioattivi di origine naturale. Tali prodotti, detti nutraceutici,
sono sempre più utilizzati per mantenere sia il benessere fisico che
le capacità cognitive. Un nutraceutico è un alimento-farmaco, ossia
un alimento salutare che associa a componenti nutrizionali selezionati
per caratteristiche quali l’alta digeribilità e l’ipoallergenicità,
le proprietà curative di principi attivi naturali di comprovata
e riconosciuta efficacia. Le sostanze nutraceutiche sono normalmente
derivate dalle piante, dagli alimenti e da fonti microbiche.
Esempi di nutraceutici sono i probiotici, gli antiossidanti, gli acidi
grassi polinsaturi (omega-3, omega-6), le vitamine e i complessi enzimatici.
Storicamente il mercato dei nutraceutici iniziò a svilupparsi
in Giappone durante gli anni ‘80, in contrapposizione con le
erbe naturali utilizzate come medicine per secoli in tutta l’Asia.

Il lungo lavoro preparatorio per il vertice di settembre ha dato voce alle donne e agli uomini di tutto il mondo alle loro esperienze, mettendo in condivisione progetti e modelli per spianare la strada  alle loro idee per dare impulso al lavoro dignitoso, migliorare l’accesso alla tecnologia e ripristinare il rapporto dell’umanità con il pianeta.

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Insomma, a realizzare quella transizione verde da tanti auspicata e ricercata.

Il cibo unisce, crea comunità, incentiva la socialità e soprattutto realizza un mondo più sicuro, più equo e quindi più sostenibile.

  “…Il coltivare e custodire
non comprende solo il rapporto
tra noi e l’ambiente, tra
l’uomo e il creato, riguarda
anche i rapporti umani…Questa
cultura dello scarto tende
a diventare mentalità comune,
che contagia tutti. La vita
umana, la persona non sono
più sentite come valore primario
da rispettare e tutelare,
specie se è povera o disabile, se
non serve ancora, come il nascituro,
o non serve più, come
l’anziano. Questa cultura
dello scarto ci ha resi insensibili
anche agli sprechi e agli
scarti alimentari, che sono ancora
più deprecabili quando in
ogni parte del mondo, purtroppo,
molte persone e famiglie
soffrono fame e
malnutrizione”
.

Papa Francesco

 

Il cambiamento dei sistemi alimentari è: “Un’opportunità per guidare il progresso in tutti gli SDGs. Lavorando insieme e abbracciando le trasformazioni necessarie, possono essere guariti sia le persone che il pianeta. Se vogliamo affrontare l’emergenza climatica, garantire una migliore salute e benessere delle persone, superando anche le disuguaglianze, dobbiamo trasformare i nostri sistemi alimentari”.

E’ quanto sostiene Amina Mohammed, vice segretaria generale dell’Onu, ha detto nel suo intervento al Nigeria National Consolidatory Dialogue.

Napoli, 12 agosto 2021