mar 26 NOVEMBRE 2024 ore 02.28
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Guerra senza fine. Attacco dei ribelli Houthi contro la capitale saudita.
di Maria Teresa Luongo.

Alfano: “L’Italia condanna con la massima fermezza gli ulteriori attacchi di cui i ribelli yemeniti Houthi si sono resi responsabili contro il territorio saudita”

Il ministro degli Affari Esteri ha così commentato l’attacco missilistico di mercoledì scorso, quando un missile balistico diretto contro la capitale saudita è stato intercettato e distrutto nei cieli di Riad.

Gli Houthi sono un gruppo armato sciita yemenita che controlla, dal settembre 2014, la capitale Sana’a. Dopo aver costretto il presidente Hādī alle dimissioni e poi alla fuga ad Aden, hanno lanciato un’offensiva per estendere il loro controllo nelle provincie meridionali fino ad arrivare il 25 marzo 2015 proprio alle porte di Aden, sede del governo di Hādī.
Per fermare l’avanzata degli Houthi- alleati con le forze fedeli all’ex presidente Ali Abdullah Saleh- è interventa militarmente l’Arabia Saudita per restaurare il deposto Hādī, tuttora presidente riconosciuto dalla comunità internazionale.

Tali attacchi, che possono provocare altre vittime tra civili inermi (…) alimentano l’escalation miltare, allontanano la ripresa del dialogo e le prospettive di una composizione negoziata del conflitto in corso nello Yemen(…). L’Italia ha appoggiato sin dall’inizio l’impegno delle Nazioni Unite per la pace in Yemen e continuerà a sostenere con convinzione l’operato del nuovo Inviato Speciale Onu, Martin Griffiths” ha detto Alfano.

Eppure anche la coalizione a guida saudita sta compiendo inenarrabili crimini in Yemen.

Lynn Maalouf, direttrice di Amnesty International per le ricerche sul Medio Oriente, si è così espressa:
Vi sono ampie prove che trasferimenti irresponsabili di armi alla coalizione a guida saudita hanno causato danni enormi alla popolazione civile yemenita. Ma questo non ha indotto Usa, Regno Unito e altri paesi- tra cui Francia, Italia e Spagna- a porre fine alle loro sistematiche forniture, del valore di miliardi di dollari, che hanno devastato le vite civili facendosi beffe del trattato globale sul commercio delle armi”.

Già, perché in un’inchiesta del 2017 (titolata “Bombe italiane, morti yemenite”), il famoso quotidiano americano New York Times ha documentato il viaggio delle armi dalla Sardegna all’Arabia Saudita. Quindi l’Italia arma l’Arabia Saudita che bombarda lo Yemen. Ma la ministra Pinotti, all’epoca, si giustificò ricordando che in Yemen c’è una coalizione della lega Araba autorizzata dall’Onu, “questo non è un giudizio etico (…) tutto è stato fatto secondo le regole”.

Dal sito di Amnesty International leggiamo “secondo i dati forniti nel febbraio 2018 dall’Ufficio dell’Alto commisario per i diritti umani delle Nazioni Unite, dal marzo 2015 in Yemen sono stati uccisi almeno 5.974 civili e ne sono stati feriti altri 9.493. L’Ufficio per il coordinamento degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite (Ocha) ha dichiarato che oltre 20 milioni di persone, ossia l’80% della popolazione yemenita, hanno bisogno di aiuti umanitari”.

Speriamo che il ministro Alfano, e chi poi lo succederà, possa condannare con “massima fermezza” anche i bombardamenti sauditi, di cui siamo- in un certo senso- complici.

Napoli, 14 aprile 2018