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Gnoti sauton: conosci te stesso.
di Giulia Di Nola.

Oggigiorno i mezzi di comunicazione sociale nascono come funghi ma questo, spesso, non coincide con la nostra capacità di comunicare ben più complessa del connettersi a una rete e condividere idee e/o sensazioni.

Non è sufficiente, infatti, che in nome della libertà si dica la propria perché un dialogo sussista e perché una conversazione non si trasformi in attrito e dunque in aggressione verso persone con pareri divergenti dal nostro.

Dialogare è interazione. E’ anche quello sforzo di accostamento all’altro cercando di legare ciò che, invece, è lontano senza perdere di vista le posizioni personali.

Dialogare, dunque, nel rispetto di sé e degli altri, non è né scavalcare l’altro, imponendosi, né fare in modo che l’altro ci seppellisca, bensì prendere a cuore le ragioni altrui anche se in disaccordo con le nostre.

Dialogare, andando oltre le nostre vedute, è arricchimento e capacità di aggancio tra noi, tra la nostra cultura e l’input che ci viene fornito.

Dialogare è porsi in ascolto, è sforzo che si fa per capire con chi stiamo avendo a che fare, è amare l’altro, è anche amare noi stessi specie se si pensa che la prima forma di dialogo interiore, è la capacità, comune a tutti, di sognare: la più terapeutica, la più liberatoria. Fatta di materiale onirico essa è comunicare con noi stessi, conoscersi attraverso il passato e sperando nel futuro.

Una forma che ci rende sempre più consapevoli del fatto che anche se esiste un mondo di paure, impulsi e fantasmi fluttuanti questo linguaggio ci aiuta a moderare gli istinti interrogandoci e infine costituisce un freno per i nostri desideri più distruttivi.

Napoli, 2 novembre 2018