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Giocate Come Volete Ma Non Fateci Del Male
di Luigi Antonio Gambuti

“Non lasciamoci imprigionare dalla tentazione di rimanere soli a piangerci addosso per quello che succede..non lasciamoci intrappolare dalle macerie della vita”.  Di seguito, l’invito a “sollevare le macerie e a ricostruire con pazienza e con speranza.”

Riporto, come incipit della mia riflessione, le parole che il Papa ha pronunciato a Carpi, nel modenese, in occasione della sua visita ai centri terremotati.

Le sue parole, frutto di un’analisi severa e di una forte fede nelle capacità dell’uomo, si possono serenamente utilizzare per rivolgere ai “signori della politica e ai responsabili della pubblica amministrazione, un invito a non tirarsi indietro di fronte agli ostacoli e di non dismettere mai la speranza di potere ricostruire -dopo le tante macerie prodotte da eventi imputabili all’uomo e alle calamità naturali- un assetto di convivenza civile che tenga nella giusta considerazione le esigenze di tutti e di ciascuno. Così come dovrebbe essere un regime che vuole definirsi autenticamente democratico.  Dovrebbe,  si ribadisce.

E non per caso.

Mai come in queste ultime ore ci si allarma per ciò che mette in crisi la tenuta democratica, e con essa la pacifica ed equilibrata tenuta sociale . Da ogni angolo della terra spirano venti populisti, autoritari, isolazionisti, quanto gravidi di minacce diffuse a tutto campo. Dalla politica trumpiana, tracciata su una serie antistorica di provvedimenti, che caratterizzano la nazione prima al mondo in termini di progresso e di civile convivenza, vengono segnali preoccupanti: la barriera con il Messico, le sanzioni ai paesi mediorientali; il divieto di importare merci dai paesi europei; la difficile diplomazia con la Russia di Putin, che si snoda tra le difficoltà create apposta per destabilizzare il clima di convivenza pacifica costruito faticosamente negli ultimi 20 anni,  si passa ai difficili rapporti con la Cina e con il vicino dittatore nordcoreano che terrorizza il mondo intero con le minacce supportate dal possesso degli ordigni nucleari.  Per non dire degli atti terroristici di Londra, Sanpietroburgo e di Stoccolma, la strage dei bambini siriani per gas tossici e di queste ore l’attacco missilistico americano. Tutto questo al netto di attentati, terrorismo e delinquenza comune, catastrofi naturali e malcostume diffuso nelle sedi del potere costituito per esigenza di legge, non fa altro che legittimare l’esortazione papale: “non mollare, non piangiamoci addosso”; dobbiamo reagire per ricostruire un assetto civile sicuro e soddisfacente sotto i diversi aspetti della quotidianità.

Restringendo il campo della nostra osservazione, torniamo alle vicende di casa nostra , quelle che più di altre riempiono i palinsesti di televisioni e di giornali. I partiti si preparano al grande appuntamento che attende milioni di elettori chiamati alle urne l’anno prossimo venturo.

Nel bailamme frutto della confusione che regna suprema in questi ultimi tempi in ogni organizzazione di partito (?) si coglie appieno l’incapacità di trovare punti di riferimento che possano soddisfare le esigenze della comunità e l’assenso di coloro i quali sono chiamati ad operare in tale senso.
Confusione, incertezza, compromessi, risse da condominio e beccate da cortile, fanno da trama ai tanti talk show e alle tante riunioni indette per recitare, contestare, pronunciare, difendere e /o attaccare quelle che dovrebbero essere le proposte per progettare, promuovere e realizzare una condivisibile e fruttuosa cultura di governo della cosa pubblica.

Tutti i partiti e tutti i movimenti ne sono interessati.

Tralasciamo di riportarne in dettaglio i segnali più significativi. Dal mondo mediatico ed eterodiretto dei soldatini grillini, alle figure ectoplasmatiche della destra che cambia pelle ad ogni cambio di stagione; dalle scontate elucubrazioni di Silvio Berlusconi che ancora una volta le spara grosse in quanto a promesse che sa di non mantenere per ragioni ovvie di contenimento della spesa pubblica, soffermiamoci per un attimo, ma solo per un attimo, alle vicende del partito democratico, impegnato in questi ultimi giorni nella frequentazione dei circoli per eleggere i delegati di primo livello in vista della decisiva tornata elettorale del 30 aprile, quando l’apertura dei gazebo “incoronerà” il nuovo segretario nazionale del partito.  Dai primi risultati, l’avanzata di Matteo Renzi mette fine ad ogni ulteriore competizione.  Non c’è partita, ha detto qualcuno, e ha ragione. Il divario di consensi è talmente ampio che, a parte un miracolo dell’ultima ora, non determina alcuna preoccupazione nel giglio magico che rappresenta la corte dell’ex presidente quattrovolteventi. Ce lo troveremo, che si voglia o non si voglia, buono o cattivo che sia, ancora una volta a tracciare e a indirizzare il futuro politico-amministrativo del nostro paese.

Come se la vicenda del nefasto referendum istituzionale non fosse mai accaduta, tutto si comporrà come prima, con un rischio che, a nostro avviso, va tenuto in rilevante considerazione.

Ci si rivolge alle varie anime del partito democratico. Vi siete divise nelle elezioni di circolo in tre tronconi perché tre erano i concorrenti a giocarsi la partita.

A bocce ferme, e anche dopo il 30 aprile, una cosa non va assolutamente sottovalutata.

Chiunque esso sia a detenere il possesso del partito; chiunque sia colui che non avrà avuto successo nelle competizioni elettorali preliminari giocate in questo mese, si metta d’accordo con gli altri per lavorare in sinergia, con dialettica costruttiva e con impegno comune e condiviso, per un solo obiettivo: il bene del paese.

Renzi, Orlando ed Emiliano, con tutti i seguaci che ne hanno condiviso e sostenuto la lunga campagna elettorale ancora in corso, facciano tutti gli sforzi consentiti per diventare un corpo solo che, pur nel dovuto rispetto per le originalità di ciascuno, possa rappresentarsi dentro e fuori il cortile di casa come un unico progetto politico-amministrativo, difeso e condiviso, promosso e realizzato per il bene di tutti gli italiani, senza discriminazioni di corrente e di partito.

Napoli, 7 aprile 2017