Giancarlo Siani, Giornalista Martire, Icona della Legalità e per la Formazione degli Studenti
Giancarlo Siani, Giornalista Martire, Icona della Legalità e per la Formazione degli Studenti
di Enzo Di Micco
Dibattito appassionante e ricco di significato sociale e culturale, mercoledì 10 giugno nella sala convegni di Palazzo delle Arti. Qui, infatti, si è discusso di legalità fino a proporre la commercializzazione dei prodotti provenienti dal lavoro delle Cooperative sui terreni confiscati alle mafie. Ma poi, la discussione “ssociata” nel mestiere del giornalista minacciato di morte o, per meglio dire, quando l’informazione è fatta bene, dimostra che può dare fastidio. Dalla minaccia si è passati a discutere di vera e propria morte dei giornalisti martiri, diventati simbolo della legalità e per la formazione degli studenti. Con tale tale performance, il presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania, Ottavio Lucarelli, ha aperto i lavori ricordando, appunto, il trentesimo anniversario dalla morte del giovane giornalista Giancarlo Siani, che il 10 giugno del 1985 fu trucidato a colpi di pistola sotto casa mentre era a bordo della sua Mehari. Giancarlo aveva osato narrare attraverso i suoi articoli fatti e circostanze, ingegni e logiche di potere dei clan della malavita campana, associata per certi versi con la mafia siciliana di Totò Riina. Il forum, al quale hanno partecipato circa 400 giornalisti, è stato promosso e organizzato dalla Fondazione Pol.i.s. (Politiche integrate di sicurezza per le vittime innocenti della criminalità e i beni confiscati) e dall’Ordine dei giornalisti della Campania.
Ma l’iniziativa, dal titolo “In viaggio con la Mehari, (automobile di Siani) rientra nell’ambito dei seminari di aggiornamento professionale dei giornalisti italiani.E questa figura del giornalista dinamico, onesto, volenteroso quale era Siani, è diventata anche attenuante di discussione sulle vittime innocenti della criminalità. Tema di primaria ispirazione per il quale è nata la Fondazione Poli. i.s. Il sodalizio prende in carico le vittime innocenti della criminalità ed i loro familiari, offrendo loro sostegno psicologico, legale e fiscale. La Poli.i. s. Svolge, inoltre, attività finalizzate a mantenere viva la memoria delle persone vittime innocenti della violenza criminale. Al seminario hanno relazionato, la cronista de “Il Mattino” Daniela Limoncelli, il vicepresidente della Fondazione Polis e vicario episcopale per la Carità e la Pastorale Sociale della Diocesi di Napoli, don Tonino Palmese, il segretario generale e il responsabile della comunicazione della stessa Fondazione, rispettivamente Enrico Tedesco e Salvatore Buglione. Moderatore, Geppino Fiorenza, presidente del comitato scientifico fondazione Poli.i.s.
Napoli, 10 giugno 2015