Fragili. Giovanni Della Pietra. Nola
Fragili
di Giovanni Della Pietra
La Fiorentina mantiene a distanza gli azzurri
Nell’anticipo del venerdì sera che apre la penultima giornata di Serie A 2023/24, si affrontano Fiorentina e Napoli alla ricerca del medesimo obiettivo: la qualificazione alla Conference League. All’Artemio Franchi, il match termina con il risultato 2-2: in rete Amir Rrhamani, che apre le marcature, e Khvicha Kvaratskhelia; nel mezzo i gol di Cristiano Biraghi e di M’Bala Nzola. Con tale pareggio, la Fiorentina mantiene a distanza gli azzurri nella corsa all’ultimo posto disponibile per la qualificazione europee – corsa a cui si è aggiunto anche il Torino – con le speranze azzurre ridotte al lumicino in ottica ultima giornata.
Preview del match
La Fiorentina ha ancora degli obiettivi raggiungibili in questo finale di stagione, lasciando aperte due strade per raggiungere l’Europa: se da una parte si è ormai vicini alla finale di Atene contro l’Olympiakos, che garantirebbe l’accesso alla prossima Europa League, d’altra parte la Viola sta facendo strada anche in campionato per la qualificazione europea, mettendo a referto tre vittorie nelle ultime quattro disputate (1 sconfitta, 2-1 contro l’Hellas Verona). Tra le mura amiche, la Fiorentina non conosce il KO da 5 partite – battuta dal Milan per 1-2 – e di sicuro la difesa non dà il meglio di sé all’Artemio Franchi, giacché la Viola subisce rete dal 29 Dicembre 2023 – data in cui batté il Torino per 1-0.
Dall’altro versante della montagna, con la sconfitta con il Bologna, il Napoli ha allungato a cinque la sua sequenza di partite senza vittorie – 3 pareggi e 2 sconfitte – confermando che gli azzurri chiuderanno la stagione fuori dalle prime 7 posizioni per la prima volta dal 2008/2009 – ultima volta in cui il Napoli non si è qualificato per l’Europa. Ma tutte le strisce sono fatte per essere interrotte.
Se è vero questo concetto, allora il tecnico Francesco Calzona può aspirare a non subire rete per la prima volta da 15 partite; se anche la Viola dovesse scalfire la retroguardia azzurra, sarebbe solamente a -1 dal record negativo nella competizione che risale tra al periodo Agosto 1997-Gennaio 1998 (17 in quel caso).
Seppure il Napoli presenti il 4° rendimento esterno in Serie A quest’anno, i partenopei non trovano la vittoria lontano dal Maradona da 2 match – con l’ultimo sussulto che risale al 2-4 contro il Monza.
Per quanto riguarda i precedenti, gli ultimi 7 incontri in tutte le competizioni, sono caratterizzati da un sostanziale equilibrio: 2 vittorie per gli azzurri, 2 vittorie per i gigliati e 3 pareggi. In questa stagione, Napoli e Fiorentina si sono già affrontati in due occasioni: 3-0 per i partenopei in Supercoppa e 1-3 per i Viola al Maradona nel match di andata. In caso di vittoria della Viola, diventerebbe la seconda squadra ad ottenere il bottino pieno nei match tra andata e ritorno contro i Campioni d’Italia quest’anno – già l’Empoli è riuscita in questa impresa.
Finisce sotto i riflettori Matteo Politano, che seppur non trova la rete contro la Viola da ben 5 match, ha siglato nella sua carriera 4 reti alla Fiorentina – solamente contro Genoa e Milan ha fatto meglio. L’esterno azzurro avrà una motivazione in più: riscattare il penalty sbagliato contro il Bologna.
La partita
Nel percorso di avvicinamento al match dell’Artemio Franchi, mister Italiano recupera almeno per la panchina, gestendo in vista della finale di Atene, l’attaccante italiano Andrea Belotti e l’esterno ivoriano Jorko Ikone. Unico assente tra i convocabili per il match contro il Napoli è il lungodegente Riccardo Sottil, alle prese con una frattura alla clavicola, che lo ha costretto a terminare in anticipo la sua stagione.
Rispetto alla vittoria sul Monza, il tecnico Italiano compie una mini-rivoluzione: con il portiere Terracciano e i centrali difensivi Martinez Quarta e Milenkovic come zoccolo duro della retroguardia viola, Dodô e Biraghi coprono i lati della linea difensiva. Nel cuore del campo confermato Arthur, ma ad affiancarlo questa volta c’è Giacomo Bonaventura. Nella linea dei trequartisti, unico superstite della vittoriosa esperienza contro i brianzoli è Nico Gonzalez, affiancato quest’oggi da Lucas Beltran e Christian Kouame, alle spalle di un confermato e ritrovato M’Bala Nzola.
Tra le fila del Napoli, invece, gli assenti crescono giorno dopo giorno e nell’infermeria, oltre al già infortunato Piotr Zielinski, alle prese con un problema al polpaccio, si aggrega il terzino portoghese Mario Rui, il portiere in seconda Pierluigi Gollini e soprattutto l’attaccante nigeriano Victor Osimhen, per un risentimento muscolare. Assente dell’ultimo minuto è il capitano Giovanni Di Lorenzo, vittima di una gastroenterite. Quindi anche mister Calzona è costretto a puntellare la formazione vista contro il Bologna: al posto del debilitato Di Lorenzo, chance per Pasquale Mazzocchi; mentre tra i centrali Leo Ostigard viene preferito a Juan Jesus. Confermatissimo il centrocampo, anche per pochezza delle alternative; nel tridente offensivo, Giovanni Simeone rileva il posto dell’acciaccato Victor Osimhen.
Questa volta è il Napoli a partire con il piede sull’acceleratore è al 7’ è già avanti: corner di Politano su cui svetta Amir Rrhamani, il quale sigla la rete dello 0-1. Gli azzurri sentono l’effetto benefico del vantaggio: difende compatto e costringe la Viola a rischiare la giocata dai difensori, ciò fa sì che gli azzurri creino numerose azioni, tra cui spicca il tiro a giro di Kvaratskhelia che termina leggermente alto sopra la traversa.
Al 24’, prima vera occasione per la Fiorentina, con un break di Dodô, che recupera palla a metà campo e conduce fino all’area di rigore dove scarica per Beltran, che però calcia centralmente. Al 38’, il Napoli concede un calcio di punizione per un ingenuo tocco di braccio di Lobotka; Biraghi pennella la punizione dal limite dell’area, che tocca la traversa e termina in rete, per il gol del pareggio (1-1). Trascorrono circa due minuti e la Fiorentina la ribalta: in un disimpegno difensivo, Politano regala palla in uscita a M’Bala Nzola, che indirizza la sfera all’angolino, dove Meret non può arrivare.
L’inerzia del match è a tinte viola, quindi la Fiorentina ha anche l’occasione di incrementare il proprio vantaggio: con Nico Gonzalez che riceve palla da Dodô, e tenta il tiro sul palo lontano dove interviene però Alex Meret.
Al 57’, Khvicha Kvaratskhelia dipinge una traiettoria che sa di capolavoro da un calcio di punizione da posizione defilata su cui non riesce ad intervenire Terracciano.
L’umore degli azzurri risente del pareggio ottenuto e prova a sfoderare un altro colpo al mento della Viola: Mazzocchi riceve palla sulla destra e tenta il cross basso, Kvaratskhelia con il velo libera al tiro Politano, che però centra il palo alla sinistra di Terracciano.
Altra chance a tinte azzurre con il Napoli che in pressione alta riesce a recuperare palla su un rinvio sbilenco di Terracciano, con Politano che prova il tiro sul primo palo, ma l’estremo difensore gigliato gli nega la gioia del gol.
Al 79’, Amir Rrhamani sfiora la doppietta personale, quando incorna sul corner calciato da Raspadori, staccandosi sul primo palo. Sul capovolgimento di fronte, Nico Gonzalez imbuca per Belotti, l’arbitro Marchetti vede un contatto in area di rigore tra Lobotka e Belotti e segnala il penalty. Successivamente il direttore di gara viene richiamato dal VAR per un OFR, da cui si evince che il contatto non c’è e che il centrocampista slovacco sfiora per primo la sfera.
La Fiorentina, negli ultimi minuti di gioco, alza il baricentro e costringe il Napoli a giocare palla lunga: proprio su una di queste, Bonaventura buca l’intervento e apre la strada ad Anguissa, per servire in area di rigore Raspadori, con il tiro che passa a qualche centimetro di distanza dal palo.
L’immagine conclusiva del match è un Artemio Franchi in festa che celebra l’ultima partita in casa di questo campionato, caricando i suoi calciatori in vista della finale di Atene.
Il punto Della Pietra
Fiorentina – Napoli è una partita che vive di momenti, ma che nel complesso si lascia guardare. Mette in bella mostra una squadra – la Fiorentina – che vive l’incontro con il Napoli come una tappa di avvicinamento a quella che sarà una delle date più importanti della storia recente del club viola, per vendicare la sconfitta nella finale di Praga dello scorso anno e, dall’altro lato, mette in evidenza una formazione – il Napoli – con evidenti problemi mentali e di autostima e la disamina del match non può trascendere dal saliscendi umorale degli azzurri.
Contrariamente a quanto accaduto nella sfida contro il Bologna, questa volta è il Napoli ad incanalare subito la partita sui binari giusti con il colpo di testa vincente di Rrhamani. Forte del vantaggio, il Napoli si difende corto e compatto, lasciando poco spazio di manovra della Fiorentina, seppur schiacciato nella metà campo dal palleggio della Viola. Ma basta poco per fare crollare il castello costruito dalla squadra di Calzona: quel poco si concretizza con una punizione pennellata da Biraghi, che dopo il bacino alla traversa si insacca nella porta difesa da Meret. Gli azzurri, colpiti nel vivo, iniziano a perdere le misure e, pochi minuti dopo, in un disimpegno difensivo poco ortodosso regalano palla a M’Bala Nzola in area di rigore, che non si fa pregare e trasforma quell’occasione nella rete del sorpasso viola (2-1). Anche dall’intervallo, il Napoli sembra tornare lungo, poco compatto e a tratti spaesato e con poche idee offensive. La sliding door del morale azzurro è il suo numero 77, che dai 30 metri dipinge una traiettoria su calcio di punizione che termina nell’angolo alto della porta. L’episodio positivo dà nuova garra agli azzurri che sfiorano anche il gol del nuovo vantaggio centrando il palo.
La Fiorentina mantiene a distanza il Napoli in classifica in vista della qualificazione alla prossima Conference League, e si prepara in vista della finale di Atene, dando minutaggio ad alcuni calciatori che dovevano recuperare una buona condizione. Il Napoli invece dimostra per l’ennesima partita che non riesce a reagire agli episodi negativi, se non aggrappandosi alle giocate di Kvaratskhelia, da cui non può prescindere in questa fase così delicata. E che il termine di questa stagione nefasta, rappresenti un punto anche dal punto di vista mentale per ritornare nei vertici del calcio italiano.
La classifica di giornata
La Fiorentina con questo pareggio contro il Napoli (2-2), mantiene gli azzurri a due punti di distanza nella lotta per il posto Conference. Si inserisce nella battaglia, anche il Torino vittorioso contro il Milan – ormai aritmeticamente secondo – con il risultato di 3-1. La Lazio si ferma sul pari contro un’Inter (1-1) in festa in attesa di alzare il trofeo dello Scudetto. La vittoria dell’Atalanta contro il Lecce (0-2) certifica la qualificazione in UEFA Champions League, rendendo ininfluente la vittoria della Roma contro il Genoa (1-0). Nelle parti calde di classifica, il verdetto di giornata è la retrocessione in Serie B del Sassuolo, in virtù della sconfitta casalinga contro il Cagliari (0-2) – che ottiene la matematica salvezza – e del pareggio tra Empoli ed Udinese (1-1) e la vittoria del Frosinone sul campo del Monza (0-1). Doppio Monday Night: uno decisivo in zona salvezza, in cui l’Hellas Verona sfiderà la Salernitana all’Arechi; l’altro utile per delineare la classifica nelle posizioni Champions, Bologna – Juventus.
Le pagelle
Fiorentina: Terracciano 6; Dodo 6.5, Milenkovic 6.5, Martinez Quarta 5.5, Biraghi 6.5 (78′ Parisi 5.5); Arthur 6 (87’ Maxime Lopez s.v.), Bonaventura 6; Nico Gonzalez 6, Beltran 5.5 (78′ Mandragora s.v.), Kouamé 5 (67′ Ikoné 5.5); Nzola 6.5 (67′ Belotti 5.5). All. Italiano 6.5
Napoli: Meret 6.5; Mazzocchi 6, Rrahmani 6.5, Ostigard 6, Olivera 5.5; Cajuste 6, Lobotka 6, Anguissa 5.5; Politano 5.5 (76′ Ngonge 6), Simeone 5 (76′ Raspadori 6), Kvaratskhelia 7 (86’ Lindstrom s.v.). All. Calzona 6
I migliori
Kvaratskhelia 7: Ha le sue difficoltà nell’affrontare Dodô e soprattutto nel contenerlo quando è costretto a difendere. In fase offensiva, è lo sbocco principale della manovra azzurra: nelle prime fasi di match lascia le fiamme sulla fascia, ma cala sotto i colpi duri degli avversari. Pennella un capolavoro dalla distanza su calcio di punizione: da balzare dalla sedia!
Dodô 6.5: In difesa, soffre le incursioni di Kvaratskhelia nelle prime fasi, poi lo tiene a bada con le cattive. In fase offensiva, è una fucina di occasione con i suoi cross che avrebbero meritato sorte migliore.
Lobotka 6: Lo scontro tra le menti con Arthur finisce con un pari: i due si annullano a vicenda, aumentando la marcatura quando l’avversario è in possesso del pallone. Recupera meno palloni del solito, ma orienta verso l’esterno diversi contropiedi viola rivolti verso la porta. Controlla male il rimbalzo dal cui tocco con il braccio, nasce il calcio di punizione dell’1-1. Intervento rischioso sul penalty per i gigliati poi revocato.
Cajuste 6: I limiti tecnici sono evidenti, e il paragone con Zielinski, che sta sostituendo è anche ingeneroso nel risultato. Ma al momento è uno dei pochi a metterci quel quid in più nei contrasti. Peccato per le due occasioni capitategli e non concretizzate.
Ostigard 6: Senza infamia e senza lode ed è un grande progresso. Svetta su ogni pallone che giunge nella sua metà campo con impatti dolorosi ad alta quota. L’impostazione non è proprio il suo forte.
I peggiori
Simeone 5: Prima frazione di gioco di estremo sacrificio: pressa e combatte, ma il baricentro arretrato del Napoli dopo il vantaggio non lo aiuta a trovare palloni giocabili. Nella ripresa, sciupa un contropiede gustoso, con una conclusione velleitaria. Chance non sfruttata!
Belotti 5.5: Tenuto in panca per recuperarlo in vista della finale di Conference, Italiano gli concede 30′. Combatte come al solito, e quest’oggi entra con l’inciampo facile, che quasi crea un penalty: il VAR aggiusta le cose.
Arbitro
Marchetti 5: Non la sua migliore serata: approccia con un metro di giudizio tutto suo, prova a fare giocare ma è molto ondivago nella valutazione dei falli e dei cartellini. Inverte qualche fischio e qualche fallo non lo vede. Il VAR lo salva dalla topica di giornata.
All’ottavo minuto, in occasione della rete dello 0-1, Rrhamani si appoggia senza spingere su Martinez Quarta e l’arbitro giudica regolare. Il VAR è tagliato fuori, in quanto l’intensità della spinta è valutabile solo dall’arbitro di campo.
In occasione del gol del pari, c’è un fallo non ravvisato di Dodô su Kvaratskhelia, su capovolgimento di fronte c’è il fallo di mano di Lobotka. Il VAR non può intervenire trattandosi di calcio di punizione e non avrebbe potuto nemmeno in caso di penalty perché non vi è immediatezza avendo cambiato più APP.
All’80′, sull’imbucata di Nico Gonzalez per Belotti, l’arbitro vede un contatto di Lobotka col Gallo e decreta il penalty. Il VAR revisiona l’azione e non riscontrando alcun contatto richiama all’OFR l’arbitro: rigore revocato.
Nola, 20 maggio 2024