Fiato sul collo. Giovanni Della Pietra. Nola
Fiato sul collo
di Giovanni Della Pietra
Nel posticipo della 24^ giornata, la capolista ospita la sorpresa Udinese: allo stadio Maradona è Napoli – Udinese. La gara termina con il risultato di 1-1: alla rete di McTominay risponde la prodezza di Ekkelenkamp, il tutto nel giro di 3′.
Highlights
Primo tempo dinamico che si apre con diverse occasioni da rete: al tiro di Thauvin, con parata di Meret, risponde la conclusione di Politano, con salvataggio di Sava. Ancora ci prova l’Udinese con il tentativo volante di Lucca su suggerimento di Thauvin, ma non trova lo specchio della porta. I friulani si mostrano pericolosi a più riprese sugli sviluppi di calcio d’angolo prima con Karlstrom e poi con Bijol. È proprio da corner che il Napoli trova il vantaggio con l’incornata di McTominay, ma subito dall’altra parte del campo Ekkelenkamp pesca l’angolino con una sassata pregna di effetto che trafigge Meret, ristabilendo l’equilibrio. Nella ripresa latitano le occasioni: Napoli vivo solo con il tiro dal limite di McTominay che sibila alto sulla traversa.
Il punto Della Pietra
Napoli – Udinese è una dimostrazione di applicazione difensiva da parte dei friulani, senza però disdegnare la possibilità di pungere gli avversari partenopei. L’Udinese non si intimorisce dinanzi al Napoli primo in classifica e piazza una prestazione ottima, contro gli azzurri spenti e prevedibili. Ma andiamo per gradi: Conte si schiera con l’ormai canonico 4-3-3, con Mazzocchi adattato a terzino sinistro per far fronte alle assenze che hanno colpito la corsia, per il forfait di Oliveira e Spinazzola. Lato Udinese, mister Runjaic cuce su misura un 4-4-2 con linee molto strette per presidiare la zona centrale e allo stesso tempo limitare l’azione degli esterni, mentre Thauvin e Lucca indirizzano l’azione di costruzione dei partenopei lontano da Lobotka, tampinandolo in ogni fase di gioco. Vengono a mancare nello scacchiere di Conte, i movimenti tipici di Oliveira, che viene dentro al campo per liberare Neres dalla marcatura avversaria, uno dei pochi che avrebbe potuto mandare in tilt il sistema bianconero: indicazioni che Mazzocchi non riesce a riprodurre.
Dai primi minuti di gioco, la gara promette fuochi d’artificio con azioni pericolose da una parte e dall’altra, che mettono in evidenza gli estremi difensori. Con lo scorrere dei minuti, questo ritmo forsennato si affievolisce e il Napoli inizia a subire la fisicità degli avversari: sia in fase di costruzione, dove il blocco basso udinese costringe il Napoli ai cross su cui svettano marcantoni della stazza di Bijol e Solet; sia in fase difensiva, dove i friulani si mostrano spesso pericolosi da palla inattiva. È paradossale come proprio da un corner derivi il vantaggio del Napoli, con il colpo di testa di McTominay che stacca al di sopra di tutti. Vantaggio che però dura pochissimo a causa di un errore di comunicazione della difesa partenopea, che però fa solo da cornice alla conclusione meravigliosa di Ekkelenkamp. La cadenza incendiata della prima frazione di gioco rallenta nella ripresa, complici le numerose e durature interruzioni che limitano lo sviluppo dell’azione: infatti le occasioni pericolose si contano sulle dita di una mano. Nell’ultimo stint di partita, il Napoli prova ad inserite forze fresche per aumentare la pressione offensiva, ma l’apporto qualitativo non è lo stesso e, coadiuvato dalla perdita di equilibrio degli azzurri, l’Udinese riesce a gestire il pallone mettendo in cassaforte il pari.
Gli azzurri frenano nuovamente dopo il pareggio di Roma, contro una squadra che ha messo in difficoltà la retroguardia partenopea, come non accadeva proprio dalla sfida di andata. È evidente come ancora una volta siano mancate le alternative per dare una sterzata al match che, dopo la rete del pari, sembrava andare verso un destino ormai segnato. Manca poco allo scontro diretto con l’Inter, e i Campioni d’Italia in carica proveranno a fare sentire la loro pressione.
L’Udinese, invece, naviga in acque tranquillissime, lontane dalla zona calda che l’anno scorso l’aveva traumatizzata e costretta a giocarsi la permanenza in Serie A fino all’ultimo secondo. La musica è cambiata: merito di investimenti oculati e di mister Runjaic, che ha conferito alla squadra un gioco tatticamente attento e modellabile, ma anche gradevole.
Pagelle
Thauvin 6.5: Parafrasando Liga “Natura gli ha dato lo spunto del 10″ e lui lo mette al servizio della squadra con giocate di alta scuola, accompagnate da abnegazione tattica. La sensazione è che la carriera gli abbia donato meno di quello che avrebbe meritato.
McTominay 7: L’unico che riesce a dare un’accelerazione alle manovre stantie degli azzurri. Recupera, costruisce, rifinisce: calciatore da Premier League e si vede. Regala l’effimero vantaggio agli azzurri.
Arbitro
Marinelli 6: Gara fisica gestita con buoni ritmi (nella prima frazione) ma tutto sommato corretta, conclude con 14 falli e un solo giallo – a Lucca – discutibile. Qualche errore tecnico sparso per la gara, come posizionamenti che bloccano i movimenti logici dei calciatori, oppure non fischiare il fallo di Kristensen su Neres, per fortuna senza troppe conseguenze. Rivedibile la gestione delle perdite di tempo – ad esempio, la querelle della scarpa di Lucca era di facile risoluzione – ma, ahimè, è una croce che si porta avanti tutta la Serie A: dopo un primo tempo dai ritmi alti, nel secondo tempo si gioca poco. Negli episodi cruciali però è presente e ben coadiuvato: sulla rete del vantaggio azzurro, McTominay stacca in anticipo e senza commettere fallo, mentre Lukaku è in offside, ma passivo. Sulla marcatura dell’Udinese, il pallone rinviato da Mazzocchi è visibilmente ancora in gioco.
Nola, 10 febbraio 2025