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Festa dei lavoratori 2020, che sia il Primo Maggio della società che verrà.

 di Tina Pollice

Auguri, buon primo maggio. E’ la festa dei lavoratori.

Nella seconda metà dell’ottocento, sotto la spinta delle lotte operaie per la riduzione della giornata lavorativa da 16 a 8 ore, nel paese liberista per antonomasia, gli Stati Uniti d’America, fu deciso di dedicare un giorno dell’anno alla celebrazione del lavoro e dei lavoratori.

E’ Questo il giorno scelto, nel corso del quale i lavoratori di tutto il mondo libero e democratico si radunano per ricordare il senso delle lotte combattute per vedersi riconosciuti i loro diritti, a un lavoro equo e giusto.

E’ la celebrazione solenne della dignità, non una giornata qualunque.

Causa Covid 19, quest’anno, festeggiamo un primo maggio inedito diverso da tutti gli altri precedenti.

Un primo maggio che obbliga a più di una riflessione sulla società che verrà, riflessione sui rapporti di lavoro scossi dalla rivoluzione digitale e dalla sua fulminea applicazione dello smart working.

E’ l’occasione, per riflettere su un nuovo modello di società che sia veramente equo, giusto, rispettoso dell’ambiente e dell’uomo.

Constatiamo che nel difficile divenire della transazione nella 4° rivoluzione post industriale/digitale il lavoro è vissuto, sempre più, gravido di meno diritti e sempre più spazio sociale di conquista, soprattutto per chi lo cerca e per chi lo ha perso.

Non c’è Repubblica senza lavoro, ha ricordato il Presidente della Repubblica Mattarella, ponendo al centro di tutte le azioni l’attenzione ad offrire un serio e concreto sostegno ai cittadini che hanno perso il lavoro, alle imprese.

Il nostro Presidente della Repubblica, ha richiamato tutti a non vanificare i sacrifici sinora fatti a contrasto del Coronavirus, nonché ad una assunzione di responsabilità collettiva che si deve a tutti i morti e a noi tutti.

Bisogna aver speranza e fiducia nel prossimo futuro, e soprattutto essere più onesti, caritatevoli e generosi.

Meno esibizionismo, meno narcisismo, meno superficialità e più umana fratellanza.

Ognuno dovrà fare la propria parte ed esercitare il proprio ruolo con doverosa dedizione nella costruzione della nuova società.

Siamo consapevoli che a fine pandemia milioni di posti di lavoro saranno scomparsi e lo Stato, le imprese, il sindacato, dovranno farsi carico di metter in campo nuovi contratti per chi il lavoro lo svolge da casa, e dovranno impegnarsi seriamente affinché Lavoro venga creato, spalmato e distribuito per tutti.

Siamo tutti chiamati ad un radicale cambiamento che dovrà impegnarci seriamente per la nostra migliore sopravvivenza.

Il primo maggio torni ad essere la festa per tutti, di tutti e con tutti.

Napoli, 1 maggio 2020