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Fazio intervista il Presidente francese Emmanuel Macron.“Quando la Germania e la Francia dialogano insieme è per far andare avanti le cose più velocemente”.
di Maria Teresa Luongo

La scorsa Domenica sera su Rai1, nel corso del programma “Che tempo che fa”, è stata trasmessa l’attesissima intervista che il Presidente francese Emmanuel Macron ha concesso a Fabio Fazio.

Un’intervista segnata da un esordio romantico e adulatore, dove il Presidente francese ha elogiato il nostro Paese, veicolo di conoscenza per la storia, dove i bambini francesi (parlava di sé e di “molti francesi”) vengono condotti a Roma per conoscere la culla dell’antichità, dove gli adolescenti scoprono la Toscana e i suoi bei paesaggi e il suo bel rinascimento, e poi Napoli che ha nel suo cuore un posto particolare.

Insomma verrebbe proprio da dire che siamo di fronte ad un Presidente del popolo, ad uno che sa bene come se la passa un francese medio che si fa le vacanze nelle più belle (e costose) città d’Italia. Ma la sviolinata fa sempre piacere a tutti e le ovvietà sono sempre un buon punto di partenza.

Dopodiché entriamo nel vivo dell’intervista e Fazio per fare la domanda sul ritiro dell’ambasciatore francese, probabilmente l’unica che poteva interessare allo spettatore da casa, si lascia scappare un’affermazione che ha scatenato il putiferio, che ha occupato i titoli di numerosi giornali: “Parigi capitale d’Italia”. Fulmini e saette squarciate il cielo sopra di noi.

Cerchiamo di capire il contesto. La frase è stata la seguente: “gli italiani amano moltissimo la Francia e ci sono molti italiani che vivono in Francia, si dice che Parigi sia la capitale anche d’Italia per quanti italiani vi vivono (…)”. Tutto sommato, dopo le profuse adulazioni iniziali del Presidente, Fazio ha voluto solo ricambiare la gentilezza, tipo “anche voi siete belli e cari e vi vogliamo bene”. Non mi pare che la frase realizzi in sé e per sé alcun crimine contro l’umanità.

Torniamo alla questione ritiro ambasciatore: tutto viene risolto con una nuova sdolcinata dichiarazione del Presidente (in soldoni, tra noi e i francesi c’è amore, c’è fascino e attrazione reciproca che è più forte di tutte le scaramucce). E Di Maio, i gilet gialli e via di seguito? Errore di percorso, in una coppia capita, “bisognava continuare a cercare di capirsi”, “quando dimentichiamo e siamo impazienti rispetto all’altro non c’è vero amore e quindi c’è un malinteso. Le peripezie più recenti non sono per quanto mi riguarda gravi, bisogna andare oltre (…)”.

No, non ci siamo spostati su canale 5 a C’è posta per te, siamo sempre su Che tempo che fa.

Andiamo oltre perché tanto sull’ambasciatore non è stato detto niente degno di nota.

Perché abbiamo paura dell’apertura verso il mondo? Forse Fazio pensava di intervistare Papa Francesco ma ci interessa ugualmente la riflessione politica del Presidente della Repubblica Francese. Risposta in sintesi: colpa del flusso migratorio, rappresenta uno shock che ci spaventa (e chi l’avrebbe mai pensata una risposta del genere).

Ma la ciliegina sulla torta di questa intervista, la vera sostanza che rivela tutto il pensiero Macroniano si compendia nelle ultime battute.

Fazio fa la seguente osservazione “il legame molto stretto fra la Francia e la Germania sembra mettere l’Italia da parte”, Macron risponde: “quando Francia e Germania si parlano, e devono parlarsi, quando riguardiamo alla nostra storia sul lungo termine, quando c’è un malinteso Franco-tedesco, non c’è più un Europa che avanza, quando c’è un conflitto franco-tedesco il peggio diventa possibile e quindi il minimo, ma direi anche il massimo, da garantire è che ci sia concordia con i nostri amici tedeschi”, “per poter far andare avanti l’Europa, Francia e Germania devono andare avanti” (…) “Quindi quando la Germania e la Francia dialogano insieme è per far andare avanti le cose più velocemente”. Poi, giusto per non offenderci, “ma l’Europa non può andare avanti se anche l’Italia non è d’accordo”.
Troppo buono signor Presidente. Grazie.