Emiliano Cavallini: una vita per la danza.
Emiliano Cavallini: una vita per la danza!!!
di Cristina Iavazzo
Emiliano Cavallini: non solo ballerino e maestro di tango, ma anche artista poliedrico che ha dedicato tutta la vita alla sua passione più grande: la danza. Uno dei pochi ad insegnare tango nuevo nel sud Italia. Oggi ci aprirà le porte del suo mondo e ci racconterà un po’ di sé.
Emiliano, come è cominciata la tua passione per il tango?
Tutto è iniziato grazie ad un film, “Lezioni di tango” e a Pablo Veron, il ballerino che ne era il protagonista e che in quel periodo doveva venire a Napoli per fare uno stage in una scuola di tango. Pablo Veron è stato il mio primo maestro, colui che mi ha trasmesso non solo il tango ma, a mio avviso, la passione per quella che ritengo la massima espressione del tango, cioè il tango nuevo. Pablo Veron è stato uno dei primi ballerini che assieme ad altri, negli anni 90, ha improntato questa evoluzione del tango, che non intende sostituire il tango tradizionale, ma ne costituisce un’alternativa per ballare la nuova musica, la cui origine può essere attribuita ad Astor Piazzolla.
Una passione che è poi diventata il tuo lavoro. Raccontaci come è accaduto
E’ diventato un lavoro per gioco. Ho iniziato a ballare all’età di 14 anni; mio padre già aveva una scuola di danza, che in quel periodo era frequentata da amici che mi proposero di insegnargli qualcosa. A quel tempo l’insegnamento non poteva nemmeno definirsi un lavoro. Strada facendo, quando cominciai a vedere che gli allievi arrivavano e che negli anni rimanevano, e che dovevo cominciare a dividerli in gruppi a seconda del loro livello, iniziò a divenire una cosa seria che mi coinvolse più intensamente. Ci sono coppie che vengono da me da quando ho cominciato ad insegnare ed ancora oggi sono li a seguirmi. Amo tantissimo quello che faccio. Le più grandi soddisfazioni le ricevo nel vedere non solo che alcuni allievi diventano bravi e molto capaci, ma che la maggior parte frequenta la scuola di danza per stare bene e dimenticare i problemi quotidiani, ed effettivamente ci riesce. E tutto ciò mi appaga tantissimo.
Negli ultimi anni sono cambiati gli atteggiamenti nei confronti del tango nuevo o ci sono ancora ostilità da parte della vecchia guardia del tango?
Ho notato che alcuni ballerini hanno fatto un passo indietro, mentre altri hanno continuato a portare avanti il loro pensiero e nonostante ciò il numero di appassionati per il tango nuevo risulta ancora minore rispetto al tango tradizionale. Questo dipende anche dal posto in cui ci troviamo. Al nord, ad esempio, c’è una maggiore concentrazione di maestri argentini, un’utenza tanguera estremamente consistente ed un livello tecnico più elevato (con scuole di pensiero che spaziano tra il tango salon, milonguero, nuevo ed escenario) rispetto alla realtà partenopea dove esistono pochissimi veterani e molti nuovi del settore. Questi ultimi non fanno capire alle persone che il tango nuevo non è il risultato di un’evoluzione, ma piuttosto un’alternativa al tango tradizionale, come la salsa cubana e la salsa portoricana (esempi di balli che hanno le fondamenta in comune ma forme d’espressione differenti). E chi comincia può scegliere l’uno o l’altro da portare avanti. Di conseguenza nelle città Nord, dove tutti gli stili risultano ugualmente diffusi, il tango nuevo incontra minori ostilità.
Quali progetti, ambizioni, speranze per il futuro?
Ho appena compiuto 30 anni, ed essere chiamato a 28 da un’orchestra argentina famosa come i “Tanghetto”, conosciuti a livello mondiale per il tango elettronico, e prendere parte ad un video per il loro ultimo album, è già stata una grande soddisfazione, considerando che sono un ballerino napoletano (e non argentino). Tra i miei prossimi obiettivi vi è lo sviluppo di una serie di idee con le quali attirare l’attenzione dei produttori cinematografici, nella speranza che qualcuno di loro possa apprezzare non solo il ballo ma anche i miei progetti. Al giorno d’oggi esistono molti bravi ballerini, ma sono le idee innovative a fare la differenza e a farne emergere uno in particolare. Spero possa esserci qualche produttore che apprezzi le mie idee e che mi dia carta bianca. Sarei lieto di prendere parte ad un suo film.
Napoli, 29 maggio 2014