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Dietro le quinte dell’arte: le gallerie d’arte
di Martino Ariano

 

 

Dopo il viaggio dietro le quinte di un museo alla scoperta dei suoi depositi, archivi e/o magazzini e dopo aver visto come un museo possa trarre da essi un vantaggio non solo economico ma anche socio-culturale, vi porto nel backstage di una galleria d’arte.

Prima cosa da precisare è che seppur maneggiando le stesse cose, cioè opere d’arte, le gallerie sono diverse dai musei.

La prima sostanziale differenza risiede proprio nell’elemento base di entrambe, il collezionismo.

Benché un museo ed una galleria d’arte nascano entrambi da una collezione privata, ne fanno un differente uso.

Un museo utilizza ed espone la propria collezione, o meglio parte di essa, con un unico fine, quello culturale;

Una galleria d’arte, invece, espone parte della sua collezione, non solo per un fine culturale, ma soprattutto per un fine commerciale, quello connesso alla compravendita d’arte.

Altra differenza è la tempistica espositiva.

I musei espongono perlopiù le opere permanentemente nelle loro sale, mentre le galleria temporaneamente, con cadenza settimanale o mensile.

Una differenza risiede anche in chi gestisce un museo o una galleria.

Il direttore di un museo è chiamato a gestire e decidere in fatto di conservazione, tutela e fruizione della collazione.

Il gallerista, invece, è un vero e proprio imprenditore, che investe, compra e colleziona un’opera d’arte o un progetto artistico, arricchendo la sua personale collezione e guidato da un proprio personale gusto.

Connessa a questa differenza è il fatto che un museo è solo in minima parte inserito nel mercato d’arte, in quanto le opere che possiede non sono vendibili, ma solo scambiabili; mentre una galleria d’arte è immessa completamente nel mercato dell’arte, in quanto il suo sostentamento deriva proprio dalla compravendita di opere d’arte.

Da non sottovalutare inoltre il fatto che una galleria, soprattutto d’arte contemporanea, crea nuovi attori nel mercato d’arte, cioè gli artisti.

Un gallerista diviene un vero e proprio manager di un artista: crede in lui, investe nel suo lavoro, lo rappresenta mediante esposizioni e ferie d’arte, lo espone a collezionisti, conoscitori e critici d’arte.

Come per un museo, anche per una galleria serve uno spazio fisico per archiviare e conservare temporaneamente, fin quando non vengano vendute, le opere degli artisti che decide di rappresentare.

Ovviamente l’archivistica e la catalogazione di una galleria è completamente diversa da quella museale.

Quella museale, infatti, è molto rigida e scrupolosa seguendo determinate metodologie, anche di natura internazionale, mentre quella della galleria, è delegata alle sole scelte ed esigente personali del collezionista-gallerista.

Gli archivi, i depositi, i magazzini delle gallerie sono nella maggior parte dei casi meno rigidi nelle misure, spesso l’opera viene semplicemente imballata, numerata, catalogata e deposta in scaffalature.

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Ovviamente il gallerista avrà stipulato un’assicurazione e un sistema di vigilanza ed allarme.

L’arte è un investimento in quanto il valore di un’opera d’arte o di un artista può cambiare profondamente nel tempo.

In pochi anni un’opera d’arte o un artista può triplicare il suo prezzo originale o il suo valore di mercato.

L’archivio/deposito di una galleria quindi è un vero e proprio salvadanaio per il gallerista. Ma lo è anche per i compratori che attingono a tale salvadanaio.

Il museo mostra le opere senza che queste possano essere acquistate ed in cambio paghiamo un biglietto d’ingresso, spesso avente un valore simbolico.

La galleria d’arte oltre a regalarci, al pari del museo, cultura ed arte, ci mette a disposizione la possibilità di acquistare un pezzo d’arte, un pezzo di cultura.

Seppur piccolo che sia, tale pezzo, tale quadro, tale scultura … è un piccolo investimento, che ci arricchisce non solo economicamente ma anche culturalmente ed esteticamente.

Dovremmo iniziare un pò tutti a collezionare e soprattutto a circondarci d’arte.

A proposito di depositi o di archivi d’arte non posso che citare un progetto architettonico innovativo: il Museum Depot di Rotterdam

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Progettato dallo studio di architettura MVRDV, è un vero e proprio deposito museale accessibile al pubblico.

Precisamente aprirà a settembre 2021 nella zona Museumpark di Rotterdam.

Il suo compito sarà quello di offrire un viaggio nel dietro le quinte del mondo museale, rendendolo accessibile al pubblico generico, che potrà assistere allo smontaggio, al movimento e all’imballaggio delle opere.

All’esterno, col suo volume rotondo, appare come una ciotola di vetro che riflette tutto l’ambiente circostante.

Articolato su 6 piani e alto quasi 40 metri, sarà sormontato da un giardino pensile.

Ospitante 151 mila opere d’arte, sarà un vero e proprio centro di stoccaggio artistico.

Ma, progettato in chiave avanguardistica ed ecosostenibile, accoglierà anche aree-deposito per altre collezioni, sia private che museali, un ristorante, un cinema e un negozio.

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Che dire, sarà un’eccezionale opportunità per vedere il cuore pulsante di un museo.

Un luogo dove poter immergersi pienamente nel dietro le quinte di un museo, di una galleria d’arte, o anche del collezionismo, che può sembrare di facile gestione.

Manipolare un’opera d’arte richiede elevate sensibilità, tecniche e soprattutto conoscenze.

Prima di giudicare un museo, una galleria d’arte dalla loro facciata, dalle loro sale, cerchiamo di andare oltre.

Oltre alla facciata, alla parete dove è appeso un dipinto, oltre al piedistallo su cui è posizionata una scultura, ci sono persone, conoscenze e tecniche affascinanti.

Io ho la fortuna di poter maneggiare un’opera d’arte, lavorando in una galleria d’arte.

Non immaginate che sensazione ed emozione strana suscita avere tra le mani un Picasso, un Mirò o un Andy Warhol.

Toccare con mano l’arte è come toccare con mano la vita.

 

Madrid, 28 luglio 2022