Coperta corta. Giovanni Della Pietra. Nola
Coperta corta
di Giovanni Della Pietra
Il Napoli impatta con il Frosinone al Maradona
Lunch match della 32a giornata di Serie A: al Diego Armando Maradona, si gioca Napoli – Frosinone. All’ex San Paolo, la gara termina con il risultato di 2-2, con le reti di Matteo Politano nel primo tempo e Victor Osimhen nella ripresa, a cui risponde Walid Cheddira con una doppietta, in quello che è lo stadio della squadra che detiene il suo cartellino.
Con questo risultato, il Napoli dice verosimilmente addio ai sogni Champions, ma aspira ancora ad un posizionamento europeo per la prossima stagione. Frosinone, che con questo pareggio, si mantiene in zona di galleggiamento per sperare di combattere ancora per la persistenza nella massima Serie A anche per la stagione 2024-25.
Preview del match
Il Napoli si avvicina al match del Maradona contro il Frosinone con un ruolino di marcia tutt’altro che invidiabile: una sola vittoria nelle ultime 4- 2-4 al Monza nell’ultima giornata di campionato. Completano il computo una sconfitta – 0-3 contro l’Atalanta – e 2 pareggi – 1-1 sia contro Torino che contro l’Inter.
Il Napoli, quindi, punta per la quarta volta nella sua stagione a mettere in fila due vittorie, considerando però che non è mai riuscito a fare meglio.
Il rendimento interno dei partenopei non può essere attribuito ad una squadra che ad inizio stagione avrebbe dovuto difendere il Tricolore e lottare per la qualificazione in SuperChampions: 23 punti, frutto solamente di 6 vittorie al Maradona. Agli azzurri manca la vittoria interna da due partite in cui non è riuscito a battere né il Torino (1-1) né l’Atalanta (0-3).
Il Frosinone si sta rialzando dopo una parabola più che discendente: ha ottenuto 2 pareggi consecutivi – contro Genoa e Bologna – ma non riesce a trovare i tre punti da ben 11 partite, quando i ciociari si imposero per 3-1 contro il Cagliari. Infatti, nelle ultime 18 partite, il Frosinone, ha vinto solamente una volta, mettendo a referto ben 12 sconfitte: solo il Darmstadt (in Germania) ne ha vinte di meno nei top-5 campionati, mentre solamente la Salernitana ne ha perse di più nello stesso periodo di tempo.
I gialloblù presentano il peggiore rendimento esterno dell’intero campionato di Serie A, con solo 4 punti all’attivo frutto di altrettanti pareggi lontano dallo Stirpe – contro Udinese, Salernitana, Verona e Genoa.
Nei precedenti tra le due squadre in Serie A, il Napoli ha il 100% di vittorie contro i canarini di Frosinone (5/5), solo contro il Crotone vanta una tradizione migliore (6/6). Inoltre, il Frosinone non è ancora riuscito a segnare in trasferta nel massimo campionato italiano contro il Napoli, avendo perso entrambe le volte per 4-0. Tra i precedenti più iconici, c’è proprio il 4-0 del Napoli di Maurizio Sarri, con tripletta di Higuain che stabilì il record di 36 reti in un campionato, solo eguagliato da Ciro Immobile. Mentre l’head to head più recente in Serie A, è l’1-3 del Napoli guidato da Rudi Garcia in casa del Frosinone, nella prima giornata di questo campionato. Se si allarga il cerchio dei testa a testa ad altre competizioni, l’incontro più prossimo, risulta essere lo 0-4 del Frosinone contro un Napoli in versione 2.0, che costò l’eliminazione degli azzurri dalla Coppa Italia.
Sotto i riflettori finisce Victor Osimhen, che nella sfida di andata siglò una doppietta nella prima partita contro i frusinati in carriera. Il Frosinone potrebbe diventare la terza squadra a subire una marcatura multipla sia all’andata che al ritorno, dopo Spezia e Sassuolo.
La partita
Il Napoli si appresta ad affrontare il Frosinone allo Stadio Diego Armando Maradona dovendo fare a meno di Cyril Ngonge, che dovrà scontare una giornata di squalifica per somma di ammonizioni; il terzino uruguaiano Mati Oliveira, alle prese con un problema alla coscia; e Juan Jesus, per una sciatalgia. Il tecnico Francesco Calzona, per tali assenze è costretto a modificare la linea difensiva del suo collaudato 4-3-3: indispensabile risulta essere l’utilizzo di Mario Rui sulla fascia sinistra, coadiuvato dai centrali Amir Rrhamani e Leo Ostigard, con il capitano Di Lorenzo a completare la fase difensiva. Rispetto alla gara del Brianteo di Monza, si riprende con una prestazione maiuscola il suo posto da titolare Matteo Politano sull’out di destra, per comporre il tridente offensivo insieme a Khvicha Kvaratskhelia e Victor Osimhen.
Corposa, invece, è la lista degli indisponibili per quanto riguarda il mister frusinate Eusebio Di Francesco, soprattutto nel reparto difensivo: mancano all’appello Anthony Oyono, difensore gabonese alle prese con un problema alla caviglia, e Ilario Monterisi, assente per guai muscolari, e Kevin Bonifazi. Alle loro assenze si aggiungono tra gli acciaccati: l’albanese Sergio Kalaj, il centrocampista marocchino Abdou Harroui – autore di una rete nel match di andata – e Arijon Ibrahimovic. DiFra, perciò, vira sulla rivoluzione tattica, che sta portando avanti da qualche giornata, schierando un 3-4-2-1, ripercorrendo i passi di squadre che tanto hanno dato fastidio agli azzurri: Stefano Turati, copre le spalle al terzetto difensivo Lirola – Romagnoli – Okoli, con Brescianini, vinto il ballottaggio con Reinier, che – rispetto ai due match precedenti – viene alzato sulla trequarti per seguire come un’ombra Lobotka, fulcro del gioco azzurro. L’assetto offensivo è dato da Matias Soulè, calciatore di scuola Juventus, e Walid Cheddira, attaccante di proprietà proprio del club partenopeo.
Approccio propositivo al match da parte del Napoli, che nel primo quarto d’ora crea almeno tre occasioni da rete, più o meno nitide portando al tiro prima Kvaratskhelia, poi Victor Osimhen e infine, sugli sviluppi di un calcio d’angolo Leo Ostigard: al 13’ il numero 77 georgiano, insolitamente sulla fascia destra, imbuca per Osimhen, che però, pur saltando il diretto avversario, tira centralmente e su cui si oppone facilmente il portiere frusinate Stefano Turati.
Il forcing offensivo degli azzurri culmina con la rete del vantaggio siglata da Matteo Politano, che, ricevuta palla sull’esterno da Di Lorenzo, si accentra sulla destra e, dall’angolino dell’area di rigore, lascia partire il sinistro, che si insacca alle spalle di Turati (1-0).
Gli azzurri, però, non si fermano e sfiorano il raddoppio al minuto 19’: lungo lancio di Meret, con Romagnoli che manca l’impatto con il pallone su un’uscita in anticipo e libera la strada verso la porta a Victor Osimhen, che però non centra lo specchio.
Il pressing azzurro dura fino al cooling break di metà frazione di gioco, da lì il Napoli non rientra mai veramente in campo: e lo si può chiaramente intuire al 28’ minuto, quando una spizzata in area su una palla lunga di Soulè, libera Cheddira; Rrhamani prova ad intercettare il pallone, ma finisce per commettere un fallo da calcio di rigore. Sul discetto si presenta Matias Soulè, il cui penalty viene neutralizzato da Alex Meret.
Nonostante un colpo che potrebbe essere un K.O. psicologico per il Frosinone, i canarini alzano i giri del motore e creano qualche patema d’animo alla retroguardia azzurra soprattutto con alcune conclusioni dal limite dell’area.
L’azione conclusiva della prima parte di match è, però, a tinte azzurre con Victor Osimhen, che riceve palla addosso e riesce ad appoggiare per Piotr Zielinski, il quale tenta il tiro ma viene intercettato dal portiere gialloblù.
Le statistiche del primo tempo narrano di una frazione di gioco spaccata in due fasi, ma estremamente divertente e dalle numerose occasioni.
Il Napoli prova una partenza sprint anche nella ripresa con due tiri verso lo specchio della porta di Turati in pochi minuti.
Al 46’, Frank Zambo Anguissa serve in profondità Victor Osimhen, il quale colpisce con uno scavetto, ma Turati la devia e rende possibile l’intervento del difensore. Un giro di orologio dopo, sugli sviluppi del corner seguente, Di Lorenzo prova a girare di testa verso la porta, ma Turati gli impedisce la gioia del gol.
La prima sliding door della partita è al minuto 49, quando su una rimessa dal fondo, il pressing di Soulè regala a Cheddira la possibilità di siglare il gol del pareggio, per il momentaneo 1-1.
Il Napoli reagisce ed inizia a creare qualche occasione da rete aggrappandosi, come spesso accade in queste occasioni, all’estro del suo numero 77 Khvicha Kvaratskhelia, che in più circostanze ha puntato la porta. Al 62’, i partenopei ritrovano il vantaggio, quando su un corner allontanato dalla difesa gialloblù, Kvaratskhelia ribatte verso l’area di rigore e Victor Osimhen si inserisce sulla traiettoria, rendendo impossibile l’intervento di Turati per il gol del provvisorio 2-1.
Al 72’, su uno svarione difensivo da parte della retroguardia azzurra, Zortea crossa al centro per Cheddira, che va in anticipo e gira di testa per il definitivo 2-2.
Una chance a testa rischia di spostare il risultato dal suo equilibrio: la prima per il Frosinone, che all’82, su cross di Valeri, Zortea sovrasta Mario Rui e la rimette in mezzo. Sulla palla si fionda Seck, che prova a spingere la palla in maniera leziosa con la spalla in porta, ma Meret riesce a salvare il risultato con il piede di richiamo. Dall’altra parte del campo, invece, circa dieci minuti dopo, Di Lorenzo riceve palla da Osimhen e serve al centro Simeone, che non ci arriva di qualche centimetro.
L’immagine riassuntiva del match del Maradona è data da Seck che recupera palla su un’incertezza di Mario Rui, il quale quindi è costretto a spendere un fallo pur essendo già ammonito. Ergo, secondo giallo ed espulsione. Per fortuna degli azzurri si era al 99’, e restava solamente un’azione ai frusinati. Il Maradona mugugna e fischia i propri beniamini.
Il punto Della Pietra
Napoli – Frosinone è un compendio delle fragilità mentali e difensive della squadra azzurra. Se da una parte le difficoltà difensive sono sintomo di una coperta corta, cioè quando il Napoli riesce ad essere propositivo e pericoloso, si disorganizza in campo e lascia spesso gioco agli avversari; d’altro canto, le difficoltà mentali sono state sempre una costante del percorso calcistico dei partenopei quest’anno.
Il match inizia con un Napoli dai ritmi alti e con le giuste rotazioni, crea numerose occasioni da reti tenendo il Frosinone schiacciato nella sua metà campo, fino a trovare il vantaggio con una gran rete di Matteo Politano. Il Napoli si abbassa e la pressione alta dei canarini rappresenta il terreno fertile in cui strappa Osimhen, che però si divora più volte l’occasione del raddoppio. L’inerzia del match si blocca con un episodio e l’episodio è rappresentato dal cooling break, da cui il Napoli non rientra in campo. Si alza la pressione ciociara, e il Frosinone prende il sopravvento attaccando alle spalle la difesa azzurra, fino ad ottenere un calcio di rigore per fallo di Rrhamani su Cheddira, che però Meret neutralizza salvando momentaneamente il risultato.
La prima frazione di gioco termina con un Napoli che prova a riemergere, dopo il brivido del penalty mancato. La seconda frazione di gioco ripercorre lo stesso canovaccio del primo tempo: Napoli che parte forte ed ha subito due occasioni, su cui Turati costruisce la sua buona prestazione. Ma l’episodio è dietro l’angolo: Meret si addormenta in costruzione e sulla pressione Soulè recupera palla e Cheddira pareggia la partita. Tassello dopo tassello, il Napoli ricostruisce la propria partita, e fatica a riemergere dalle sabbie mobili in cui era ripiombato. Un inserimento di Osimhen su un tiro dalla distanza di Kvaratskhelia riporta il Napoli sopra di una lunghezza, ma è in quel frangente che riemergono gli errori difensivi: la difesa scala male, Ostigard in terra di nessuno e Rrhamani mantiene troppa distanza da Cheddira, che sul cross di Zortea pareggia il match.
Il cambio modulo offensivo del Napoli, con l’inserimento di un ulteriore attaccante, non conduce gli effetti sperati e il Napoli perde equilibrio, tanto che il Frosinone rischia di porta sul 2-3, ma un intervento inusuale di Meret inchioda il risultato.
Napoli che ha attraversato diverse fasi nella propria stagione: nell’era Garcia, il Napoli è poco creativo in avanti e in difesa si barcamena alla meglio; nella fase Mazzarri, per la ricerca di un equilibrio difensivo, viene dimenticato che per vincere bisogna segnare; con Calzona, invece, il Napoli ha ritrovato cattiveria in zona offensiva e proposta di gioca, ma è spesso vulnerabile dalle ripartenze e attaccabile alle spalle delle mezz’ali.
Frosinone che ha avuto un graduale decadimento dopo un inizio davvero importante per una squadra che partiva con l’obiettivo di salvarsi. Ora è quartultimo, e davvero a mancargli sono solo i punti dopo una partita coraggiosa.
Classifica di giornata
Con questo pareggio, il Napoli scala di una posizione, agganciandosi all’ottavo posto e aspira ad una qualificazione nelle competizioni europea. Viene affiancato dalla Lazio (che lo supera in virtù degli scontri diretti favorevoli), che è stata vittoriosa 4-1 contro la Salernitana. Nelle zone altissime di classifica, la giornata è stata caratterizzata da numerosi pareggi, l’Inter viene fermato in casa dal Cagliari (2-2), mentre il Milan rallenta al Mapei Stadium (3-3): questo apre ad un Derby di Milano dal tasso agonistico altissimo nella prossima giornata di Serie A, che potrebbe significare per i nerazzurri il 20° scudetto. Anche la Juventus si ferma nel Derby della Mole in uno 0-0 contro il Torino. Il Bologna mantiene le distanze dalle inseguitrici al 4° posto con un ulteriore pareggio per 0-0 contro un Monza ormai tranquillo. Nelle zone basse di classifica, il Lecce batte l’Empoli (1-0) con una rete all’ultimo respiro di Nicola Sansone, che può significare un momentaneo allontanamento dalla zona calda. Cagliari (2-2) e Sassuolo (3-3) pareggiano contro le due milanesi. Doppio Monday Night in Serie A per intersecarsi al meglio con il calendario europeo: si giocano Fiorentina-Genoa e Atalanta-Hellas Verona. Solo per la cronaca, e non (ancora) per la classifica, la partita tra Udinese e Roma viene sospesa al 72’, sul risultato di 1-1, per un malore del calciatore giallorosso Evan Ndicka, a cui vanno i migliori auguri di pronta guarigione.
Pagelle
Napoli: Meret 6; Di Lorenzo 5, Rrahmani 4.5, Ostigard 5.5, Mario Rui 5; Anguissa 5.5 (85’ Simeone s.v.), Lobotka 6, Zielinski 5.5 (78’ Cajuste s.v.); Politano 6.5 (78’ Raspadori 5.5), Osimhen 6, Kvaratskhelia 6. Allenatore: Calzona 5
Frosinone: Turati 7.5; Lirola 5.5, Romagnoli 6, Okoli 6; Zortea 7 (95’ Lusuardi s.v.), Mazzitelli 6 (95’ Gelli s.v.), Barrenechea 6, Valeri 5.5; Soulè 5.5 (78’ Seck 6), Brescianini 6 (78’ Reinier 6); Cheddira 7.5. Allenatore: Di Francesco 7
I migliori
Cheddira 7.5: Doppietta in casa della squadra proprietaria del suo cartellino e conquista un rigore. Raggiunge quota 5 reti in 7 partite. Investimento per il futuro.
Turati 7.5: Il counter personale delle sue parate si ferma a 7. Sontuosa la parata sullo scavetto di Osimhen, che ne vale il voto.
Politano 6.5: L’uomo in più degli azzurri questa volta è sulla fascia opposta. Partita di dribbling, corsa e sacrifico, griffata da un gol tutt’altro che semplice. Si arrende solo ad un risentimento muscolare.
Meret 6: Voto polemica: croce e delizia in una sola partita. Partiamo dalle note dolenti: si addormenta in costruzione subendo la pressione di Soulè in occasione del primo gol. L’altro lato della medaglia è: il rigore parato su Soulè e il riflesso su Seck per salvare il risultato. Armate le tastiere, ritorna il gioco preferito dalla tifoseria azzurra.
I peggiori
Valeri 5.5: Tutto sommato una buona partita la sua, ma suo malgrado, è sempre presente negli episodi cruciali: si fa saltare netto da Politano sulla rete dell’1-0, e mantiene in gioco Osimhen nel gol del secondo vantaggio azzurro.
Rrhamani 4.5: Troppo semplice sarebbe attribuire la colpa a soli difensori, ma è complice evidente sul gol del 2-2. Regala anche un calcio di rigore atterrando Cheddira al 28′, con conseguente giallo. Diffidato salterà l’Empoli.
Soulè 5.5: Non è appariscente come al solito, non riempie gli occhi e non salta mai un Mario Rui in giornata tutt’altro che positiva. Il rigore sbagliato macchia la sua partita. Recupera palla in pressione per il gol del primo pareggio frusinate.
Ostigard 5.5: In fase di costruzione è un buco nero, ogni pallone che passa tra ai suoi piedi è un regalo all’avversario. Paga pegno, anche in fase difensiva, complice anche nella rete del secondo gol frusinate.
Anguissa 5: Timbra il cartellino all’ingresso in campo, poi scompare. Unico highlight della sua partita un’imbucata per Osimhen. Assenteista.
Arbitro
Fabbri 6.5: Gestisce una partita dai tratti lineari con personalità e non la perde di mano, neanche quando si incattivisce sul finale. Sempre presente negli episodi cruciali.
In occasione del calcio di rigore assegnato per il Frosinone, Cheddira controlla il pallone in area, con Rrhamani che tenta l’intervento senza toccare mai palla e colpendo l’avversario con il ginocchio sulla gamba sinistra. Rigore corretto.
Ineccepibile il doppio giallo a Mario Rui: il primo per un calcetto di reazione quando finisce per terra con Zortea, ma senza vigoria; il secondo, quando Seck gli va via ed è costretto a trattenerlo visibilmente.
Nola, aprile 2024