Cop 26: nasce la Climate Open Platform e si prepara l’Eco-social forum
Cop 26: nasce la Climate Open Platform e si prepara l’Eco-social forum
di Pasquale Falco
Nasce la Climate Open Platform che rappresenta un tentativo di unire realtà, anche molto diverse, fra loro nella battaglia contro i cambiamenti climatici.
L’obiettivo è ambizioso: si punta a creare una convergenza tra realtà di varia natura, tra esperienze differenti tra loro anche dal punto di vista politico.
Ludovico Di Muzio Responsabile comunicazione presso Unione degli Studenti Università degli Studi di Milano, in Lombardia, è uno dei promotori della Climate Open Platform, struttura alla quale hanno aderito decine di movimenti, sindacati, associazioni e altre realtà, con l’obiettivo di organizzare a Milano un Eco-social Forum.
Una settimana, di iniziative, dibattiti, azioni, in occasione della Youth Cop e Pre Cop.
Ovvero i due eventi che dovranno preparare la ventiseiesima Conferenza mondiale sul clima delle Nazioni Unite, la Cop 26 che si terrà a novembre a Glasgow, in Scozia.
La crisi climatica non viene presa sul serio! “Si è stanchi che la crisi climatica non venga presa sul serio e si è stanchi delle promesse vuote di politici e governi di tutto il mondo. Sono stati fatti timidi passi avanti, ma non si è ancora agito con la necessaria urgenza”.
I movimenti che hanno aderito condividono un approccio alle questioni legate al riscaldamento globale basato sulla giustizia climatica che consiste nel coniugare gli aspetti ambientali e quelli sociali.
Quello che si proporrà con l’Eco-social forum sarà un percorso non solo di critica ma anche costruttivo e propositivo.
Si presenteranno possibili soluzioni in risposta alla crisi climatica.
Un esempio: esistono questioni come quelle dei posti di lavoro in ambiti particolarmente nocivi per il clima.
La Climate Open Platform punta ad imporre una transizione ecologica giusta.
Secondo le realtà che fanno parte della Climate Open Platform, occorre una transizione giusta che passi non solo per la decarbonizzazione e la riconversione ecologica, ma che tuteli seriamente e degnamente lavoratrici e lavoratori, e, che non dimentichi il rispetto dei diritti umani.
Conservazione di ecosistemi e biodiversità, conoscenza e ricerca libere e accessibili.
Una transizione che contempli la redistribuzione della ricchezza e le riparazioni verso le comunità del Sud e quelle indigene di tutto il mondo.
La Cop 26 in questo rappresenterà un momento decisivo.
Appare utopico ma è l’unica strada alternativa da seguire per evitare la catastrofe.
Non ci si può permettere di continuare ad ignorare l’urgenza di un cambiamento radicale.
Il disastro climatico non è qualcosa che arriverà, è già qui, e, si deve agire ora con estrema onestà intellettiva e foriera di proposte risolutive eque e concrete.
Occorrerà, quindi, esercitare pressione dal basso sui decisori politici, e farlo nelle diverse forme e sensibilità proprie di ciascun componente della Climate Open Platform.
La battaglia contro i cambiamenti climatici può infatti rappresentare un’occasione unica e improcrastinabile per cambiare in modo positivo, inclusivo ed equo il modello di sviluppo economico industriale nel/del mondo.
Napoli, 19 luglio 2021