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Colori e simboli Queer
di Martino Ariano

 

 

Nel mese di Giugno, voglio soffermarmi sul mondo queer, o LGBT.

Dire mondo/comunità/realtà gay sarebbe stato riduttivo, quindi è meglio usare o la sigla LGBT o l’aggettivo inglese queer.

Sto parlando, per chi non l’avesse capito, di tutte quelle persone che vivono orientamenti sessuali e identità di genere non legati all’eterosessualità.

Prima precisazione da fare è la differenza tra identità di genere e orientamento sessuale.

L’identità di genere è la percezione che ha di se stessa una persona, in che genere, donna, uomo, no binario, si sente più a suo agio; l’orientamento sessuale, invece, è legato semplicemente all’attrazione romantica e sessuale per un genere sessuale o per un altro.

Fatta questa piccola parentesi lessicale, mediante l’arte, voglio cercare di farvi comprendere una delle realtà della nostra società.

Cercherò di aprire una finestra su questa realtà.

Per farlo mi affido proprio ad una finestra, dal titolo Love Invents Us, che fa parte dell’installazione Vocabolary of Solitude dell’artista svizzero Ugo Rondinone realizzata del 201 nel Museo Boijmans Van Beuningen di Rotterdam.
vetrata

Una finestra caratterizzata da 16 vetrate colorate organizzate in 2 file orizzontali e 8 file verticali, di 8 colori (verde, azzurro, blu, viola, magenta, rosso, arancione, giallo).

Le vetrate con i loro colori filtrano sia la visione della natura esterna sia la luce che entra nella sala.

Questi filtri colorati non alterano la realtà, ma la caratterizzano a loro modo.

Metafora perfetta dei diversi orientamenti sessuali.

Gli orientamenti sessuali filtrano non modificano o alterano la realtà, anzi spesso l’arricchiscono.

Ebbene facciamoci filtrare da questi colori, partendo dalle basi e lasciando da parte i pregiudizi, e cerchiamo di comprendere queste sfumature.

Partiamo dalla sigla, o meglio dalle sigle.

La più comune è LGBT, ma ad oggi sta diventando sempre più presenta una più complessa, LGBTQI+.

Essendo una sigla, ogni lettera indica un’identità sessuale.

La L sta per lesbiche; la G per gay; la B per bisessuali e, infine, la T per le persone transessuali.

È dal 1996 in poi che si sono aggiunte altre lettere.

La prima lettera aggiunta è la Q, che sta per queer (in italiano eccentrico).

Tale termine, nato nel 900 con una accezione negativa, è divenuto importante anche per l’arte.

Infatti, tutta l’arte che utilizza tematiche, immagini, contenuti connessi al mondo LGBT, viene chiamata Art Queer.

Queer esprimerebbe sia un formale dissenso verso la convinzione che l’eterosessualità sia l’unico orientamento legittimo, sia questioning, cioè l’insicurezza nell’orientamento sessuale o nell’identità di genere.

Altra lettera aggiunta di recente è la I, che sta per intersessuale, quelle persone aventi caratteristiche fisiche diverse da quelle maschio/femmina. (In natura ci sono circa 40 variazioni di intersessualità)

Bisogna aggiungere anche la A di asessuale, cioè la persona che non prova attrazione sessuale per nessun genere; la P di pansessuale, che indica la persona che prova attrazione indipendentemente dal genere, e quindi per tutti i generi (da non confondere con il bisessuale).

La sigla che ne deriverebbe sarebbe molto complicata LGBTQIAP, per questo e per comodità comunicativa si preferisce la sigla LGBTQ+, o LGBTQI+.

Inoltre, la comunità LGBTQ+, nel corso degli anni, ha adottato anche molti simboli, per meglio manifestare e rappresentare la propria identità e soprattutto per far valere i propri diritti.

I due simboli più usati e conosciuti sono il triangolo rosa e la bandiera arcobaleno.

Il primo, ha una storia negativa alle spalle, in quanto nasce ad opera dei nazisti che lo utilizzarono per etichettare gli omosessuali nei campi di concentramento.

(Le donne lesbiche o aventi comportamenti ritenuti non conformi all’ideale nazista, venivano marchiate con un triangolo nero)

Ad oggi il triangolo rosa rovesciato è usato per indicare la lotta contro l’AIDS.

Il simbolo del triangolo è usato anche per rappresentare la bisessualità, ma in questo caso si duplica in due triangoli, uno rosa e uno blu, che si sovrappongono.

Viene denominato “biangolo” e si spiega con l’associare il rosa all’omosessualità e il blu all’eterosessualità, unendo questi due colori si forma il colore viola, che rappresenterebbe entrambi gli orientamenti.

Ma il simbolo per eccellenza è la bandiera arcobaleno. bandiera

L’artista Gilbert Baker, che la dipinse negli anni ’70 del 900, assegnò ad ogni colore un significato: il rosa indica la sessualità; il rosso simboleggia la vita; l’arancione indica la salute; il giallo rappresenta la luce del sole; il verde la natura; l’azzurro la creatività, l’arte; il blu, la serenità; e infine il viola lo spirito.

Dal 2015 fa parte della collezione di design contemporaneo del Museum of Modern Art (MOMA) di New York 

La bandiera nel corso degli anni e soprattutto degli eventi, oltre a divenire simbolo del mondo LGBT fin da subito, ha subito varie modifiche.

Le più importanti avvennero:

  • nel 2017 quando furono aggiunti due nuovi colori, il nero e il marrone, per includere anche la comunità afro-americana, divenendo bandiera simbolo anche della lotta contro il
  • nel 2020 con la Progress Pride Flag, ideata da Daniel Quasar, per le ricolte del Black Live Metter e che vede l’aggiunta alla normale bandiera di un triangolo laterale (a sinistra) formato da 4 strisce colorate: nero per i morti di AIDS; marrone per le persone di colore; azzurro e rosa per i Transessuali.

Ma ogni orientamento sessuale ha adottato nel corso della storia una propria bandiera.

Alla fine del 1998 si diffonde la bandiera bisessuale. bisessuali

Progettata da Michael Page, essa è formata da tre fasce orizzontali, quella in alto e quella in basso più spesse rispetto a quella centrale.

Quella in alto, di color magenta, rappresenta l’attrazione verso lo stesso sesso; quella in basso, di colore blu, rappresenta l’attrazione per il sesso opposto; infine, quella centrale, più sottile, di color viola, indica l’attrazione verso entrambi sessi.

Nel 2000 fa la sua apparizione anche la bandiera trans.
1Ideata da Monica Helms, è formata da cinque strisce orizzontali, due azzurre, due rosa e una bianca al centro.

L’azzurro simboleggia il sesso maschile, il rosa quello femminile e il bianco indicherebbe la transizione, o il genere neutro.

Nel 1995 Craig Byrnes ideò la bandiera ursina.
1La comunità ursina si identifica figurativamente con l’orso, in inglese si definiscono bears, e ne fanno parte tutti gli uomini omosessuali con una fisicità  importante, pelosi e barbuti.

La bandiera oltre ad avere l’orma dell’orso in alto a sinistra, presenta 7 fasce colorate orizzontali, che prendono spunto dai vari colori della pelle e del pelo.

Più antica è la bandiera leather.
1Nata da Tony DeBlase nel 1989, denota la comunità e la cultura leather, caratterizzata da pratiche e stili incentrati a particolari attività sessuali ed erotiche.

La bandiera è composta da nove strisce orizzontali, che vedono alternanti il nero e il blu con una sola striscia centrale bianca.

In alto a sinistra presenta un cuore rosso, che simboleggia l’amore universale. La striscia bianca rappresenta la purezza, quelle nere la pelle/cuoio e quelle blu il denim (jeans), i due materiali comunemente più indossati da questa comunità leather.

La bandiera intersessuale nasce nel 2013 dall’Organization Intersex International.
1È caratterizzata da uno sfondo giallo e da un cerchio viola centrale.

Colori e forme neutre proprio a sottolineare che le persone intersessuali sono nate con caratteri sessuali che non rientrano nelle tipiche nozioni binarie del corpo maschile o femminile.

Nel 2010 a seguito della proposta del gruppo AVEN (Asexual Visibility and Education Network) nasce la bandiera asessuale.
1Composta da quattro strisce orizzontali: nero, grigio, bianco e viola.

Il nero rappresenta l’asessualità, il grigio rappresenta la neutralità tra sessualità e asessualità, il bianco rappresenta la sessualità e il viola la comunità che ne fa parte.

La bandiera pansessuale ha iniziato a diffondersi dal 2010 ed è composta da tre linee orizzontali rosa, giallo e blu.
1Il rosa simboleggia la femminilità, il giallo le persone di genere non-binario e il blu l’uomo.

Mentre le bandiere sventolano con i loro colori, le loro lotte fatte, le loro giustizie ottenute, le loro realtà affermate, le loro caratteriste e le sigle si diffondono sempre più, vi voglio davvero invitare ad andare oltre a tutto ciò che il nostro sociale ci detta e ci dice di pensare.

Conosciamo le persone, non fermiamoci alle etichette, quelle lasciamole ai prodotti, alle merci.

Per molti è difficile, perché fortemente influenzati da fattori culturali, sociali e religiosi. Inconsciamente la società ci inculca idee e pensieri, ma dobbiamo imparare ad evolverli, distinguerli, aggiornali o semplicemente basterebbe aprirci ad un’ottica di conoscenza e di verità.

Basta riflettere prima di parlare, di offendere o di etichettare.

Basta conoscere una persona, il suo orientamento sessuale è un qualcosa di suo, di intimo, come lo è la propria identità.

Nessuno di noi può permettersi di decidere cosa sia meglio o peggio per una persona.

Ognuno di noi deve potersi autodeterminarsi, se si impedisce questo, si impedisce il progresso sociale.

Io ci proverò, nel mio piccolo, in questo intendo.

Lo farò in maniera leggera, anche se la tematica è estremamente complessa e delicata.

Spero di portare un po’ di colori e di tolleranza.

Madrid, 10 giugno 2022