mar 26 NOVEMBRE 2024 ore 18.23
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Città migliore, vita migliore. Il 31 ottobre è la Giornata mondiale delle città
di Pasquale Falco

 

 

 

 “Quando le comunità urbane sono impegnate
nel processo decisionale e politico e dotate
di risorse finanziarie, i risultati sono più inclusivi e durevoli.
Mettiamo le nostre comunità al centro delle città del futuro”.
António Guterres, Segretario Generale ONU

 

 

 

1Il 31 ottobre si celebra la Giornata mondiale delle città, istituita dalle Nazioni Unite con la risoluzione  A/RES/68/239.

L’obiettivo della giornata è quello di focalizzare l’attenzione sulle sfide dell’urbanizzazione e contribuire allo sviluppo urbano sostenibile in tutto il mondo.

Città migliore, vita migliore è il tema generale della Giornata 2021

Le città di tutto il mondo stanno subendo sempre più gli effetti dei disastri legati al clima, come inondazioni, siccità, innalzamento del livello del mare, ondate di calore, frane e tempeste.

Si prevede che almeno 130 città portuali con oltre un milione di abitanti saranno colpite da inondazioni costiere e il miliardo di persone negli insediamenti urbani informali è particolarmente a rischio.

Adattare le città alla resilienza climatica

La creazione di società più sostenibili e resilienti al clima implica affrontare una serie di questioni tra cui la riduzione della9 povertà, la garanzia dei mezzi di sussistenza dei servizi di base, la fornitura di alloggi accessibili, convenienti e adeguati, l’investimento in infrastrutture, il miglioramento degli insediamenti informali e la gestione degli ecosistemi.

Le città di successo e ben governate riducono notevolmente i rischi legati al clima per le loro popolazioni.

La Giornata mondiale delle città rappresenta il culmine della celebrazione del mese di ottobre dedicato all’adattamento urbano, che quest’anno ha promosso una serie di azioni per il clima nelle città.

In tutto ciò, come si costruisce una città aperta? Gli insediamenti urbani, le città, come potranno difendersi dagli effetti del cambiamento climatico?

Richard Sennett, prestigioso studioso degli effetti sull’individuo della convivenza nel mondo moderno urbanizzato, auspica la costruzione di città complesse, più aperte, dai confini porosi, dove i cittadini semplicemente si mescolino tra di loro.

“Stando con gli altri, facendo qualcosa di non programmato”  e dove si riscopra l’antica differenza tra il costruire e l’abitare. Spazi urbani dove “la gente sappia gestire la complessità del vivere nella città”, dice Sennett.

 7“Costruire significa affermare dei valori che a volte la comunità non desidera avere (come per esempio l’integrazione razziale). Implica talvolta imporre la giustizia sulla comunità, anche se la tensione tra il costruire e l’abitare sarà sempre presente nel mondo reale”.

Oggigiorno, “si ricerca la totale congruenza tra le strutture, la loro funzione e il loro aspetto, come è successo nei paesi in via di sviluppo, da Ho Chi Minh City a Città del Messico, seguendo semplicemente il principio additivo. Questo tipo di chiusura è simile ai sistemi ad alta tecnologia, che laddove diventano fissi e monopolistici non permettono più uno sviluppo informale. Nel mondo del costruire sta succedendo la stessa cosa: le imprese che costruiscono diventano più grandi ma meno numerose. Il capitale diventa monopolistico e porta a una chiusura”.

Si rende quindi necessario costruire città e strutture aperte, incomplete, dai confini porosi, integrando per esempio i sistemi di movimentazione a quelli di abitazione.

Costruire città complesse, aperte e porose ci aiuta anche a non inasprire lo scontro di ignoranze in atto evidenziando con mestizia che noi “non capiamo nemmeno chi è l’altro, non cerchiamo nemmeno di capire chi è di fronte a noi”.

Ancora una volta esiste un noi ed esiste un loro, ma non si capisce dove e perché inizia l’uno e finisce l’altro.

Sennet, afferma che per affrontare queste sfide bisogna creare quartieri ed edifici che assorbano come spugne tutta l’umanità che in essa pullula di vita, solo così avverrà l’integrazione.

Pensare di arroccarci nella nostra identità, di “esimerci dal contatto e dalla contaminazione con gli altri è ridicolo, un’illusione”,7 respingere chi cerca aiuto, “una nuova forma di fascismo”.

Lo studioso afferma che il “nuovo tribalismo”, che combina la solidarietà con i propri simili e l’aggressività contro chi è diverso, è frutto di un’incompetenza sociale, un’incompetenza favorita dal modo in cui sono costruite le nostre città.

Sistemi chiusi, sigillati, che dequalificano i cittadini e neutralizzano le differenze, eliminando quegli spazi ambigui in cui si può imparare a fare un uso produttivo della diversità.

“Molti migranti oggi non sono più immigrati: gente che va in un posto, ci lavora per 10 anni, poi torna indietro, come hanno fatto nel diciannovesimo secolo gli italiani e i polacchi. Oggi, al contrario, i flussi migratori globali richiedono una nuova nozione di identità. Migrando non si perde più la propria identità, ma la si integra in qualcos’altro. E’ un’idea diversa, che rimanda al movimento, alla capacità di muovere di città in città, di paese in paese competenze e capacità professionali e di acquisirne di nuove”.

Come citato sopra, tutto il mese di ottobre è stato dedicato all’urbanizzazione. Alle migliori esperienze che lavorano sull’urbanizzazione sostenibile, viene dato un riconoscimento lo: Scroll of Honor.

I vincitori 2021 di Scroll of Honor

egittoNew Urban Communities Authority (Egitto) – Per il suo ruolo nel fornire progetti di edilizia sociale sicuri e convenienti in Egitto.

Negli ultimi 40 anni, l’ONG egiziana ha fornito progetti di edilizia sociale sicuri e convenienti per incoraggiare la coesione sociale tra tutti i residenti in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile e la Egypt Vision 2030.

Nel corso degli anni, l’ente ha fornito 660.000 unità che includevano scuole, ospedali, parchi giochi, spazi verdi in 21 città di nuova costruzione per servire oltre 3 milioni di cittadini.

kenia 

Shining Hope for Communities (Kenya) – Per essere uno dei principali esempi di cambiamento guidato dalla comunità, per sradicare la povertà estrema nelle baraccopoli urbane del Kenya.

Concentrandosi sui residenti più vulnerabili, tra cui donne e bambini, il progetto ha sostenuto 2,4 milioni di persone nel 2020 attraverso la fornitura di servizi idrici e igienici, cliniche sanitarie e risorse per combattere la violenza di genere.

 cinaBaoji City (Cina) – Per il suo progetto innovativo di fornitura di alloggi a beneficio dei residenti a basso e medio reddito nella città di Baoji.

Incorporando nei suoi progetti i più recenti concetti di sviluppo verde e a basse emissioni di carbonio, l’ONG ha fornito una casa a 253.000 residenti e ha sviluppato 13 complessi residenziali con 29.300 appartamenti, fornendo un accesso equo alle strutture pubbliche e ai servizi comunitari. 

 

Let’s do it World (Estonia) – Per aver organizzato tre World Cleanup Days (WCD) finalizzate ad affrontare la crisi globale deiestonia rifiuti.

Mostrando profonda dedizione e un pensiero fuori dagli schemi, LDIW ha sviluppato una rete globale in 164 paesi per contrastare rifiuti ed emissioni.

Coinvolgendo il cinque per cento della popolazione nei paesi pilota, ha creato uno slancio critico per agire e catalizzare soluzioni per lo sviluppo sostenibile.

 

cileCiudad Emergente (Cile) – Per il suo approccio innovativo alla sperimentazione di un concetto di strade condivise (Calles Compartidas) per le città a basse emissioni di carbonio.

Il laboratorio di innovazione urbana cileno ha trasformato il design urbano da spazi incentrati sull’auto a spazi multiuso per persone e ambiente.

Le strade condivise hanno ridotto di nove volte le emissioni di anidride carbonica, abbassato l’inquinamento atmosferico e acustico e un miglioramento della sicurezza pubblica.

Napoli, 28 ottobre 2021