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 Cancello Ed Arnone: Bova e Alpopi di nuovo in cattedra sui Mazzoni 

Domenica 23 febbraio presenteranno il loro nuovo lavoro su due chiese del Comune bassovolturnino

di Raffaele Raimondo

Fame di storia? Esperti all’opera! Nella geografia del Basso Volturno (vasta area pianeggiante che va da Capua al mare, sull’asse est/ovest, e dai Regi Lagni all’Appia, in direzione sud/nord: valga soltanto per chi non la conosca con questo toponimo) si va per buona fortuna intensificando in questi anni un’illuminante attività di ricerca storica, a cura di dilettanti, ma anche di autentici esperti. L’evento che si preannuncia per domenica prossima rientra, apertis verbis (a chiare lettere), nella seconda fattispecie, in quanto gli attori protagonisti hanno, come si dice, “competenza e serietà”: Giancarlo Bova, paleografo e studioso del Medioevo, con una vasta ed originale produzione all’attivo; Cristina Alpopi, economista rumena, già impegnata – presso il Centrul de Cercetare în Administratie şi Servicii Publice (CCASP: Centro di Ricerca nella Pubblica Amministrazione e Servizi Pubblici) dell’Academia de Studii Economice din Bucureşti (cioè della Facoltà di Economia dell’Università di Bucarest, Romania) – in studi teorici ed empirici concernenti l’Urban Management e da qualche anno in tandem con Bova al punto da pubblicare, nel solo anno 2013 e per le Edizioni Scientifiche Italiane, ben due volumi: “Villaggi abbandonati e territorio tra Capua e Castenuovo (X-XV sec.)” e “Le chiese di Maria Regina di tutti i Santi e di Maria SS. Assunta in Cielo in Cancello ed Arnone”. Dunque, appunto questo secondo libro sarà presentato, alle ore 18 del 23 febbraio, nella cappella dedicata a Maria SS.ma delle Grazie in Cancello ed Arnone, giacché – ironia della sorte! – in questo periodo la chiesa di Maria Regina di tutti i Santi, per sua vetustà e prolungata incuria umana, è inagibile. Felice ospite ospitante il parroco, don Sabatino Sciorio, che parlerà appena dopo il sindaco Pasqualino Emerito e prima dell’intervento “dotto” di Bova, il quale peraltro ha illustrato, nel gennaio dello scorso anno presso il Comune amministrato dal sindaco Antonio Papa e col contributo esaltante del critico Giuseppe Rotoli, un altro suo poderoso volume intitolato “I più antichi documenti di S. Maria La Fossa. Greci ed Ebrei”. Dunque, se presto si dovesse illuminare la zona di buio lasciata dal salto sull’intermedia Grazzanise e magari, ancora con le fertili fatiche del paleografo di Santa Maria Capua Vetere, giungere pure a dissotterrare alcune lontane radici di Castel Volturno, potremmo finalmente dir concluso un primo importante step storico per l’intera summenzionata area bassovolturnina, soprattutto in ordine alla notevole incidenza che la Chiesa locale ha avuto per secoli nelle vicende locali. Certo, ci vorrà del tempo, ma occorrerà pure un consistente investimento finanziario “in cultura” ad onere delle due municipalità finora “scoperte”, senza tuttavia escludere dalla possibile espansione storiografica i Comuni di Casal di Principe e Villa Literno (appena sotto il confine meridionale del Basso Volturno), nonché di Francolise e Pignataro Maggiore (che si trovano sulla linea nordica). Molte sono le curiosità che, alla vigilia dell’incontro di domenica 23 con Bova, pressano nella mente dei “mazzonari” amanti del buon tempo antico, ma c’è da star sicuri che l’autorevole studioso saprà ampiamente soddisfarle, forse perfino spingendosi verso ardite ipotesi come quelle sgorgate sulle origini della famiglia Medici, al margine del predetto volume che raccoglie i documenti di Santa Maria la Fossa dove si può ammirare lo splendore di una chiesa medievale venuto fuori, anni fa, a seguito d’un costoso ma “benedetto” restauro. Comunque resta in piedi un problema -diremmo- “divulgativo”, nel senso che i volumi del paleografo sammaritano appaiono più diretti ad un pubblico di “addetti ai lavori” che alla facile “leggibilità” del popolo.
Sarà possibile, in avvenire, una soluzione nella prospettiva che qui si vuole auspicare? Insomma, avverrà che anche un lettore di livello culturale medio-basso possa “godere” di abbordabili sintesi delle ricerche firmate Bova-Alpopi? Crediamo che non siano necessarie tante “lune” per saperlo.

Cancello Ed Arnone, 21 febbraio 2014