mar 24 DICEMBRE 2024 ore 03.20
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In cammino senza contachilometri. E’ la mia famiglia!

di Martina Tafuro

15 maggio Giornata Internazionale della Famiglia

Il 15 maggio è stata proclamata Giornata Internazionale della Famiglia nel 1993, dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nella risoluzione A/RES/47/237 per sottolineare l’importanza che la comunità internazionale dà alla famiglia. Questa giornata è un’occasione per promuovere la consapevolezza e una migliore comprensione dei processi sociali, economici e demografici che interessano questo importante nucleo della società.

Questo mese è, da sempre, dedicato al cammino delle mamme, è il periodo dell’anno durante il quale posso gustare, più a fondo, la mia Maria di Nazareth.

 “Se i personaggi del vangelo avessero avuto una specie di contachilometri incorporato,
penso che la classifica dei più infaticabili camminatori l’avrebbe vinta Maria.
Gesù a parte, naturalmente.
Siccome allora Gesù è fuori concorso, a capeggiare la graduatoria è lei: Maria.
La troviamo sempre in cammino, da un punto all’altro della Palestina,
con uno sconfinamento anche all’estero… Sempre in cammino… Santa Maria, donna della strada,
come vorremmo somigliarti nelle nostre corse trafelate, ma non abbiamo traguardi.
Siamo pellegrini come te, ma senza santuari verso cui andare.
Camminiamo sull’asfalto, e il bitume cancella le nostre orme.
Forzati del camminare, ci manca nella bisaccia di viandanti
la cartina stradale che dia senso al nostro itinerare.
E con tutti i raccordi anulari che abbiamo a disposizione,
la nostra vita non si raccorda con nessun svincolo costruttivo,
le ruote girano a vuoto sugli anelli dell’assurdo,
e ci ritroviamo inesorabilmente a contemplare gli stessi panorami.
Santa Maria, donna della strada, fà che i nostri sentieri siano,
come lo furono i tuoi, strumenti di comunicazione con la gente
e non nastri isolanti entro cui assicuriamo la nostra aristocratica solitudine….

 E se provassi a parlare della festa della mia famiglia?

Sono quella che sono e lo devo a tutte le belle esperienze vissute che mi hanno fatto crescere. Se ho imparato l’uso della lingua, che uso come una mitraglia a raffica. Se sono, più o meno, appartenente a un credo religioso. Se ho fatto affascinanti esperienze nell’infanzia. Se ho camminato assieme alla meravigliosa Roberta e all’amata Maria, è anche e soprattutto grazie alla famiglia nella cui formazione ho giocato nel campo del vivere.

Per me sinonimo di famiglia è radice. Si le radici che possiedo hanno caratterizzato ciò che, nel bene e nel male, sono oggi. Ma sono e restano inviolabili!

Si!

Credo nei sogni, in essi intravedo una realtà a tal punto perfetta da attrarre tutte le mie energie, perché si possa concretizzare.

Credo nei desideri, celano bisogni che comprendo, ma che non riesco ad appagare.

Sono una visionaria perchè, sono consapevole che alcuni di loro rimarranno sempre e solo tali: quelli sono i più gracili.

Uno su tutti quello di una comunità da riattaccare, blandendo la morte. Curo questo sogno con affetto particolare, perché negli anni mi sono accorto di quanto sia stato importante e per me vitale aver vissuto il mio essere comunità, per ricaricarmi, per condividere, per confrontare e consegnare i miei bagagli.

E la cosa che più mi intenerisce e mi affascina di questo sogno è la possibilità di dar vita a tutto ciò grazie alla mia passione nel vivere.

Nella nostra liquidità sociale non ci sono più certezze: le famiglie sono in crisi, lo sposalizio non è più realistico e vogliamo parlare della monogamia? Chi è che non si diletta a pontificare su questi ed altri luoghi comuni!

Io ho passato un’infanzia felice e spensierata, coccolato dagli affetti di chi mi circondava.

Non sto piangendomi addosso! La vita è continuata non sono mica stata lasciata sola. Il desiderio di cercare qualcosa che riempisse di senso la mia esistenza mi ha fatto un giorno incontrare altre ominidi/sognatrici.

Ho sgomitato tanto, ma alla fine ho conosciuto una Donna che non mi deluderà mai!

Ho capito che tutto serve, che è un Amore più grande che mi fa crescere e ed è bello dirlo agli altri. Ho conosciuto Roberta, Federica, Ines e ho camminato con loro. La famiglia che è parte di me non è uscita col buco. Non perché io sia più brava di Andrea e Maria, ma solo perché ho capito che da sola non vado da nessuna parte!

Liberaci dall’ansia della metropoli e donaci l’impazienza di Dio.
L’impazienza di Dio ci fa allungare il passo per raggiungere i compagni di strada.
L’ansia della metropoli, invece, ci rende specialisti del sorpasso.
Ci fa guadagnare tempo, ma ci fa perdere il fratello che cammina accanto a noi.
Santa Maria, donna della strada, segno di sicura speranza e di consolazione
per il peregrinante popolo di Dio, facci capire come, più che sulle mappe della geografia,
dobbiamo cercare sulle tavole della storia le carovaniere dei nostri pellegrinaggi…
Prendici per mano e facci scorgere la presenza di Dio sotto il filo dei giorni,
negli accadimenti del tempo, nel volgere delle stagioni umane,
nei tramonti delle onnipotenze terrene, nei crepuscoli mattinali di popoli nuovi,
nelle attese di solidarietà che si colgono nell’aria.
Verso questi santuari dirigi i nostri passi.
Per scorgere sulle sabbie dell’effimero le orme dell’eterno.
Restituisci sapori di ricerca interiore alla nostra inquietudine di turisti senza meta.
Se ci vedi allo sbando, sul ciglio della strada, fermati,
Samaritana dolcissima, per versare sulle nostre ferite l’olio della consolazione e il vino della speranza.
E poi rimettici in carreggiata…”
 

Don Tonino Bello

Napoli, 13 maggio 2019