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I caduti sul lavoro: una moltitudine, purtroppo.

di Stefania Di Martino

Il decreto legislativo n°81 del 2008, meglio noto come il Testo unico sulla sicurezza, è stato introdotto il 9 aprile 2008 in accordo con quanto stabilito dall’articolo 1 dalla legge del 3 agosto 2007, numero 123, attraverso cui si chiedeva al Governo l’introduzione di una legge da prendere come unico riferimento per la sicurezza sul lavoro.

    Il D.Lgs. 81/2008 ha sostituito il D.Lgs. 626/94 e detta le norme che devono rispettare tutte le figure professionali presenti sui luoghi di lavoro (datori di lavoro, lavoratori, RSPP, RLS, preposto, addetto al primo soccorso, addetto antincendio e medico competente) al fine di garantire la tutela della salute e della sicurezza di ogni singolo lavoratore.

    Bisogna però evidenziare il fatto che il testo unico sulla sicurezza si mostra poco adatto alle piccole e piccolissime imprese – che rappresentano il corpo principale del sistema produttivo italiano – e questo comporta un senso di incompletezza e frustrazione nei lavoratori che si sentono costretti a fare qualcosa che non capiscono e non condividono.

   Ad ogni modo, nonostante il Testo unico per la salute e la sicurezza sia stato introdotto dieci anni fa, nessun lavoratore può ritenersi soddisfatto né tantomeno al sicuro visto che ogni anno perdono la vita, in un modo troppo poco dignitoso, innumerevoli lavoratori.

    Infatti, dai dati raccolti dall’Osservatorio Indipendente di Bologna, si evince che nei primi quattro mesi del 2018 i morti sui luoghi di lavoro sono 185, molti di più rispetto al quadrimestre del 2017 dove morirono 113 lavoratori.

   Bisogna poi fare i conti con gli incidenti che causano danni permanenti, che nella maggior parte dei casi comportano la mutilazione, gli incidenti che comportano danni temporanei, circa 600.000 all’anno solo in Italia, e con le malattie professionali.

L’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) ha stilato una lista di attività lavorative rischiose, messe a disposizione di ogni lavoratore, ma soprattutto ha accentuato quelli che sono gli obblighi che ha il datore di lavoro nei confronti dei suoi dipendenti al fine digarantire condizioni di lavoro sicure sia da un punto di vista fisico sia da un punto di vista mentale.

    E come disse Luigi Devoto – uno dei fondatori a livello mondiale della moderna Medicina del Lavoro – È IL LAVORO DA CURARE E NON L’UOMO.

Napoli, 16 aprile 2018