Bucare il Tessuto. Il Coraggio di Sarah Grimké.
Bucare il Tessuto. Il Coraggio di Sarah Grimké.
di Maria Teresa Luongo
Il 26 novembre del 1792 nasceva a Charleston- una cittadina del South Carolina- Sarah Moore Grimké, pioniera del femminismo americano e autrice di testi, tra i primi nella storia americana, sui diritti delle donne e delle ( purtroppo non molto conosciute) “Letters on the Equality of the sexes and the condition of Woman”, una raccolta di lettere in cui la Grimké riferendosi ai testi biblici offrì di questi ultimi una esegesi nuova che permettesse alla donna di emergere come essere uguale all’uomo in tutti i sensi.
Sarah, che fu affiancata nella sua tenace e ammirevole lotta per l’affermazione dei diritti delle donne- ma anche di sostegno all’abolizionismo- dalla sorella minore Angelina, era cresciuta circondata dal potere e dall’opulenza propria dell’aristocrazia di Charleston.
Con un po’ di fantasia potremmo ricreare col pensiero quel che fu il mondo in cui Sarah visse negli anni della sua gioventù immaginandolo come una sfavillante cristalleria.
Le Grimké erano donne raffinate, appartenenti alla migliore società e la loro vita mondana si sviluppava all’interno dei circoli più elitari. Il padre, John Grimké, era un potente giurista e un ricco proprietario di piantagioni.
Eppure Sarah, che avrebbe potuto vivere di quegli agi senza porsi problemi etici e morali, sentì impellente dentro sé il desiderio di cambiare il mondo che la circondava e che relegava la donna al ruolo d’ un gingillo ornativo o al più a matrona d’ordinanza; condusse così una vita che per l’epoca potremmo definire estrema, anticonformista. Dotata di notevole intelligenza, sin da piccola fu consapevole dell’inferiorità della propria istruzione rispetto a quella riservata ai fratelli e le fu impedito di realizzare il sogno, troppo poco femminile, di diventare avvocato. Visse sulla sua pelle il peso dell’ostracismo e dell’emarginazione, fu derisa e respinta, ma non rinunciò alle sue lotte. Convertita al quaccherismo, che l’allontanerà sempre più dalla famiglia e dal suo ambiente, subì forti pressioni anche dalla comunità quacchera che appoggiava sì l’abolizione della schiavitù ma non la causa femminista.
La scrittrice americana Sue Monk Kidd, autrice del bestseller internazionale “La vita segreta delle api”, ha dedicato a Sarah e ad Angelina Grimké il suo ultimo romanzo “L’invenzione delle ali”.
Lei, che ha vissuto per un periodo proprio a Charleston e che per anni è passata davanti alla casa (non segnalata peraltro) delle sorelle Grimké, ha costruito una storia toccante ispirata a quella vera ma “intrisa di fantasia”, un’opera che non ha dunque la presunzione di imporsi come romanzo storico.
Ad ispirare la scrittrice una vicenda in particolare: Sarah da ragazza ricevette in dono una giovane schiava di nome Hetty come cameriera personale. Le due divennero unite e Sarah, sfidando le leggi del South Carolina (alla cui stesura aveva contribuito anche il padre), insegnò a Hetty a leggere e per questo entrambe vennero severamente punite. La storia finisce qui ma la creatività della scrittrice americana ha tratto da questo episodio un personaggio combattivo e affascinante: Hetty diventa “Monella”.
Questo romanzo, e la storia stessa delle sorelle Grimké e di Monella, è efficacemente riassunto in queste parole che Monella sente ripetersi dalla madre:
“ognuno deve capire quale parte dell’ago sarà, se quella legata al filo o quella che buca il tessuto”.
Celebriamo queste donne che non ebbero alcun dubbio su quale parte dell’ago essere.
Napoli, 21 marzo 2018