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BOLOGNA-NAPOLI 2 -2

di Paolo Morelli

L’atmosfera del pre-partita al Dallara è stata entusiasmante. I quasi 10.000 tifosi del Napoli hanno padroneggiato gli spalti incoraggiando i loro condottieri sin dal riscaldamento, incuranti di qualche sporadico coro dei supporters avversari non degno della civilissima Bologna. Tutti erano fiduciosi in una prestazione e in un risultato positivo per non allontanarsi troppo da Roma e Juve, ambedue vincitrici negli anticipi. Bisognava, poi, dare un immediato segnale di ottimismo all’ambiente dopo il secondo no al trasferimento in azzurro ricevuto da calciatori il cui ingaggio sembrava ormai cosa fatta. Prima del fischio d’inizio è stata mandata in onda dagli altoparlanti dello stadio una canzone del grande tenore Caruso nella speranza di dare un segnale d’unione tra le due tifoserie. All’ingresso in campo delle squadre, l’onda sonora del tifo azzurro si è fatta subito sentire donando ulteriori energie alle gambe ed alle menti dei calciatori partenopei. I felsinei, con gravi problemi di classifica, hanno cercato all’inizio del match di alzare il ritmo e mettere in difficoltà la difesa del Napoli. Qualche amnesia difensiva ha ancora caratterizzato la prestazione degli azzurri che, comunque, hanno iniziato a sfoderare il loro gioco avvolgente più vicino al modello europeo che a quello italiano. Dopo una lunga fase di studio, avara di occasioni da rete, il Napoli, sornione, ha atteso fiducioso che gli interpreti del suo attacco atomico sfoderassero uno dei loro colpi per sbloccare il risultato scardinando il bunker del Bologna che, come nel più scontato dei copioni, si affidava invece a veloci ripartenze e ad un gioco aggressivo ai limiti del regolamento. Tutto ciò fino al primo episodio importante: il bolognese Bianchi, perso da Albiol che abbocca alla sua finta, con un preciso colpo di testa ha portato in vantaggio la sua squadra. Il Napoli, che è sembrato un po’ fermo fino a quel momento, ha cercato subito di reagire. Una quasi autorete ed un bellissimo colpo di testa di Callejon sono stati i risultati prodotti dagli azzurri fino alla fine del primo tempo. I tifosi azzurri, un po’ delusi e increduli, ma sempre fiduciosi, hanno atteso e sperato che il riposo portasse novità al gioco e alle idee dei loro beniamini. Bisognava trovare il modo di penetrare la rocciosa difesa del Bologna e dare ossigeno alla classifica vista la contemporanea sonora parziale vittoria a Catania della Fiorentina, diretta concorrente per la champions. Il Napoli del primo tempo è stato molle e poco reattivo, agli antipodi di quello ammirato a Verona. Il Bologna ha focalizzato il suo gioco su Diamanti, vero perno della squadra, mentre Bianchi ha spesso anticipato i centrali Fernandes e Albiol. Visto che il Napoli non pungeva, il Bologna si è tranquillizzato e non ha giocato, come forse preventivato, solo la fase difensiva. In molti hanno auspicato l’ingresso di Insigne e Hamsik al posto degli spenti Pandev e Inler. Nel secondo tempo il Napoli è sceso in campo più determinato. L’ingresso di Hamsik al posto di Pandev ha dato alla squadra più profondità e le azioni da rete sono fioccate. Solo per un soffio in alcune occasioni la palla non è finita in rete, una clamorosa fallita dal pipita Higuain a pochi passi dalla rete. Dai e dai, il Napoli è comunque riuscito meritatamente a pareggiare su calcio di rigore (che c’era tutto) realizzato da Higuain. La presenza di Hamsik ha dato tranquillità a tutta la squadra e lo stesso Inler è parso giovarsi dell’ingresso dello slovacco. Il Napoli ha giocato un’altra partita, aggredendo alla grande i felsinei, arrivando ad attaccare anche con sette undicesimi fino al limite dell’area. L’azione martellante del Napoli ha inorgoglito i propri tifosi ed avvilito quelli avversari che si sono lasciati andare a cori razzisti già ascoltati purtroppo in altri stadi d’Italia ma mai a Bologna. Nel frattempo Mertens, nonostante il campo pesante, ha fatto sfacelli ed è diventato incontenibile mentre Insigne ha atteso invano sotto la pioggia di entrare in campo fino al quarto d’ora finale. Appena Lorenzo il Magnifico ha messo piede sul terreno di gioco, il Napoli ha raddoppiato con Callejon dopo una fantastica azione di Hamsik e tocco a velocità supersonica di Iguain per il compagno. Vantaggio meritatissimo e super Napoli che nella ripresa ha messo non la quinta, ma la sesta. Il Bologna è risultato completamente annientato dai partenopei nella ripresa, pagando anche lo sforzo atletico profferto nel primo tempo. Sembrava che l’espulsione di Konè avesse tolto ogni ulteriore velleità al Bologna ed il Napoli, tra il tripudio dei tifosi e lo sventolio delle bandiere azzurre, ha cercato di tenere sotto controllo la partita. Un momento di terrore si è registrato da un infortunio capitato ad Hamsik. La squadra si è fermata attonita per controllare le condizioni del compagno. Ma, fortunatamente, si è trattato solo di una botta e tutti, memori del lungo infortunio patito dallo slovacco, hanno tirato un sospiro di sollievo. Sembrava finita. Ma, nel primo minuto di recupero, su un calcio d’angolo flacco, la banda del buco (leggi difesa del Napoli) ha colpito ancora ed il Bologna ha pareggiato, ancora con Bianchi, lasciato colpevolmente solo nell’area di rigore ancora da Albiol forse stanco e logoro dal peso sopportato dall’inizio della stagione e, comunque, spinto al momento di intervenire. Nonostante il monologo del Napoli nella ripresa, la partita, rimessa faticosamente in piedi dagli azzurri, è terminata in pareggio. Forte il rammarico dei partenopei a fine gara e Benitez è parso furioso per quanto era accaduto. La partita ha confermato che l’attacco incisivo e micidiale del Napoli, visto però solo nel secondo tempo, è spesso mortificato da quanto avviene a centrocampo e in difesa. La verità è che una squadra ai vertici non può permettersi disattenzioni come quella registrata negli ultimi minuti della partita, per di più in superiorità numerica. Né può regalare un tempo agli avversari.  Il Napoli, senza palleggiatori, non riesce ad addormentare il gioco. Il processo di crescita deve essere costante e nell’immediato è inutile farsi illusioni. Il Napoli è ancora una squadra incompleta. A centrocampo ed in difesa ha buoni calciatori e per sostituirli in senso migliorativo occorrerebbero solo top players. Ma a gennaio i top players non si muovono perché giocano in squadre che hanno bisogno di loro per raggiungere i loro obiettivi. Il Napoli, purtroppo, non riuscirà a migliorarsi significativamente fino al prossimo calcio mercato estivo. Con l’attuale rosa, comprensiva dei rientri degli infortunati, la squadra, nonostante gli irrisolti equivoci sopra indicati, è comunque competitiva per agguantare la champions, vero obiettivo della stagione. A fine partita Benitez, scuro in viso, ha rimproverato i suoi perchè avrebbero dovuto cercare di mettere a segno la terza rete e non cercare di gestire (male) gli ultimi minuti della gara. Ha poi difeso l’operato della società che ben si è comportata nell’affrontare i problemi di mercato e di bilancio, avendo la squadra, nata quest’estate, fatto già meglio dell’anno scorso. Appare però evidente che, per la stagione del Napoli, questo pareggio è assimilabile ad una cocente sconfitta e rappresenta un mesto spartiacque per il campionato.

19/01/2014

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