Bologna. Il grande Mucha in mostra a Palazzo Pallavicini
Il grande Mucha in mostra a Palazzo Pallavicini
di Mario Mormile
S’intitola semplicemente “Mucha” l’ultima mostra ospitata a Palazzo Pallavicini, inaugurata lo scorso 29 Settembre, che mostra circa 80 opere del celebre artista proveniente dalla Repubblica Ceca. Un titolo semplice, che non ha bisogno di ulteriori spiegazioni, e che darà la possibilità ai visitatori di ammirare le sue opere fino al 20 Gennaio del 2019.
La mostra è promossa dalla Mucha Foundation guidata da Tomoko Sato e dalla Pallavicini srl rappresentata da Chiara Campagnoli, Rubens Fogacci e Deborah Petroni, che si occupano delle esposizioni del settecentesco palazzo situato in Via San Felice a Bologna, e che fino a poco tempo fa aveva ospitato un’altra importante mostra riguardante la fotografa Vivian Mayer.
All’interno sarà possibile trovare le opere di uno degli artisti più celebri nel periodo della Belle Epoque, creatore di immagini iconiche capaci di affascinare tanto le classi colte e raffinate quanto quelle più popolari, con la sinuosità, l’eleganza e l’impatto visivo delle sue opere. Uno dei protagonisti dell’Art Nouveau che attraverso cartelloni, locandine teatrali e pubblicità è riuscito ad affermarsi nella Parigi di inizio ’900. La mostra si suddivide in tre sezioni tematiche: Donne – Icone e Muse, Le Style Mucha – Un Linguaggio Visivo, Bellezza-Il Potere dell’Ispirazione.
Tra le opere della sezione Donne troviamo “Gismonda”, punto cruciale della carriera, disegnata già nel 1895 per una delle più grandi attrici del periodo ovvero Sarah Bernahrdt, già musa ispiratrice di altri grandi artisti tra cui il fotografo Nadar, che viene raffigurata come una dea bizantina. Attraverso questo lavoro Mucha viene apprezzato e guadagna un contratto per realizzare altri manifesti e costumi di scena per la Bernahrdt iniziando la strada per il successo. Nel percorso espositivo è possibile trovare poi numerose pubblicità tra cui le famose carte per sigarette Job, i biscotti Lefèvre-Utile e le biciclette Waverley.
Nell’ultima sezione Bellezza invece sarà possibile ammirare dei lavori dell’Epopea Slava (1912-1926), periodo in cui Alphonse Mucha si impegnò ad esaltare attivamente la libertà dell’allora Cecoslovacchia e promuovere la fratellanza di tutti i popoli slavi.
Bologna, 7 novembre 2018