Avete fatto l’Albero di Natale? Tradizioni e arte tra sacro e profano.
Avete fatto l’Albero di Natale? Tradizioni e arte tra sacro e profano.
di Martino Ariano
Un Natale, quello del 2020, inedito poiché siamo chiamati, a causa della pandemia, a responsabilità nuove che impongono limitazioni alle nostre moltissime tradizioni.
Però la magia del Natale, forse, nonostante tutto, può aiutarci a superare almeno emotivamente queste limitazioni.
La magia inizia domani, 8 dicembre, giorno dell’Immacolata Concezione, quando le nostre case, i nostri giardini, le nostre città si arricchiscono di festoni, ghirlande, giochi di luce, ma soprattutto di alberi di Natale e presepi di ogni tipo.
In particolar modo, nella prima decade di dicembre, l’albero di Natale fa la sua comparsa nei nostri saloni e nelle nostre piazze.
Questa comparsa avviene l’8 dicembre, come detto, ma nelle vetrine dei negozi spunta già da Ottobre-Novembre.
In Puglia, nel barese, si allestisce il 6 dicembre, giorno di San Nicola.
Nel nord Italia, nel milanese, il 7 dicembre, giorno di San Ambrogio.
Naturale, prelevato direttamente dai boschi o comprato in vivai appositi, o di materiale plastico, l’albero di Natale è un abete decorato con i più svariati addobbi.
Tra quest’ultimi, oltre a palline, festoni, ghirlande, giocattoli, frutta secca, biscotti allo zenzero, dolci di marzapane, spiccano le strisce luminose e il puntale.
Per le strisce luminose, come le intendiamo noi, dobbiamo aspettare il 1940, prima si usavano le candele. Ovviamente tale elemento segue gli sviluppi della tecnologia.
Il puntale, invece, come ci suggerisce il nome, viene posto sulla cima, sulla punta dell’albero.
La tradizione, diffusasi nel periodo Vittoriano, lo vuole a forma di angelo, celebrando l’Annunciazione da parte dell’Arcangelo Gabriele alla Vergine Maria.
Successivamente si è diffuso quello a forma di stella, ricordando la Stella Cometa, che guidò i Re Magi.
Le origini dell’albero di Natale, inteso nella sua natura di albero o di abete, sono antichissime e derivanti da varie culture.
Dagli egizi e dagli antichi Greci era associato a divinità protettrici delle nascite.
Considerato magico, in quanto sempreverde, dai Celti e dai Vichinghi, veniva tagliato e portato nelle case, dove veniva decorato con frutti.
Nell’Antica Roma, durante le Calende di gennaio, le case si decoravano con rami di pino.
Con il Cristianesimo e durante il Medioevo, l’albero fu associato alla figura di Gesù Cristo e divenne simbolo della Trinità, per la sua forma triangolare.
L’albero di Natale entrò nel mondo cattolico a pieno titolo grazie a papa Giovanni Paolo II, che per primo fece allestire un grande albero di Natale in Piazza San Pietro.
Bisogna rammentare che nella Bibbia ci sono molti passi che fanno riferimento al simbolo dell’albero.
L’idea moderna dell’albero di Natale, comunque, ha origini nordiche.
Infatti, sia la città di Riga, in Lettonia, sia quella di Tallinn, in Estonia, si proclamano patrie del primo albero di Natale.
In Germania, nel 500, è attestata l’usanza che vede l’allestimento di un albero decorato con mele, noci, datteri e fiori di carta.
Altre fonti, inoltre, affermano che l’albero di Natale ha origini svizzere.
Fu dopo il Congresso di Vienna che l’usanza lascia il nord e inizia a diffondersi a macchia d’olio in tutta Europa e poi nel mondo.
A contribuire alla sua diffusione furono soprattutto figure di spicco dell’aristocrazia: a Vienna nel 1816, fu la principessa Enrichetta von Nassau-Weilburg ad introdurlo.
In Francia nel 1840, fu la duchessa di Orléans.
In Gran Bretagna, nella metà del XIX secolo, fu il principe Alberto di Sassonia.
In Italia nella seconda metà dell’Ottocento, fu la regina Margherita.
Nei primi anni del ‘900 e soprattutto dal secondo dopoguerra in poi gli alberi di Natale hanno assunto una dimensione consumistica.
Stranamente nella produzione artistica la raffigurazione dell’albero di Natale è limitata a pochissime opere pittoriche, perlopiù tardo ottocentesche, come l’acquarello Idillio di Natale di Joseph Schubert; Un piccolo albero di Natale sulla
tavola (1888) di Ludwing Blume-Sierbert; Buon Natale (1891) e Girotondo intorno all’albero (1895) di Viggo Johansen; Donne con albero di Natale (1892) di Franz Skarbina; L’albero di Natale di Monsler Henry; Ragazza che decora l’albero di Natale (1898) di Rieder Marcel ; e Addobbando l’albero di Natale (1911) dell’artista Louis Lang.
L’arte si focalizza più sull’albero in quanto scultura o installazione artistica, per decorare una piazza o un angolo della città, che come soggetto pittorico.
Altissimi alberi, sia naturali sia artificiali, con i loro mille giochi di luci e dai più svariati design, ogni anno si scagliano ed illuminano le piazze di tutto il mondo.
Basta andare:
- a Roma, con il tradizionale albero in Piazza San Pietro, carico di un forte significato ideologico, essendo situato nel cuore pulsante del mondo cristiano, o con quello di Piazza Venezia, passato alla storia con il nome Spelacchio, in quanto nel 2017 si presentò alla sua collocazione spoglio e secco;
- a Gubbio, in Umbria, con l’albero più grande del mondo, in quanto interamente disegnato mediante delle luci su un versante del Monte Ingino;
- a Parigi nelle Galerie Lafayette, che ogni anno vengono addobbate con uno degli alberi più spettacoli del Natale.
- a New York, con quello di Rockefeller Center, la cui accensione è seguita in diretta nazionale.
- a Washington DC con i mille alberi che decorano le stanze della Casa Bianca, la cui decorazione è legata ad un preciso messaggio politico ed ideologico.
- a Napoli nel 2016, sul Lungomare Caracciolo, con l’opera ingegneristica N’Albero, una struttura piramidale alta 40 metri, che accolse i suoi visitatori tra negozi, ristoranti e terrazze panoramiche.
Per fare l’Albero di Natale?…Serve la matematica
Nel 2012, Nicole Wrightham e Alex Craig, due studenti di matematica presso l’Università di Sheffield crearono la formula per l’Albero di Natale perfetto.
La sfida era stata lanciata dalla catena di negozi inglesi, Debenhams, per invogliare gli studenti allo studio della treegonometry…amata/odiata materia scolastica.
È stato, così, messo fine ai rami nudi degli Alberi di Natale, calcolando la quantità di palline, orpelli e luci necessarie, così come le dimensioni del puntale.
Le formule sono le seguenti:
Numero di palline = (√17/20) x Altezza
Lunghezza dei nastri (cm)= [(13 x π)/8] x Altezza Albero di Natale (cm)
Lunghezza delle luci (cm) = π x Altezza Albero di Natale (cm)
Altezza della stella o del puntale (cm) = Altezza Albero di Natale (cm) / 10
Ad esempio, un albero di Natale di 180 centimetri avrebbe bisogno di 37 palline, circa 919 cm di nastri e 565 cm di luci e un puntale/stella di 18 centimetri.
Ma l’albero di Natale più originale ma soprattutto più criticato fino ad oggi è stato Tree, la scultura, o meglio, l’installazione dell’artista statunitense Paul McCarthy.
Ci troviamo precisamente nell’ottobre 2014, durante la F.I.A.C. (Fiera Internazionale di Arte Contemporanea) a Parigi, in una delle piazze storiche della città, dove si affacciano la Biblioteca Reale e le Accademie, l’elegante Place Vendôme.
A prima vista, l’albero di Natale in questione, si presentava come una scultura costituita da un gonfiabile verde alto 24 metri, avente una forma stilizzata.
Ad una vista più attenta però l’albero si presentava effettivamente per ciò che era: una riproduzione fedele e in scala di un sex toy, di un butt plug.
L’opera dell’artista però continuava, non si limitava solo alla scultura.
Quest’ultima, infatti, costituiva un preludio, in quanto introduceva ad una galleria di alberi di Natale dalle stesse sembianze della scultura presente in piazza, che terminava in una stanza piena di Babbo Natale di cioccolato, recanti in mano il sex toy.
L’intento dell’artista, chiaramente provocatorio, era quello di unire il sacro al profano, rimarcando sia la storia prima laica e poi anche cristiana dell’albero di Natale, sia il consumismo legato al Natale.
Le polemiche e soprattutto l’indignazione arrivò fin da subito, infatti già dal montaggio l’artista subì un’aggressione, ma il colpo di grazia fu inferto nella notte: un gruppo di vandali recisero i cavi che sostenevano la struttura.
Un atto di vandalismo fine a sé stesso in quanto non ha evitato di far passare alla storia questa manifestazione artistica, seppur moralmente discutibile.
Ma si sa l’arte nasce non solo per emozionare ma anche per stupire, spiazzare, scandalizzare.
Emozioni, sensazioni che ci sono molto familiari mai come quest’anno, che fortunatamente svolge al termine, con la speranza, forte anche della magia natalizia, che il nuovo anno porti risoluzioni efficaci per questa pandemia, che ha paralizzato non solo l’economia, ma anche e soprattutto i sogni di ognuno di noi.
Proprio per questo, infine, siamo chiamati ad essere attenti, cauti, ad indossare la mascherina ad evitare gli abbracci, anche se sarà difficile, soprattutto in questo periodo dell’anno, caratterizzato soprattutto da scambi di affezioni, di riunioni familiari.
Non sarà facile, ma è possibile.
A NATALE PUOI … essere più responsabile e soprattutto altruista.
Marzano di Nola, 7 dicembre 2022