dome 24 NOVEMBRE 2024 ore 21.52
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Anteprima blaugrana
di Giovanni Della Pietra

Al Maradona pareggio con vista sulla Champions

9Nell’anticipo delle ore 15, che apre il sabato di calcio targato Serie A, il Napoli – guidato da Walter Mazzarri – si ferma sul pari contro un Genoa coriaceo e concreto. Al Diego Armando Maradona, è il gol di Frendrup ad aprire le danze, con un Napoli disordinato che riesce ad agguantare il pareggio solamente allo scadere, terminando quindi il match sul risultato di 1-1. Il Napoli trova un pareggio insperato che lo mantiene aggrappato disperatamente alla 9° posizione, mentre il Genoa trova continuità in trasferta e si mantiene lontano dalla zona calda di classifica.

La partita
Dire che il Napoli si avvicini al match del Maradona in uno dei periodi meno floridi dell’era De Laurentiis è un eufemismo: negli ultimi 5 incontri, la squadra partenopea ha fatto registrare 2 vittorie, 1 pareggio e 2 sconfitte, con la ferita di San Siro ancora bruciante sulla pelle degli azzurri. Tra le mura amiche, il Napoli presenta il 12° rendimento stagionale dell’intero campionato di Serie A, ma negli ultimi match al Maradona ha rialzato la testa, mettendo in fila vittorie contro Cagliari, Salernitana ed Hellas Verona, intervallate dal solo pareggio con il Monza.

Il Genoa, dal suo canto, si fa forte di una posizione in classifica molto tranquilla a +10 sulla zona retrocessione e di una ritrovata verve lontano dal Luigi Ferraris, mai vista prima in questa stagione: infatti, i rossoblù non conoscono sconfitta in 3trasferta dall’1-0 contro il Monza del 10 dicembre 2023; da allora 2 vittorie e 2 pareggi.
I precedenti nei testa a testa tra le due squadre sono a complete tinte azzurre, infatti, il Napoli è rimasto imbattuto in 20 delle ultime 21 gare contro il Genoa (unica eccezione il 2-1 inflitto dal Grifone a Marassi nel 2021); nello specifico, i liguri hanno trovato la vittoria al Maradona nelle ultime 13 partite nella competizione (9S, 4N). Il match nel girone d’andata, giocato al Luigi Ferraris, è terminato contro il risultato di 2-2 con il Napoli, allora guidato da Rudi Garcia, in grado di rimontare la partita dal risultato di 2-0 per i rossoblù.
Sotto i riflettori finiscono sia Matteo Politano che Giacomo Raspadori, entrambi a segno nel match di andata, che sembrano avere un conto aperto con il Genoa: entrambi trovano nel Grifone la loro vittima preferita. L’esterno azzurro ha fatto registrare contro i rossoblù 5 reti, al pari solo del Milan; mentre ‘Raspa’ ha messo a referto 4 reti contro i diretti avversari odierni, ma la sua firma manca dal tabellino da ben 12 partite disputate (ultima marcatura nello 0-2 alla Salernitana).

4In fase di avvicinamento al match del Maradona contro il Genoa, il Napoli ritrova quasi tutte le sue pedine: unici assenti il cannoniere Victor Osimhen, reduce dalla Coppa d’Africa e considerato in condizioni fisiche non ottimali per essere parte attiva del match; e lo squalificato Juan Jesus.
La squadra di Walter Mazzarri si schiera con il 4-3-3 di spallettiana memoria con Ostigard a sostituire lo squalificato Juan Jesus e Junior Hamed Traorè preferito a Piotr Zielinski, ormai lontano dal campo per la famosa querelle del rinnovo del contratto che a termine della stagione lo vedrà con tutta probabilità passare all’Inter. Ritorna tra i pali il portiere titolare Alex Meret, scalzando Gollini che lo aveva sostituito durante il suo infortunio.

Tra gli arruolabili di Mister Gilardino in casa Genoa, manca solamente il giovane difensore uruguaiano Matturro, recuperando rispetto alla sconfitta con l’Atalanta, l’esterno Haps e il giovane difensore scuola Juventus De Winter, che va a comporre il terzetto difensivo con Bani e Vasquez nell’ormai tipico 3-5-2 dell’allenatore campione del mondo.
Dall’inizio della gara, il Napoli prova subito ad aggredire la partita, mettendo subito sotto pressione il Genoa: al 2’ Khvicha Kvaratskhelia semina il panico nell’area di rigore genoana con una5 vistosa serpentina, ma la sua conclusione termina centralmente tra le braccia di Martinez. Reagisce subito il Genoa, con una doppia azione in fotocopia, prima a 5’ poi al 27’: sull’out di sinistra, Martin crossa con il mancino un pallone morbido, su cui si fionda Mateo Retegui in anticipo su Ostigard, ma in entrambi i casi Alex Meret si distende sulla sua destra intercettando il tiro dell’italo-argentino. L’azione azzurra più pericolosa della prima metà di partita è la conclusione al volo di Anguissa al 14° minuto dal limite dell’area, con Martinez che si supera nella parata. La prima frazione di gioco termina sul risultato di 0-0, con un possesso palla 71%-29% in favore degli azzurri, ma estremamente sterile, che denota una difficoltà importante dei partenopei nel costruire limpide occasioni da gol.

La seconda parte di match si stappa con il gol del vantaggio del Genoa: al 46’, Retegui riceve palla in verticale da Martinez per allargare il gioco sulla fascia destra, sulla palla respinta dalla difesa napoletana si fionda Morten Frendrup, che trafigge la porta difesa da Alex Meret.

7Il Napoli si riversa nella sua metà campo offensiva, con Kvaratskhelia sugli scudi, che procura l’occasione potenziale più importante della partita: salta il diretto avversario, e spedisce un passaggio delizioso nel mezzo dell’area di rigore, che passa tra le gambe di tre giocatori azzurri.
Al 72’, corner a favore degli azzurri, su cui svetta Anguissa colpendo di testa, ma il tiro termina alto sopra la traversa. All’86° minuto, Kvaratskhelia indirizza la palla all’angolino partendo dal limite dell’area, ma Martinez si oppone prontamente deviando in calcio d’angolo.
Allo scoccare del 90°, sul cross di Oliveira, Di Lorenzo serve alle sue spalle con un passaggio smarcante Ngonge, che si gira sul piede destro perno e colpiendo con il sinistro riesce a segnare il gol del pareggio. Un Napoli confusionario prova l’assedio finale alla ricerca di un’insperata vittoria, ma la partita termina sul risultato di 1-1.
L’immagine finale di questo match è l’intera squadra del Napoli sotto la curva, ad applaudire il pubblico accorso in massa al Maradona, da cui in cambio riceve solo fischi dopo la prestazione tutt’altro che positiva.

Il punto Della Pietra
Il Napoli raccoglie un punto importante per come è stato acciuffato, in rimonta allo scadere, ma negativo per le aspettative che c’erano prima del match e per la prestazione negativa di tutta la squadra. Le statistiche indicano una partita in cui,12 la squadra partenopea ha tirato per 25 volte, per ben 7 volte verso lo specchio della porta. La realtà dei fatti racconta un Napoli confusionario in attacco, che riesce a creare poche azioni davvero pericolose. Il Genoa, invece, riesce nella prima frazione di gioco a sgonfiare le ruote al gioco arrancato della squadra napoletana, che si affida alle giocate del solito Khvicha Kvaratskhelia, e con le sortite offensive marcate Retegui la mette anche in difficoltà. Dopo il vantaggio, il Grifone arretra per contenere il caos organizzato dal Napoli, riducendo anche le avanzate in zona gol.
La sensazione che conferisce il Napoli è di una squadra che non riesce a costruire occasioni da gol, ma che si affida all’estro e alle magie del suo numero 77, che, seppure in un buono stato di forma, non può trascinare da solo una squadra intera.

Classifica di giornata
Il pareggio tra Genoa e Napoli ci regala due squadre in momenti di classifica completamente opposti: il Grifone si allontana ancora di più dalla zona calda, mentre il Napoli si aggrappa8 disperatamente alla nona piazza, affiancato dal Torino vincente contro il Lecce. Gli azzurri distano 9 punti dalla zona Champions, rappresentata in questo momento dall’Atalanta vittoriosa contro il Sassuolo. Nella bagarre per le Coppe europee vincono Atalanta, Roma e Bologna, che batte la Lazio, diretta concorrente, mentre la Fiorentina si ancora sull’1-1 al Castellani di Empoli. Nelle zone di vertici, le posizioni rimangono statiche: Milan 3°, sconfitto sul campo del Monza; seconda la Juventus, che esce dal Bentegodi di Verona con un difficoltoso 2-2; mentre l’Inter capolista racimola ancora punti battendo per 4-0 la Salernitana, fanalino di coda. Nella zona rossa, sia Verona che Cagliari mettono in saccoccia 1 punto, rispettivamente contro Juventus e Udinese.

Pagelle
Napoli: Meret 6.5; Di Lorenzo 5.5, Rrhamani 6, Ostigard 5 (46’ Natan 5), Mazzocchi 6 (65’ Oliveira 6); Lobotka 6, Anguissa 5.5, Traorè 5 (59’ Lindstrom 5.5); Politano 5 (59’ Ngonge 6), Simeone 4.5 (75’ Raspadori 5.5), Kvaratskhelia 6.5. All: Mazzarri 4
Genoa: Martinez 7; De Winter 5.5, Bani 6, Vazquez 6; Sabelli 5.5 (91’ Cittadini s.v.), Messias 6.5 (75’ Malinovski 6), Badelj 6.5 (91’ Strootman s.v.), Frendrup 7, Martin 6; Gudmunsson 6 (83’ Vitinha 5.5), Retegui 6.5 (75’ Ekuban 6). All: Gilardino 6.5

Migliori
10Frendrup 7: Vince lo scontro tra titani con Anguissa, difende, corre e soprattutto segna, trovando il primo gol in Serie A.
Retegui 6.5: Tra Natan e Ostigard poco cambia: si fa veder, fa gioco come nell’occasione del gol e mette in difficoltà il portiere azzurro con due colpi di testa ravvicinati.
Kvaratskhelia 6.5: Non è quello che la scorsa stagione finito nei 30 in lizza per il pallone d’oro, ma se la tattica di Mazzarri “palla a Kvara e preghiamo” funziona benino, il merito è tutto suo. Non bastano De Winter e Sabelli a fermare le sue scorribande offensive, che creano qualche grattacapo alla difesa rossoblù. Unica luce in un mare in tempesta.

Peggiori
Mazzarri 4: La confusione finale, con relativo gol di Ngonge, lo salva dall’ennesima figuraccia. Non si comprendono alcune scelte come Traorè dal 1’, che evidentemente non aveva i 90 minuti nelle gambe, o Mazzocchi adattato a sinistra con due terzini di ruolo disponibili. Le dichiarazioni post-partita mettono benzina sul fuoco di una situazione già triste di suo: se la squadra avversaria si copre è difficile trovare spazi, se l’avversario diretto attacca, il Napoli si difende in 5 a 70 metri dalla porta avversaria, senza creare occasioni o tiri in porta (vedi partite contro Lazio e Inter). Insomma, vuol giocare da solo.
Simeone 4.5: Si vede solo quando un passaggio da stropicciarsi gli occhi di Kvaratskhelia gli passa tra le gambe. Poteva essere il gol del pareggio.

Arbitro
Sacchi 5.5: Partita non difficilissima da arbitrare, fischia 22 falli e regala 5 ammonizioni. Sull’ammonizione di Kvaratskhelia ha qualche colpa nel non fischiare il fallo, ma da regolamento c’è tutta per la reazione spropositata del georgiano. 13Qualche pecca nella gestione del tempo nel finale, se ne perde tanto e se ne recupera troppo poco e il recupero scorre via. Unico episodio rilevante che l’arbitro marchigiano deve fronteggiare è al termine del primo tempo: il Napoli richiede un calcio di rigore per fallo di mano di Messias, che, dopo un consulto VAR silente, viene valutato non punibile. La decisione sembra corretta in virtù della congruità del movimento del giocatore ex Milan.

 Nola, 19 febbraio 2024