Ambiente, M5S : Fumarole tossiche a Calvi Risorta, territori senza risposte dal Governo, solo veleno.
Ambiente, M5S : Fumarole tossiche a Calvi Risorta, territori senza risposte dal Governo, solo veleno
È stata depositata e pubblicata presso il Senato della Repubblica una interrogazione in merito alle gravi problematiche ambientali connesse all’area ex Pozzi tra il comune di Sparanise e Calvi Risorta. L’interrogazione a prima firma Moronese, è indirizzata ai Ministri dell’Ambiente, della Salute e dell’Agricoltura.
” Abbiamo deciso di interrogare nuovamente i ministri perché dal mese di ottobre, i comitati locali hanno denunciato il rinvenimento di fumarole tossiche maleodoranti, fatto che ho potuto constatare personalmente recandomi sul posto. Queste fumarole sono il segno evidente di incendi sotterranei che si auto innescano bruciando sostanze probabilmente chimiche che rilasciano fumi tossici nell’atmosfera” a dichiaralo è la senatrice portavoce del MoVimento 5 Stelle, Vilma Moronese, membro della commissione ambiente del Senato della Repubblica, che aggiunge “Siamo molto preoccupati per i danni ambientali e alla salute dei cittadini che ne potrebbero derivare, l’ area seppure sequestrata non è delimitata ed è facilmente accessibile, questo espone ad evidenti rischi chiunque si trovi a transitare per quella zona ed inoltre c’è la possibilità che qualcuno possa approfittarne per effettuare nuovi sversamenti di rifiuti”
I parlamentari del MoVimento 5 Stelle, avevano già interrogato i Ministri, il 15 Luglio del 2015, in particolare chiesero al Ministro dell’Ambiente Galletti, con l’atto ispettivo n°3-02075 presentato in commissione ambiente sempre al Senato, di sapere se il Ministero avesse le risultanze delle sostanze chimiche sversate in quella zona, e chiesero anche di sostenere il Corpo Forestale e la Procura della Repubblica nei lavori di scavo, per evitare che questi fossero interrotti e l’area abbandonata, come poi effettivamente è accaduto "È un dato di fatto, il Governo ha abbandonato il territorio lasciandolo avvelenato e senza risposte, sono trascorsi ormai 1 anno e 4 mesi, ma nulla è stato fatto come solito, nemmeno rispondere alla nostra interrogazione, noi invece continueremo a pretendere risposte e ad appoggiare le richieste dei cittadini, vogliamo sapere quali veleni sono interrati e cosa sta realmente bruciando, vogliamo la messa in sicurezza dell’area e bonifica, e vorremmo anche sapere quali sono stati gli esisti del lavoro della Procura. Faremo nuove denunce fino a quando chi deve occuparsene non lo farà, e ricordo ancora una volta che la mancata bonifica è un reato penale grazie al M5S e ne pretenderemo l’applicazione" conclude la senatrice Moronese.
Napoli, 26 novembre 2016
Testo Interrogazione Parlamentare
MORONESE , GIARRUSSO , DONNO , CASTALDI , PUGLIA , SANTANGELO , SERRA , CAPPELLETTI , NUGNES - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, della salute e delle politiche agricole alimentari e forestali. -
Premesso che:
nella zona denominata ex Pozzi Ginori, così qualificata per la presenza dell'ex stabilimento di ceramiche da bagni, situata tra Calvi Risorta e Sparanise (Caserta), a partire dagli anni '70 sono state realizzate attività di sversamento e gestione illecita di rifiuti, in particolare industriali, di notevole pericolosità per la salute e l'ambiente;
a partire da giugno 2016 gli ufficiali di polizia giudiziaria del Corpo forestale dello Stato del comando di Calvi Risorta, su delega della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno effettuato numerose operazioni di scavo presso la suddetta area. In particolare, grazie alle cosiddette attività tecniche indirette, svolte attraverso il geomagnetometro, sono stati individuati dei punti che presentavano picchi magnetici fuori norma, indizio della possibile presenza, in corrispondenza, di rifiuti metallici;
dagli scavi sono emersi rifiuti industriali, fusti contenenti solventi, rifiuti pericolosi e liquido percolante; il procuratore della Repubblica facente funzioni, Raffaella Capasso, nel comunicato stampa del 16 giugno 2015 ha però precisato che solo dall'analisi dei campioni prelevati si potrà valutare l'eventuale pericolosità per le matrici ambientali; inoltre, il comandante regionale del Corpo forestale, Sergio Costa, ha dichiarato: «è probabilmente la discarica sotterranea più grande d'Europa con un'estensione di circa 25 ettari e un volume di 2 milioni di metri cubi di rifiuti», come si legge su un articolo del "Corriere del Mezzogiorno" del 15 giugno 2016;
considerato che:
sull'argomento, l'atto di sindacato ispettivo 3-02075, presentato il 15 luglio 2015 da senatori del Gruppo Movimento 5 Stelle, nel quale, relativamente alla vicenda, si chiedeva quali azioni si intendessero adottare per evitare il disastro ambientale, ad oggi è rimasto senza risposta;
nonostante l'area sia stata sequestrata, essa è facilmente accessibile a chiunque. Ad avviso degli interroganti l'accessibilità del sito risulta essere molto pericolosa e permetterebbe il perpetrarsi di nuovi reati connessi alla gestione illecita dei rifiuti;
si apprende da notizia di stampa ("v-news" dell'11 novembre) che «Lo scorso 18 luglio 2015 ignoti hanno appiccato un incendio nella "ex Pozzi Ginori", proprio sui terreni in cui sono stati rinvenuti i rifiuti tossici della "discarica abusiva più grande d'Europa". Nonostante le numerose segnalazioni, le fiamme hanno raggiunto i rifiuti sottostanti, che erano stati portati alla luce proprio nelle settimane degli scavi»;
la pericolosità dell'area sarebbe aggravata, come denunciato dai comitati locali, dalla presenza di fumarole tossiche che potrebbero essere collegate proprio agli scavi che hanno ridato alla luce solo una parte dei rifiuti industriali sotterrati;
dal mese di ottobre sono state individuate e segnalate fuoriuscite di fumo probabilmente causate da incendi sviluppatisi nel sottosuolo. La Polizia municipale di Sparanise e i Vigili del fuoco si sono adoperati per tentare di risolvere la problematica, ma hanno avuto serie difficoltà ad intervenire considerata la profondità del fenomeno. La Polizia municipale per segnalare la situazione allarmante ha inviato un esposto alla Procura di Santa Maria Capua Vetere;
i comitati locali hanno organizzato il 20 novembre un presidio presso la ex Pozzi Ginori per dare il via ad una mobilitazione popolare a difesa della salute e dell'ambiente che, come riportato anche da fonti giornalistiche, ha riscontrato molta partecipazione;
domenica 20 novembre, alle ore 13 circa, la prima firmataria del presente atto si è recata sul luogo, successivamente allo svolgimento del presidio, verificando l'esistenza delle fumarole tossiche e degli scavi ancora aperti contenenti rifiuti speciali, nonché riscontrando l'assenza di cancelli o barriere che delimitano la zona, un'area deserta e abbandonata, dunque la piena accessibilità del luogo e la mancanza di ogni misura di sicurezza, nonché l'olezzo nauseabondo che sprigionano le fumarole;
come si apprendere da notizie stampa locali ("Corriere di Caserta" del 21 novembre) 15 milioni di euro potrebbero essere destinati per "un'eventuale" bonifica dell'area,
si chiede di sapere:
quali iniziative i Ministri in indirizzo intendano assumere nel breve termine, per supportare le amministrazioni locali nelle attività di bonifica da realizzare con urgenza;
se non ritengano necessario sollecitare le autorità locali innanzitutto a delimitare l'area in modo da impedirne l'accesso o comunque coinvolgere le autorità competenti e verificare la causa delle fumarole, l'eventuale esistenza di liquidi tossici che potrebbero esserne la ragione, le quantità presenti e la loro profondità, al fine di procedere all'isolamento degli agenti inquinanti in modo da non compromettere ulteriormente le matrici ambientali;
se non ritengano opportuno avviare ulteriori attività di indagini e monitoraggio sul territorio con il supporto del Corpo forestale dello Stato;
se siano a conoscenza dell'eventuale finanziamento di 15 milioni di euro per le attività di bonifica;
in che modo intendano vigilare sulla gestione delle risorse economiche;
se siano a conoscenza di quanto sia emerso dalle indagini condotte dalla Procura della Repubblica competente.
Roma, 22 novembre 2016