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Alatri, una tragedia senza una spiegazione

di Raffaele Russo

 Morire a 20 anni è sempre una tragedia; tuttavia, perdere la vita a questa età per un cocktail in una discoteca e conseguente pestaggio di nove giovani contro uno ha dell’incredibile e dell’inspiegabile.

Emanuele Morganti è deceduto, dopo diverse ore di agonia, per questo motivo: gli sono state fatali le lesioni riportate in testa a seguito dei numerosi calci e pugni subiti.

Ma la cosa ancora più grave è che questo pestaggio è avvenuto al di fuori del locale sotto gli occhi di numerose persone, le quali non sono intervenute e hanno permesso questo massacro: una cosa da non credere.

La procura di Frosinone ha aperto immediatamente una indagine per scovare i colpevoli, e ci sono stati anche dei primi fermi, in particolare due fratellastri, Mario Castagnacci e Paolo Palmisani, definiti dagli abitanti di Alatri “bulli, sbruffoni, attaccabrighe, che in compagnia ed in preda all’alcol si fanno trasportare dagli amici”.

I due giovani sono stati posti in isolamento nel carcere di Regina Coeli, in quanto è molto alto il rischio di ritorsioni da parte degli altri detenuti; inoltre, si è scoperto che uno dei due giovani, Mario Castagnacci, era stato fermato dalle forze dell’ordine pochi giorni prima in quanto in possesso di droga, ma è stato rilasciato il mattino seguente.

E questo è uno dei punti su cui oggi maggiormente si discute: è mai possibile che il giovane, già noto alle forze di polizia, sia stato immediatamente rilasciato e fare quello che ha fatto dopo?

È mai possibile che bisogna aspettare sempre la tragedia prima di intervenire seriamente?

Speriamo un giorno di poter dare una risposta a queste domande, per Emanuele soprattutto.

Napoli, 31 marzo 2017