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tu scendi dalle stelleAccogliete! La vita piena viene dall’iniziativa di Dio.
di frate Valentino Parente

 

 

Maria è modello “per coloro che non accettano
passivamente le avverse circostanze della vita
personale e sociale, ne sono vittime della alienazione”
.

 

IV^ domenica di Avvento Anno B – 20 dicembre 2020

Prima lettura 2 Sam 7,1-5.8b-12.14a.16
Salmo Sal 88
Seconda lettura Rm 16,25-27
Vangelo Lc 1,26-38

 

4 2Siamo ormai giunti all’ultima domenica di Avvento: tra pochi giorni è Natale e, nonostante l’esperienza di pandemia che stiamo vivendo, anche i più ritardatari stanno provvedendo agli ultimi acquisti.

Speriamo di mettere altrettanto impegno anche nella nostra vita spirituale per preparare, in questi ultimi giorni, una degna accoglienza al Signore che viene!

Le prime tre domeniche di avvento ci hanno rivolto tre inviti:

1 - vegliare: “vigilare”, era la parola d’ordine della 1a dom.

2 - attendere colui che battezzerà con lo Spirito Santo,

3 – preparare la via del Signore: la testimonianza di Giovanni

 In questa domenica, siamo invitati a contemplare la figura di Maria, presentata come “Arca dell’Alleanza” o, più semplicemente, come “Dimora di Dio”.

Perché Maria è detta “Arca dell’alleanza”?

Nell’Antico Testamento, l’Arca dell’Alleanza, ordinata direttamente da Dio a Mosè (Esodo 25,10-22) era una cassa di legno di acacia, con relativo coperchio, tutta rivestita d’oro, dentro e fuori, che doveva custodire le Tavole della Legge, cioè i Dieci Comandamenti, che Dio aveva dato a Mosè sul monte Sinai.

Queste Tavole erano molto importanti perché erano il simbolo della presenza stessa di Dio in mezzo al suo popolo.

Ad un certo punto della storia, il simbolo cede il posto alla realtà.

Così il Nuovo Testamento ci dice che la vera arca dell’alleanza è una persona viva e concreta: è la Vergine Maria. 

Dio non abita in un mobile, per quanto dorato, Dio abita in una persona, in un cuore: Maria, Colei che ha portato nel suo grembo il Figlio eterno di Dio fatto uomo.

Ora, come l’Arca custodiva le Tavole della Legge, quindi la presenza di Dio, così Maria, accogliendo le parole dell’angelo, concepisce e custodisce nel suo grembo Dio stesso. Ecco perché è chiamata Arca dell’Alleanza, o Dimora di Dio.Magnificat-1

Abbiamo detto alcune domeniche fa che in questo anno liturgico ascolteremo il vangelo di Marco, ma ancora una volta verrà sostituito, come domenica scorsa da Giovanni, questa volta da Luca.

Perché, fin dall’antichità, la IV domenica di avvento è incentrata sulla figura di Maria, la Madre del Messia che sta per nascere, e l’evangelista Luca è l’unico che riporta il racconto dell’annunciazione.

Un brano classico, che conosciamo molto bene; lo abbiamo letto e ascoltato già altre volte.

Il testo non si preoccupa tanto di presentare la figura di Maria, quanto piuttosto, mira a spiegare a Maria, e a noi che leggiamo, chi è quel figlio che nascerà.

Anzitutto: Non avere paura, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio”.

Questo è il centro del mistero di Dio, del suo progetto: l’uomo ha trovato grazia.

È rimasto gradito a Dio. Dio vuole bene alla nostra umanità e ci concede il suo affetto, il suo amore, la sua misericordia.

Il mistero non è semplicemente qualcosa che non si capisce, ma è il progetto di Dio, è il piano della salvezza, che è superiore alla nostra intelligenza.

Da soli non ci saremmo mai arrivati a conoscerlo, ma Dio si è fatto conoscere, si è aperto con noi. Rivelare il mistero vuol dire farsi conoscere, da persona a persona.

E ci chiede una relazione personale di amicizia, di amore, una relazione filiale.

4 1Nell’annuncio dell’angelo a Maria, noi contempliamo l’inizio di questo evento grandioso della nostra salvezza. È l’annuncio di un compimento.

Dio è fedele: ha promesso e mantiene la parola.

Dice l’Angelo: “Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo”.

L’espressione “essere chiamato”, nel linguaggio biblico, corrisponde a essere.

Pertanto “verrà chiamato figlio dell’Altissimo” non significa altro che: quel figlio che nascerà da te è il “figlio dell’Altissimo”.

Il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre”.

Queste parole dell’angelo evidenziano che il bambino atteso è il re messianico, è l’erede del regno di Davide.

Davide viene chiamato suo padre.

Ma da Davide a Gesù passano mille anni, eppure Gesù è riconosciuto come il figlio di Davide, l’erede al trono, colui che realizza le promesse che Dio aveva fatto a Davide.

A Davide aveva promesso un discendente, il cui regno sarebbe stato eterno. Devono passare mille anni perché la promessa si realizzi.

Il Signore mantiene sempre la promessa, non si è dimenticato, non ha ritardato; ha preparato la storia in ogni dettaglio e “quando venne la pienezza del tempo” compì quello che aveva promesso.

abitazione di Maria a Nazareth

abitazione di Maria a Nazareth

La pienezza del tempo indica il compimento del disegno di Dio nella storia; tale compimento coincide con la discesa del Figlio sulla terra per la redenzione dell’umanità.

Il suo regno non avrà fine”.

L’immagine non è quella di un re terreno, che comanda per un certo periodo di tempo, ma di un re celeste, il re divino, colui che è seduto alla destra del Padre, e regna nei secoli dei secoli.

Questa espressione, è entrata come verità di fede nel Credo e la ripetiamo tutte le domeniche, quando, alla fine delle verità che riguardano il Figlio, diciamo: “…siede alla destra del Padre, … e il suo regno non avrà fine”.

Il vangelo si conclude con l’obbedienza della fede da parte di Maria:

Eccomi avvenga di me secondo la tua parola”.

Non è un atteggiamento rassegnato, come uno che accetta qualcosa che non gradisce, dicendo: pazienza! Facciamo anche questo.

Pronunciata da Maria è una parola di gioia, è l’accoglienza piena del progetto di Dio, un progetto che non comprende ancora ma che accetta senza riserve, fidandosi pienamente della sua parola.

avvento 7Questa vuole essere anche la nostra preghiera, la nostra parola, che quotidianamente vogliamo rivolgere al Signore, proprio per coltivare quell’amicizia.

Il Signore, non è più un mistero, si è manifestato, si è rivelato, si è fatto conoscere a noi.

Ora attende che noi lo accogliamo nella nostra vita così come Maria lo ha accolto nella sua, con piena disponibilità e fiducia: “Fiat, avvenga di me secondo la tua parola”.

Nola, 19 dicembre 2020