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ABRA “CADABRA”
di Giulia Di Nola

Non c’è ombra di dubbio! La pandemia, in questi ultimi due anni, ha reso l’umanità più fragile, più umana, troppo umana. L’economia mondiale stenta a ripartire dato il crollo occupazionale, quello delle spese e, infine, quello dei consumi in genere. Naturale che, agli occhi di tutti, lo sfigato biennio risulti tra i più terribili dal dopoguerra o forse peggiore del dopoguerra stesso.

Gli Italiani hanno subìto la medesima sorte che Re virus ha riservato, democraticamente, a tutte le nazioni investendo persino il settore nuziale che riscontra un brusco calo pari all’80% rispetto agli anni precedenti; matrimoni, insomma, che non sanno da fare, ci dice Manzoni. D’altro canto, come si può pensare a organizzare una cerimonia nuziale (coi nessi e annessi), come si può pensare di metter su famiglia o di mettere al mondo dei figli, crescerli e prendersene cura se la stabilità finanziaria non solo vacilla, ma è a dir poco defunta?

“Andrà tutto bene”, era ed è tuttora lo slogan giustapposto all’arcobaleno sui balconi delle nostre abitazioni; uno slogan che non ho mai capito cosa davvero significasse e se avesse senso. Credo, però, sia stato un modo favolistico per attutire i colpi severi dei tempi tristi e, a mio avviso, con la speranza c’entra poco o nulla perché i fatti dicono e diranno tutt’altro; così, tra il dire/scrivere certe scialbe frasi, c’è di mezzo il mare…

Le restrizioni, quali metodi d’accorgimento utili al distanziamento sociale e utili a rallentare drasticamente la diffusione del Re virus – restrizioni delle quali non se ne poteva fare a meno in quei periodi di maggior virulenza del Covid – hanno fatto sì che la virtualità dei social s’affermasse appieno come igienica possibilità di interloquire col mondo.

Un settore che s’è rivelato immune dal lutto, dal dolore e dalla precarietà esistenziale è stato quello dell’agorà virtuale. Mi riferisco ad Amazon, ovvero la piattaforma di e-commerce per antonomasia, una sorta di piazza affari, più obesa al mondo.

Jeff Bezos ne è il padre e la chiamò inizialmente Cadabra Inc, cioè magia; si trattava, in un primo momento, d’una libreria online, ma Bezos, volendola più simile a un fiume, dopo un po’ la ribattezzò Amazon in riferimento al Rio delle Amazzoni, il fiume col più vasto bacino idrico al mondo.

Amen, perché l’agorà virtuale, come Bezos voleva che andasse, ha esondato globalizzandoci e fagocitando le piccole attività commerciali già deficienti in vendite.

Dare torto ad Amazon non si può e neppure a noi, popolo amazzone, visto che su quella piattaforma ci trovi tutto quello che vuoi acquistare evitando ogni contatto con l’altro simile, facendo compere secondo la propria tasca, in breve tempo e senza scomodarci dalla seggiola.

Anche l’elisir di lunga vita?

Napoli, 5 ottobre 2021