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Patriciello: “Massima tutela per gli animali ma non decapitiamo la ricerca”

L’On. Aldo Patriciello, membro della Commissione ITRE del Parlamento Europeo è intervenuto sulla prestigiosa rivista sanitaria ‘AboutPharma’ in merito al recepimento della Direttiva 2010/63 UE, approvata nel settembre 2010, sulla protezione degli animali utilizzati a scopi scientifici. Un intervento successivo alla nota inviata dall’On. Patriciello alla Presidente della Commissione Igiene e Sanità del Senato, Emilia Grazia De Biasi, con cui esorta a riflettere sui criteri approvati dal Parlamento europeo e sostenendo il recepimento della norma così come è stata scritta senza stravolgimento o interpretazioni restrittive. “L’Italia è l’unico Paese a non aver ancora recepito la Direttiva in oggetto nonostante sia scaduto il termine utile il primo gennaio 2013. – spiega Patriciello – Oltre a ciò il testo è stato stravolto dalla Camera dei Deputati ed ho manifestato, insieme ai miei colleghi, delle perplessità in merito al decreto legislativo di recepimento che, all’articolo 13, risulta essere in violazione dell’articolo 2 della stessa Direttiva in quanto contenente gravi limitazioni all’attività di ricerca”. In merito poi alla forte diatriba nata sull’utilizzo degli animali nella ricerca scientifica Patriciello precisa che: “La Direttiva 2010/63/UE è stata scritta, dopo anni di lavoro, trovando un equilibrio tra ciò che i malati si aspettano, gli interessi della ricerca ed i diritti degli animali. Una disposizione che è un grandissimo passo in avanti nei confronti della tutela del benessere animale da cui dovrebbero prendere esempio anche gli Stati Uniti. La normativa è molto chiara su questo punto specificando che: anche se risulta essere auspicabile sostituire nelle procedure scientifiche l’utilizzo di animali l’impiego degli stessi continua ad essere necessario per tutelare la salute umana e animale nonché l’ambiente. La nuova direttiva si autodefinisce ‘un passo importante verso il conseguimento dell’obiettivo finale della completa sostituzione delle procedure su animali vivi a fini scientifici ed educativi non appena ciò sia scientificamente possibile. A tal fine, essa cerca di agevolare e di promuovere lo sviluppo di approcci alternativi’. Secondo gran parte della comunità scientifica per quanto abbiano aiutato a ridurre il ricorso agli animali i metodo alternativi come le procedure di screening di molecole al computer, i moderni metodi di imaging, non sono ancora in grado di sostituire completamente determinati animali che sono molto simili all’uomo. Nei laboratori e negli istituti di ricerca, poi, esistono i Comitati etici che vigilano sul rispetto della normativa in oggetto. La legge inoltre detta che la ricerca scientifica deve assicurare il miglior metodo in grado di fornire i risultati più soddisfacenti causando il minor dolore, sofferenza o angoscia possibile alla cavia”.

 

Bruxelles, 29 gennaio 2014                              

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