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Dopo Un Ventennio I Rossoneri Del Foggia, I Diavoli Del Sud, Sono Tornati.

di Alberto Urbano

Mio padre diceva, quando da bambino mi portava sulle tribune dello Stadio Zaccheria a seguire il Foggia dei Pirazzini, Bergamaschi, Domenghini, Albè oggi si vince!

Gli avversari si chiamavano Juventus, quelli del mitico Zoff, Inter di Mazzola e Facchetti, Torino di Pulici e Graziani, ed io, accucciato sulle spalle forti del mio papà cominciavo a coltivare la passione che oggi è diventata appartenenza ad una maglia, quella rossonera e ad una città quella di Foggia che mi è sempre rimasta nel cuore anche se non ci vivo più da oltre un ventennio.

Sì, un lungo ventennio che ha visto la squadra e la città di Foggia cadere in un lungo oblio fatto di delusioni, sogni infranti, bocconi amari da ingoiare in giro per i campi ubicati nelle località più sconosciute d’Italia. Solo se hai i colori rossoneri nel sangue e la tua città natale nel cuore puoi capire cosa vuol dire soffrire per quella maglia e per la tua Città. Rimanere legati solo a dei vecchi ricordi diventati quasi reminiscenze di un trio terribile, Rambaudi, Baiano e Signori, quelli sì che facevano tremare le difese delle squadre più forti al mondo, con a capo il condottiero venuto da Praga, Zdenek Zeman.

Quelle immagini e fotografie ormai ingiallite dal tempo, oggi svaniscono come per incanto per far posto ai nuovi campioni che hanno realizzato il nostro sogno.  Ebbene sì cari signori, il Foggia è tornato in B e il popolo Dauno è tutto in festa dopo la cavalcata trionfale in Campionato. Un grazie alla nuova Dirigenza, tutta Foggiana, che finalmente ha dato lustro alla Capitanata intera e a tutto il popolo Rossonero e Foggiani sparsi per il mondo e siamo certi che non si fermeranno qui.

Una statua a tutti i primi attori in campo: dal Capitano Agnelli, foggiano doc, al foggiano di adozione Lojacono, ai fuoriclasse napoletani Vacca e Sarno da Secondigliano, al salernitano Mazzeo, al barese Coletti, al catanzarese Guarna, al brindisino Chiricò al palermitano Di Piazza, al trapanese Sicurella, gente quella meridionale, che ha voglia di fare e di arrivare e ha trovato a Foggia la giusta serenità per poter lavorare alla grande.

Un grazie infinito a chi non ho citato, ma che in campo ha dato tutto, come Martinelli, Rubin, Gerbo, Agazzi e Deli. Grazie ai brasiliani Angelo ed Empereur, agli spagnoli Sanchez e Sainz Maza, all’uruguagio Gaston Faber e tutti coloro che hanno fatto sì che il sogno si concretizzasse.

Infine un doveroso encomio al Mister Giovannino Stroppa da Mulazzano che con la sua sagacia e serenità, nonché alta competenza tecnica, ha saputo plasmare una squadra trasformandola in un piccolo Barça. D’altronde da discepolo di Zeman e giocatore leader dell’ultimo Foggia in A che arrivò a sfiorare l’EUROPA nel lontano 1994 contro il Napoli di Marcello Lippi, Ferrara e Cannavaro, non ci si poteva aspettare di meglio.

Grazie infinite a tutti! Questa non è solo la una vittoria di calcio, questa è una rivalsa sociale che da ormai troppo tempo si aspettava. Adesso, sotto con ben più ambiziosi traguardi. E’ a gran voce che possiamo urlare dunque: Dopo un Ventennio i Rossoneri del Foggia, i Diavoli del Sud, Sono Tornati.

Napoli, 24 aprile 2017