ven 22 NOVEMBRE 2024 ore 01.46
Home Economia A Roma si è discusso sulle criticità del processo di liberalizzazione del...

NE Nomisma Energia srl

Criticità del processo di LIBERALIZZAZIONE del mercato elettrico

NE Nomisma Energia ha presentato oggi a Roma lo studio su come abbandonare la Maggiore Tutela, il sistema che garantisce tariffe regolate ad oltre 20 milioni di clienti, quelli che di passare al mercato libero sembra non ne abbiano voglia. E’ stata anche l’occasione per discutere con istituzioni, operatori e consumatori di come procedere e di come si sia arrivati a questo punto dopo quasi 20 anni dall’avvio del processo di liberalizzazione. Proprio in queste ore l’argomento diventa caldo con un ulteriore rinvio del dibattito al Senato della discussione sul disegno di legge concorrenza che dovrebbe dare indicazioni più precise su come attuare il cambiamento.

Fra gli spunti più interessanti della giornata:

• Sono quasi 4 milioni gli utenti poveri in Italia, ma ancora pochi fanno uso della tariffa sociale e spesso ogni anno l’abbandonano perché troppo complessa è la procedura per accedervi;

• Tutti concordano sul fatto che occorre puntare su una maggiore informazione e qui servirà impiegare le associazioni dei consumatori che potranno assistere i clienti loro iscritti o, addirittura, fare dei gruppi di acquisto;

• Sono milioni i clienti che apprezzano però il mercato libero, circa 6 milioni di famiglie, perché sono attente non solo al risparmio, ma a tutte le novità che la tecnologia può offrire;

• L’ENEL ha una posizione dominante di quasi l’80% sul segmento regolato, circa 16 milioni di clienti, ma ciò deriva dal semplice fatto che li ha ereditati dalla nazionalizzazione del 1962;

• E’ intenzione di ENEL scendere verso una quota del 50% entro breve, lasciando pertanto al mercato qualcosa come 3 milioni di clienti, un boccone molto appetibile per i potenziali concorrenti.

Tariffe in aumento in vista della fine della Maggior Tutela

Dal 1° aprile 2017 le bollette elettriche aumentano del 2,9% e tornano vicino al record storico, già raggiunto nel 2014, di 19,2 centesimi di euro/kWh. Sono passati 10 anni da quando, il primo luglio 2007, fu data la possibilità anche ai clienti domestici, soprattutto famiglie, di potere scegliere il mercato libero. Da allora le tariffe sono aumentate del 24%, 3,6 centesimi/kWh in più, per una spesa annua addizionale di 90 euro a famiglia.

Anche questa è una delle ragioni, ma non l’unica, che spiega la scarsa propensione dei clienti finali a lasciare fornitore tradizionale. Sono ancora 20 milioni i clienti domestici che non sono passati al libero, contro i 9 che lo hanno già fatto.

Il governo ha fissato la fine della Maggiore Tutela a metà 2018, per ottemperare alle richieste delle direttive europee. Per allora, tutti i 20 milioni di clienti attualmente sul tutelato dovranno passare al libero. Come attuare questo passaggio non è ancora chiaro e un disegno di legge, che darà indirizzi al Governo, è in discussione in Parlamento. E’ un mercato che interessa molti operatori, dove si vendono 70 miliardi kWh di energia elettrica, per un valore di circa 15 miliardi di € all’anno. Oggi sono oltre 400 le società che vendono elettricità sul mercato libero e di queste almeno 200 sono nuovi entranti.

Le principali conclusioni del lavoro sono:

1. La complessità delle bollette (tabella) e la scarsa incidenza dello sconto sul prezzo finale sono le principali ragioni che rendono difficile il passaggio al mercato libero;

2. In tutta Europa si evidenzia lentezza, non solo per l’elettricità, ma anche per altri servizi;

3. Nel Regno Unito, dove le liberalizzazioni sono partite quasi 30 anni fa, ancora oggi la gran parte dei clienti rimane con il fornitore storico;

4. In Italia si è discusso di possibili aste di quei clienti che non decidono di andare sul mercato; è un’ipotesi che origina dalla sperimentazione dal 2007 di un meccanismo, la Salvaguardia, unico caso al mondo, per grandi clienti non domestici.

5. La teoria economica e l’esperienza indicano con chiarezza che, paradossalmente, le aste limitano la libertà dei consumatori, il contrario di quello che si vuole ottenere.

6. Occorre, invece, puntare sugli strumenti già disponibili, sviluppati grazie alla regolazione e alle tariffe pagate dai clienti, come la tutela simile, il Sistema informativo integrato, i contatori intelligenti;

7. Vanno moltiplicati gli sforzi per una maggiore informazione a favore dei clienti e per un ruolo più attivo delle associazioni dei consumatori;

8. In questa direzione si muove la regolazione europea che richiede uno sforzo nel rendere più chiare le offerte per i clienti che non vanno sul libero, scelta che va rispettata.

Roma, 3 aprile 2017