Gli specchi sbullonati.
Gli specchi sbullonati.
di Giulia Di Nola
Dalla medicina alle scienze sociali e filosofiche, tutte si dicono entusiaste per il contributo straordinario che lo studioso Giacomo Rizzolatti ha apportato alle neuroscienze: la scoperta dei “neuroni specchio”, situati nell’emisfero sinistro e piattaforma dei nostri processi empatici.
Non è certo la prima volta che in determinati settori dello scibile umano si sente parlare dell’empatia quale capacità d’identificarsi, se vogliamo d’immedesimarsi, negli altri e provare, emotivamente, quello che gli altri provano; di modo che sia che si tratti di dolore, sia che si tratti di piacere, noi comprendiamo.
I “neuroni specchio” sono la dimostrazione pratica che l’uomo nasce con quella particolare predisposizione verso l’altro da sé, verso ciò che è esterno a sé, verso il mondo in genere, verso quello dei nostri simili nello specifico.
Questa categoria di cellule specialistiche s’attiva, insomma, sia quando una persona compie un’azione, sia quando sono altri a compierla. Cosicché il rapporto intrinseco che si stabilisce tra due soggetti ha, oggi, un fondamento scientifico e in ambito psichiatrico, al cospetto di determinate patologie quali l’autismo, sarà possibile compiere notevoli progressi soprattutto se la collaborazione tra medicina, pedagogia e psicologia, s’intensificherà.
A questo punto oserei dire che, ai fini educativi, tutte le istituzioni – ecclesiastica, ricreativo-compensative, scolastica e familiare – potrebbero avvalersi della nuova scoperta dato che, spesso, i tempi moderni sono caratterizzati dalla mancanza di immedesimazione nelle problematiche altrui e nell’altro in generale.
Il bullismo, per esempio, di cui si sente parlare soventemente, ovvero la spiccata malvagità che si riscontra nei giovanissimi e negli adolescenti, è l’esempio lampante di tale stolta insensibilità; come se, prendere di mira un coetaneo, abusandone, sia lo spasso precipuo per riempire il vuoto affettivo determinato dall’assenza genitoriale, vuoi che si tratti di contesti abbienti, vuoi che si tratti di contesti meno abbienti.
In sostanza e si badi bene, tante scoperte, pur se eccezionali come quella dei “neuroni specchio”, non fanno l’uomo; o meglio, non fanno la di lui umanità!
Napoli, 4 febbraio 2017