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Home Cultura Teatro Cilea: Umberto Scida e la sua “Vedova Allegra”.

Umberto  Scida  a Napoli con la sua ” Vedova Allegra”.
di Domenico De Gregorio

Arriva al teatro Cilea di Napoli la commedia musicale “La vedova allegra” che vede sul palco il soprano Elena D’Angelo (Hanna Glavary),  il tenore Gianfranco Cerreto (Conte Danilo Danilovicˇ), il tenore Francesco Tuppo (Camillo de Rossilion), il soprano Isadora Agrifoglio (Valencienne), il regista e comico Umberto Scida nel ruolo di Njegus.

L’operetta divisa in tre atti, mantiene tutte le aspettative del suo genere letterario misto o ibrido, essendo ispirata  contemporaneamente alla liricità che riproduce fedelmente il testo autorale, e ad una comicità di stile slapstick dall’umorismo intelligente, veloce da ascoltare, graffiante e divertentissimo, creata ad hoc dal regista Umberto Scida.

Si alza il sipario e si entra subito nel vivo dell’operetta in un susseguirsi di pause di elevata e commovente poeticità con i duetti Valencienne/Camillo “Io sono una donna onesta” e “Quest’è l’incanto dell’intimità”;  scene di danza con sberleffi, linguacce e urletti durante il Can-can delle grisettes, il coro dei signori con la marcia ed i passaggi comici recitati da Njegus, il cancelliere squattrinato.

Ed è proprio il personaggio di Umberto Scida, che in questa rappresentazione subisce delle variazioni rispetto al testo originale, ha dare maggiore brio all’opera. Infatti con questa innovazione il regista è riuscito a creare un nuovo personaggio che sfrutta sia il linguaggio del corpo, articolato intorno a gag fisiche tanto semplici quanto efficaci, sia il linguaggio ammiccante e preciso al contempo della comicità vocale, tecniche drammaturgiche col solo scopo di muovere a risata il pubblico.

I tre atti scorrono veloci dietro lo svolgimento della trama ricca di intrecci amorosi clandestini ed amori non rivelati.

Le luci ed i costumi, insieme alle scenografie rendono l’opera magniloquente, un tripudio di colori ed allegria che rapiscono lo spettatore rendendolo partecipe fino al lieto fine, perché come è ovvio nelle operette il finale è sempre rassicurante.

Tanti applausi per tutta la compagnia che ringrazia il pubblico con un bis sulle note di “ È scabroso le donne studiar”, a cui si sono aggiunti gli stessi spettatori invitati a cantare.

Napoli, 25 novembre 2016