dome 22 DICEMBRE 2024 ore 07.45
Home Riceviamo e pubblichiamo Massa: suicida detenuto italiano. SAPPE “persistono drammi umani dietro le sbarre”.

MASSA, SUICIDA IN CARCERE DETENUTO ITALIANO.

SAPPE: “PERSISTONO I DRAMMI UMANI TRA LE SBARRE: CHI PENSA CHE QUELLA PENITENZIARI E’ UNA EMERGENZA SUPERATA?”

Dramma in carcere a Massa. A poche ore dal tentato suicidio di un detenuto straniero nel carcere di Lucca, sventato in tempo dagli uomini della Polizia Penitenziaria, giunge la triste notizia che ieri nella Casa di reclusione di Massa un detenuto italiano si è impiccato in cella. Ne da notizia è il Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria.

Pasquale Salemme, segretario regionale SAPPE per la Toscana, informa: “Un detenuto italiano, in carcere per reati legati alla tossicodipendenza, si è tolto la vita nella serata del 4/6/2016, impiccandosi alle sbarre della propria cella,con un lenzuolo appositamente legato. A nulla sono valsi gli interventi tempestivi del personale di Polizia Penitenziaria che, nell’occasione, praticava anche le prime manovre di pronto soccorso. Nonostante le attività di rianimazione poste un essere dai sanitari dell’istituto, nonché dal servizio del 118, il detenuto cessava di vivere. D. C, queste le sue iniziali, aveva appena 39 anni ed era padre di due figli. Figli che, il tribunale dei minori, non gli aveva consentito di vedere per ovvie ragioni di opportunità. Forse, è stata proprio questa la causa del suo gesto inconsulto che gli è costato la vita”.

Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, commenta: “Questo nuovo drammatico suicidio di un detenuto in un carcere della Toscana evidenzia come i problemi sociali e umani permangono, eccome!, nei penitenziari, lasciando isolato il personale di Polizia Penitenziaria (che purtroppo non ha potuto impedire il grave evento) a gestire queste situazioni di emergenza. Gli istituti penitenziari hanno l’obbligo di preservare la salute e la sicurezza dei detenuti, e l’Italia è certamente all’avanguardia per quanto concerne la normativa finalizzata a prevenire questi gravi eventi critici. Ma il suicidio di un detenuto rappresenta un forte agente stressogeno per il personale di polizia e per gli altri detenuti. Per queste ragioni un programma di prevenzione del suicidio e l’organizzazione di un servizio d’intervento efficace sono misure utili non solo per i detenuti ma anche per l’intero istituto dove questi vengono implementati. E’ proprio in questo contesto che viene affrontato il problema della prevenzione del suicidio nel nostro Paese. Ciò non impedisce, purtroppo, che vi siano ristretti che scelgano liberamente di togliersi la vita durante la detenzione”.

“Negli ultimi 20 anni le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria hanno sventato, nelle carceri del Paese, più di 18mila tentati suicidi ed impedito che quasi 133mila atti di autolesionismo potessero avere nefaste conseguenze”, prosegue il leader del SAPPE. “Il dato oggettivo è che la situazione nelle carceri resta allarmante. Altro che emergenza superata! Per fortuna delle Istituzioni, gli uomini della Polizia Penitenziaria svolgono quotidianamente il servizio in carcere – come a Massa – con professionalità, zelo, abnegazione e soprattutto umanità, pur in un contesto assai complicato per il ripetersi di eventi critici. Ma devono assumersi provvedimenti concreti: non si può lasciare solamente al sacrificio e alla professionalità delle donne e degli uomini della Polizia Penitenziaria la gestione quotidiana delle costanti criticità del Paese: si deve fare di più, cominciano ad assumere gli Agenti di Polizia Penitenziaria che mancano”.

Roma, 5 giugno 2016